“In difesa delle piccole produzioni agricole e della biodiversità! No all’espropriazione delle terre a favore delle monoculture delle multinazionali”. Così recita uno dei cartelli che stamani a Roma sono stati esposti davanti la sede della Fao, l’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione, per contestare il Vertice Onu sui sistemi alimentari, indetto dal segretario generale Antonio Guterres e previsto a New York a settembre.
L’iniziativa di oggi si è tenuta in vista del Prevertice che si terrà a Roma da lunedì a mercoledì prossimi. Una cinquantina di manifestanti, in rappresentanza di oltre mille tra associazioni di piccoli agricoltori e allevatori, comunità indigene ed esperti, sostiene che le Nazioni Unite abbiano accordato un ruolo “pericolosamente pervasivo e dominante” alle multinazionali dell’agroindustria, a discapito delle realtà più piccole. Per questo sono state organizzate tre giornate, a partire da oggi, di contro-mobilitazione, dal titolo ‘Call to action – Peoples’ Counter-Mobilization to Transform Corporate Food Systems‘.
Come scrivono i contestatori in una nota, “a differenza dei summit precedenti, dove il controllo politico stava in capo agli Stati e quello organizzativo alla Fao, il Vertice sui sistemi alimentari nasce nel segno della opacità e della assenza di ogni controllo democratico, aprendo una prassi senza precedenti. Il Forum economico mondiale di Davos (World Economic Forum, Wef) – l’organismo privato che riunisce le mille più grandi corporations globali – è co-organizzatore del Vertice. Il primo segnale controverso di questa nuova alleanza- si legge ancora nel comunicato – è arrivato nel 2020 con la designazione di Agnes Kalibata, presidente dell’Alleanza per la rivoluzione verde in Africa (Agra) creata dalla Fondazione Rockefeller e dalla Fondazione Bill a Melinda Gates, come rappresentante speciale del Vertice”.
I responsabili della mobilitazione informano ancora: “Agra, nata nel 2006, è da anni fortemente criticata per l’apertura del continente alle colture transgeniche e all’agricoltura intensiva. Già dal primo documento reso pubblico sulla agenda dell’incontro, l’orientamento prevalente risultava puntare alla agricoltura di precisione, alla raccolta di dati e all’ingegneria genetica come temi portanti per affrontare la sicurezza alimentare”.
Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle ong italiane (Aoi), ha denunciato: “Siamo di fronte a un terreno di scontro tra due visioni opposte sul cibo. Contravvenendo alla idea del cibo come diritto ed elemento multidimensionale, crocevia di relazioni sociali e tradizioni, l’enfasi sulla digitalizzazione della quantità enorme di dati ed informazioni agricole, non governata nell’interesse pubblico, non può che aumentare le diseguaglianze nell’acceso ai beni primari e rischia di essere l’ennesimo furto operato sulla pelle dei produttori di piccola scala, che per secoli hanno moltiplicato la biodiversità per il bene comune”.
Erica Lucia Noli