Roma, sotto un caldo torrido del 27 luglio, in piazza Benedetto Cairoli, adiacente al Ministero della Giustizia, non danno tregua le associazioni promotrici della manifestazione, Progetto Medusa, Comitato Madri Unite contro la violenza istituzionale, Maison Antigone e le mamme per chiedere interventi urgenti, impedire quello che viene definito il dramma del secolo, i prelievi coatti, le deportazioni dei bambini ed ottenere il ritorno a casa dei figli allontanati dalle mamme sulla base di costrutti ascientifici.
E’ del 15 marzo scorso la requisitoria (leggi anche) della sostituta procuratrice generale della Corte di Cassazione, la dottoressa Francesca Ceroni e l’ordinanza del 17 maggio (leggi anche) della stessa Cassazione, anch’esse non rispettate all’interno dei tribunali.
Le organizzatrici della manifestazione su “le deportazioni dei minori in nome della patria potestà a partire dal caso Massaro”.
“Abbiamo indetto questa manifestazione per richiedere al Ministero della Giustizia un intervento ispettivo urgente presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e porre fine al calvario che vede protagonisti Laura Massaro e suo figlio in un caso giudiziario che è divenuto esemplificativo ed emblematico della situazione drammatica in cui versano centinaia di donne e minori in tutta Italia a causa di procedimenti giudiziari viziati irrimediabilmente dall’utilizzo delle consulenze psicoforensi basate su costrutti ascientifici e sul ripristino di fatto della patria potestà e che stigmatizzano e rivittimizzano madri idonee e incensurate solo in quanto madri che hanno osato voler difendere loro stesse e i loro figli”. (Continua COMUNICATO STAMPA MANIFESTAZIONE)
Bruna Rucci, psicologa, psicoterapeuta, Ctp, l’organizzatrice della manifestazione e presidente della associazione Progetto Medusa, assieme a Comitato Madri unite contro la violenza istituzionale, Maison Antigone, e numerose mamme per chiedere alla Ministra Cartabia l’ispezione ai tribunali a causa dei prelievi che avvengono a Roma ed in tutta Italia per le accuse alle mamme di PAS e simili.
Bruna Rucci ci spiega il motivo della manifestazione
l’avvocato Lorenzo Stipa
“Siamo qui di fronte al Ministero della Giustizia per chiedere l’immediata interruzione dei prelievi coatti dei minori. Sappiamo che questi procedimenti si basano su delle CTU fondate sul costrutto dell’alienazione parentale che è un costrutto ascientifico, non riconosciuto né dalla scienza, né dalle Istituzioni, né della Cassazione.
Questo costrutto sta rovinando la vita di milioni di mamme e di bambini in tutto il mondo, perché non è una cosa limitata all’Italia purtroppo.
Noi purtroppo copiamo questa prassi scellerata anche nei nostri tribunali, anche se le convenzioni che l’Italia ha firmato dicono tutt’altro, dicono che i giudici per scegliere dove deve essere affidato un bambino, devono necessariamente ascoltarlo, ma l’ascolto del minore non viene quasi mai fatto; se viene fatto, non ne viene tenuto conto.
Chiediamo al Ministro della Giustizia un immediato intervento su questi casi, perché non è giusto che i bambini vengano prelevati come dei criminali, mentre stanno dormendo a casa loro con la gioia dei loro familiari, nella spensieratezza.
Purtroppo questi momenti vengono interrotti da un irruzione delle forze di polizia che porta via questi bambini.
Chiediamo dopo queste indagini della commissione femminicidio approfondita su questi casi, che i casi vangano vagliati anche dagli ispettori del Ministero della Giustizia e che si mandi una ispezione seria in tutti i tribunali, in tutte le Corti d’Appello coinvolte da questa indagine e di tutti i casi che verranno segnalati da qui in avanti“, così dichiara l’avvocato Lorenzo Stipa durante la manifestazione indetta da Progetto Medusa, Comitato Madri Unite contro la violenza istituzionale, Maison Antigone.
Bruna Rucci ed il comunicato consegnato alla Ministra prof. Marta Cartabia
L’avvocato civilista, Beatrice Ruggiero
I processi civili sugli affidi non si basano su prove e fatti
“A noi insegnano già all’università che il processo sia civile che penale si basa su prove e fatti e che una persona viene più o meno condannata sulla base di fatti e prove”, così inizia l’avvocato Benedetta Ruggieri che si chiede dove sta la prova concreta che sia colpa della mamma se un bambino non vuole vedere e stare con un genitore, in questi casi, il padre. La Ruggieri si risponde da sola “ Non c’è, sono illazioni”.
Il rifiuto di un bambino non viene indagato con scrupolo e rispettando le normative.
Continua “dov’è la prova che la mamma abbia alienato questo bambino e che, quindi, lo abbia manipolato, o che gli abbia fatto il lavaggio del cervello?” Ed aggiunge “i processi si basano, in questo caso, unicamente sulle CTU che spesso sappiamo essere false o basate su queste teorie ascientifiche, come la Pas; è un circolo vizioso che non è legale”.
Precisa l’avvocato “non è legale perché non è basato su quello che ci viene insegnato, sullo stato di diritto, su fatti, processi e prove” ed aggiunge che “il rimedio è anche peggio della presunta patologia”, un bambino strappato ai genitori accudenti e pieni di amore nei loro confronti è, e resterà, un trauma a vita. “Ma a chi piacerebbe, anche da adulto, andare in una casa famiglia, essere strappato dal proprio ambiente, dalla propria madre, dai propri amichetti, dalla scuola? Che colpa ha questo bambino? Nessuna. È una cosa aberrante”, sottolinea.
“Noi ci opponiamo, innanzitutto chiediamo che venga tirata fuori dai Tribunali la Pas in tutte le sue declinazioni e soprattutto che venga vietata questa forma di affidamento coatto tramite ablazione del minore e deportazione in case famiglia”.
Conclude la Ruggieri chiedendosi se è peggio essere affidato ad una casa famiglia o al padre violento, “al genitore abusante, veramente manipolatore e maltrattante”.
di Giada Giunti
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