Roda, Amina, Laura, Michela, Francesca, Raffaelina, Rita, Simonetta, Francesca, mamme, zie, nonne, amiche, un coro unanime per dire basta ai sequestri dei bambini e chiedere il ritorno immediato dei figli allontanati dalle proprie mamme.
Si sono riunite nel primo dei due giorni di manifestazione, il 30 agosto in piazza di Montecitorio, per urlare “in silenzio” il dolore che accomuna molte di loro per questo dramma del secolo, gli allontanamenti dei figli dai genitori, per la maggior parte riportandosi alla Pas (sindrome di alienazione parentale), più volte ribadito essere costrutto ascientifico anche dalle recenti sentenze della Corte di Cassazione, requisitoria del sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, ordinanza del 17 maggio della stessa Cassazione. Ma nonostante ciò viene utilizzata per allontanare in maniera violenta i bambini delle mamme per affidarli a case famiglia lautamente pagate o ai padri violenti che spesso ne hanno prima chiesto il collocamento in casa famiglia. Tutto in violazione delle normative vigenti.
Abbiamo ascoltato la loro voce, visto le loro lacrime ed abbracci, un dolore intenso che pervade le mamme in piazza, perché private dei loro figli, nipoti.
Nonna Simonetta, la mamma di Laura Massaro, 8 anni “vissuti” nei tribunali e con numerose figure istituzionali che hanno impedito una serena crescita di un bambino e della sua famiglia.
Comincia così il racconto di nonna Simonetta che da anni combatte al fianco della figlia Laura per impedire il prelievo coatto del proprio nipote “ mia figlia è stata accusata di essere una mamma alienante e simbiotica da una CTU, una CTU che ha scritto il falso sé e per questo motivo è stata fatta decadere dalla responsabilità genitoriale”. Per questo motivo, ci racconta nonna Simonetta, il nipote rischia il prelevamento coatto dalla casa dove ha sempre vissuto con la mamma ed i nonni materni. Dal 4 giugno sono chiusi in casa ci racconta la nonna, il piccolo è ovviamente terrorizzato, ha paura, ha trascorso una intera estate chiuso in casa. Veramente il piccolo con la famiglia hanno trascorso e trascorrono anni di paura da circa 8 anni.
“ La Ctu è stata denunciata, è sotto indagine della Procura, però il prelevamento non è stato bloccato”.
Il 3 gennaio 2020 la Corte d’Appello (a firma della presidente Franca Mangano) ha accolto il ricorso della Massaro e modificato il decreto emesso dal TM di Roma, motivando anche che non c’erano le condizioni e presupposti per un allontanamento del bimbo dalla madre, attesa pure la malattia di cui soffre il piccolo.
Nonostante ciò è stata decisa una terza CTU che “è durata praticamente due ore; parlando del più e del meno col bambino ha previsto un rischio evolutivo”. Una CTU peraltro gratuita, ci spiega Simonetta che non doveva essere neppure valutativa, invece ha ribaltato una sentenza della Corte d’Appello e richiesto nuovamente il collocamento in una casa famiglia per il piccolo che vive da anni il terrore di essere strappato dalla mamma, dai nonni, dalla sua casa, dai suoi amici.
Mamma Laura è ricorsa nuovamente in Corte d’Appello che questa volta ha disconosciuto uno stesso provvedimento emesso dalla medesima Corte nel gennaio 2020 e le ha comminato la decadenza della responsabilità genitoriale, rigettando il ricorso, così nonna Simonetta racconta ai nostri microfoni. Un TM che non rispetta una autorità superiore come la Corte d’Appello ed una Corte d’Appello che non fa rispettare la propria sentenza emessa, ribaltandola completamente.
Simonetta si chiede ed in molti si chiedono anche come sia possibile che “ è stato nominato il collegio l’8 luglio ed il 9 già avevano fatto il decreto, in una giornata. Avevamo consegnato 150 pagine di ricorso, 50, 60 allegati.
Dal 4 di giugno siamo segregati in casa perché il bambino ha paura di uscire, hanno provato a prelevarlo 4 volte, due volte il 5 luglio e due volte il 22 luglio con una marea di poliziotti, tutore, curatore e assistenti sociali.”
Ed ancora si domanda nonna Simonetta come sia possibile che sia nel 2013 che nel 2018 ed oggi nel 2021 parlano ancora di “rischio evolutivo”. Se il rischio fosse diventato una realtà, dopo 8 anni non potremmo più parlare di rischio. “ In 8 anni questo rischio evolutivo non si è mai verificato, ad oggi siamo sempre nelle ipotesi, cioè fanno delle previsioni tipo astronomiche”, dice Simonetta, che aggiunge che “siamo braccati dalla Polizia”.
Continua Simonetta facendo presente che la figlia si è recata in un centro antiviolenza su richiesta dei servizi sociali, è ed stato fatto presente che al padre del bimbo è stato permesso di “ mettere un investigatore privato e un GPS sulla macchina per localizzarci, cioè il Tribunale dei Minorenni questa cosa la sa, è agli atti”. E’ il paragone con la vittima di femminicidio siciliana Vanessa Zappalà arriva, “ce l’abbiamo anche noi sulla macchina”, il Gps.
Abbiamo riscontrato che numerose madri a cui hanno allontanato i figli sono state seguite ed intercettate anche con l’utilizzo di Gps.
Conclude Simonetta con una domanda a cui tutti vorremmo che la risposta sia diversa “ qualcuno sta facendo qualcosa? No nessuno fa niente, poi ci lamentiamo che la ragazza è stata uccisa, aveva il GPS sulla macchina mi sembra che succede frequentemente e nessuno fa niente”.
Che le Istituzioni diano risposte concrete e celeri per riportare i minori dalle mamme prima che l’intera esistenza sia distrutta.
Raffaelina, arriva da Livorno, ci racconta la sua storia. Due bambini allontanati a cui hanno riferito che i genitori erano morti ed oggi uno dei due è collocato in una casa famiglia. Ci parla della Serinper, cooperativa finita sotto inchiesta.
Francesca Romana Cristicini