Emanuele Trevi vince il Premio Strega 2021 con 187 voti per “Due vite”, edito Neri Pozza, e rispetta così le previsioni della vigilia che lo davano come favorito. Al secondo posto Donatella Di Pietrantonio con “Borgo Sud” (Einaudi), 135 voti, e al terzo Edith Bruck con “Il pane perduto” (La nave di Teseo), 123 voti. Seguono Giulia Caminito con “L’acqua del lago non è mai dolce” edito Bompiani, 78 voti e Andrea Bajani con “Il libro delle case” (Feltrinelli) con 66 voti. A presiedere il seggio, come ricorda l’Adnkronos, c’era Sergio Veronesi, vincitore della scorsa edizione con “Il Colibrì” (La Nave di Teseo) mentre i partecipanti alla votazione sono stati 589 su 660, pari a circa l’89% degli aventi diritto. A causa delle restrizioni sanitarie, anche la seconda edizione straordinaria del più ambito premio letterario italiano non ha visto il pubblico delle grandi occasioni: presenti, infatti, soltanto centoventi persone secondo i protocolli Covid. Per la location, invece, si è riusciti a mantenere la tradizione, scegliendo di posizionare il tavolo della giuria e la lavagna dove sono segnati i voti nel giardino del Ninfeo a Villa Giulia.
Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964, è uno scrittore e critico letterario, collabora con Il Corriere della Sera e Il Manifesto. Già dieci anni fa con il libro “Qualcosa di scritto”, edito Ponte delle Grazie, era arrivato in cinquina ma aveva dovuto lasciare la vittoria ad Alessandro Piperno autore di “Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi” (Mondadori). “Dedico il premio a mia madre – ha detto Trevi alla consegna del premio, come riporta Io Donna. “Mia madre che è mancata durante questo periodo infernale della storia umana che si sarebbe divertita a vedermi in televisione. E poi a un amico, Lorenzo Cappellini che è in un momento di difficoltà e mi è stato vicino fino a qualche giorno fa, nel pieno di questa avventura”, ha aggiunto.
Così a trionfare nella lunga serata condotta da Geppi Cucciari è stato un libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. L’autore ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Trevi ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco e Pia appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando “Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino”.
“Due vite” è lungo 144 pagine ed è stato fin da subito apprezzato sia dai giornalisti che dagli scrittori. Tanto che a supportare la candidatura di Emanuele Trevi è stata proprio Teresa Ciabatti, la rivale più temibile, prima data per favorita e poi inaspettatamente esclusa con “Sembrava bellezza” (Mondadori). La stessa Laura Della Vecchia, presidente della casa editrice Neri Pozza, non ha esitato a commentare: “Faccio i miei più grandi complimenti a Emanuele Trevi che ha dato vita a questo gioiello. È una testimonianza di una sensibilità e di una capacità letteraria che siamo orgogliosi abbia potuto trovare la giusta sintonia sia con il pubblico di lettori che con la giuria del premio più importante d’Italia”. Anche l’Ad di Neri Pozza e del Gruppo Editoriale Athesis, Matteo Montan, attraverso l’Agi ha espresso tutto il suo entusiasmo: “Grazie ai giurati, che hanno saputo capire e premiare un libro particolarissimo e di grande emozione. Grazie a Emanuele Trevi, autore altrettanto straordinario e non convenzionale, per averci scelto per il suo bellissimo ‘Due Vite’”.
Appuntamento al prossimo anno.
Gaia Pandolfi