Il regista argentino Matías Piñeiro insieme a Lois Patiño hanno presentato la prima mondiale del loro nuovo cortometraggio “Sycorax” alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Sycorax è il primo personaggio della tempesta di Shakespeare. Prospero la menziona a malapena come la strega storta, vecchia e malvagia che ha rinchiuso Ariel, lo spirito dell’aria, in un albero. Nel cast Agustina Muñoz, Diana Diegues e Susana Abreu. Prodotto da Filmika Galaika in coproduzione con Bando à Parte che si occupa anche della distribuzione.
Matías nasce nel 1982 a Buenos Aires in Argentina. È un Sceneggiatore e regista che vive a New York. Negli ultimi dieci anni ha sviluppato un ciclo di film basati sui ruoli femminili delle commedie di Shakespeare chiamate “The Shakespeareads”. È anche un professore di cinema e attualmente sta lavorando con il regista Lois Patiño su Ariel, un lungometraggio basato su La tempesta di Shakespeare. Durante la presentazione del suo ultimo cortometraggio “Sycorax” alla Quinzaine di Cannes, gli abbiamo fatto alcune domande:
Perché hai scelto di raccontare questa storia ?
“Poiché stiamo preparando insieme un lungometraggio chiamato Ariel, anch’esso su La tempesta di Shakespeare, abbiamo scoperto che non c’era un modo migliore di pensare a questo progetto, nel testare il nostro modo di lavorare insieme e le nostre visioni in un film più breve. Pensare a un film facendo un film, facendo un altro film… un prologo, un lato B, uno schizzo. Volevamo fare un film che fosse una sorta di test, un bacino di idee da cui esplorare il più liberamente possibile. Inoltre, ora sono felice che dopo aver realizzato Sycorax voglio più che mai realizzare il lungometraggio con Lois”.
Quali messaggi vuoi far arrivare alle persone con questo nuovo cortometraggio?
“Con Lois abbiamo voluto dare un volto e una voce al Personaggio di Sycorax nella Tempesta di Shakespeare. Sycorax non ha voce nella commedia, non ha immagini o suoni. Quindi, con questo corto abbiamo trovato un modo per mettere in discussione quel silenzio e il modo in cui il personaggio ci raggiunge dall’opinione degli altri. Coloro che parlano di Sycorax (soprattutto Prospero, un uomo bianco europeo) hanno un potere che volevamo mettere in discussione con questo cortometraggio, che funziona come una proposta speculativa di questa figura nascosta della commedia. Il libro “Calibano e la strega” di Silvia Federici è stato un grande riferimento e un compagno che ci ha aperto gli occhi nel nostro processo”.
Com’è stato lavorare con Lois Patiño?
“È stato un grande onore e un’esperienza formativa per me. Mi ha permesso di andare oltre ciò che pensavamo di poter fare in un film. Lavorare con Lois per tutto l’anno (abbiamo fatto ricerche su questo progetto dal 2015) mi ha spinto ad allontanarmi dalla mia zona di comfort”.
Nel realizzare il Sycorax, cosa ti ha sorpreso di più e che ancora non conoscevi?
“Mi ha sorpreso scoprire che i miei momenti preferiti del film, erano quelli in cui avevo meno controllo durante le riprese. Da quell’incertezza, potremmo sorprenderci e creare qualcosa di nuovo per noi, in modo da espandere le nostre possibilità per la messa in scena dei nostri film”.
Quali consigli puoi dare agli altri registi per cercare di ottenere lo stesso livello di successo? Qual è il tuo segreto?
“Forse può essere interessante mettere in discussione la nostra idea di successo: come vogliamo vivere la nostra vita? E come vogliamo condividere questa esperienza con gli altri? Quindi, per me avere successo potrebbe significare poter fare un film con le persone che ammiro e amo, con amici talentuosi che mi spingeranno a continuare a mettere in discussione ciò che facciamo insieme. E, se il risultato di questi incontri si tradurrà in un film da condividere con il pubblico… non potrei essere più felice. Cerco di vivere la mia vita circondato dalle persone che amo e ammiro. Ed io insisto sempre nel fare i film che posso fare con loro. Se questo sia qualcosa che gli altri vogliono guardare, è un grande privilegio”.
di Marcello Strano