“Quale ormai consolidata tradizione da epilogo capitolino, il 17 agosto nell’Aula Giulio Cesare, si è chiusa nel modo più inglorioso l’era Raggi, con una sonora bocciatura dell’ordine dei lavori, tra il livore di un M5s senza più identità e la speranza dell’opposizione di centrodestra in un imminente cambio di registro”. Lo dichiara il candidato in Campidoglio nelle liste della Lega Michel Maritato che, in tandem con il magistrato Simonetta Matone, si fa portatore di una significativa svolta tra i banchi dei consiglieri capitolini. “Del desolante ultimo spettacolo di una maggioranza ridotta a brandelli, ormai inesistente e allo sbando, che affastella provvedimenti chiave come il riassetto delle partecipate, sperando nel voto dell’ultimo momento – accusa Maritato – ne avremmo volentieri fatto a meno. Tematiche di estrema importanza, che avrebbero richiesto opportuni approfondimenti, analitico studio e condivisione, sono state relegate per anni nel limbo, sperando in una tardiva e provvidenziale condivisione dell’Aula che, fortunatamente non è arrivata”. Il candidato chiarisce ancora: “Soltanto una totale ingenuità, imperizia, impreparazione, ha potuto indurre la sindaca in scadenza Raggi e la sua ormai ridotta compagine a rimediare in extremis a ritardi, inefficienze e incapacità. Dobbiamo essere grati a quei rappresentanti dei cittadini romani che, in un finale moto di orgoglio – conclude il candidato – hanno evitato ai morituri grillini, con 26 voti contrari contro i 18 della sparuta truppa M5s, di incamerare l’approvazione di qualche atto quale bottino dell’ultima ora da esibire come successo politico in campagna elettorale