Archivio Desaparecido è un progetto del Centro di Giornalismo Permanente curato da Elena Basso, Marco Mastrandrea e Alfredo Sprovieri. Le video-interviste dall’Argentina e dal Cile sono state realizzate da Erica Canepa e Luis Clarismino Alve Junior. Il progetto grafico è di Stefano Sbrulli. Alcune delle interviste pubblicate nell’Archivio, per la loro forza, sono state pubblicate su il Manifesto, La Repubblica e Left.
Un sito internet, un podcast prodotto da Radio3 e un libro edito da Nova Delphi: Il progetto è stato presentato ieri sera a Roma presso la Casa Argentina, che è una delle location internazionali più suggestive di Via Veneto, durante una serata di dibattito con gli autori, Giulia de Luca, famosa giornalista di Radio3 e Franco Ippolito, magistrato di vecchia data e di grande carisma, oggi Presidente della Fondazione Basso.
Uno straordinario progetto di memoria attiva del Centro di giornalismo permanente, un collettivo di giornalisti freelance nato a Roma nel 2018. Iniziata nel 2019, l’inchiesta è stata finanziata da Etica Sgr, e da un crowdfunding realizzato su Produzioni dal Basso.
I tre autori vivono e lavorano a Roma. Elena Basso è una giornalista freelance ligure, specializzata nel raccontare l’America Latina. Classe 1991, i suoi reportage dall’Argentina, Uruguay e Cile sono stati pubblicati fra gli altri da Il Manifesto, La Repubblica e L’Espresso. Marco Mastrandrea è originario di Salerno, ed è anch’esso un giovane giornalista freelance specializzato in visual journalism. Ha collaborato con emittenti televisive e con testate italiane e internazionali. Invece Alfredo Sprovieri è un classe 1982, viene da San Pietro in Guarano, in provincia di Cosenza. Si forma come giornalista in Calabria con inchieste narrative sui fenomeni di trasformazione sociale, coprendo sul campo fatti di cronaca e curando da redattore centrale guerre di mafia e terremoti politico-giudiziari. Poi lascia Cosenza e si trasferisce a Roma dove scrive di cronaca e politica estera. Nel 2018 pubblica per Mimesis Edizioni il suo primo libro, un’inchiesta non-fiction dal titolo: “Joca, il ‘Che’ dimenticato”, la prefazione è di Goffredo Fofi. Nel 2019 vince il Premio “Camminare insieme” istituito dall’Anpi”.
“Archivio Desaparecido – ci spiega Sprovieri a margine del dibattito- è un’inchiesta giornalistica sui desaparecidos di origine italiana che, attraverso il racconto di alcuni protagonisti di quelle vicende, aiuta a riflettere su temi cruciali ancora oggi, quali le migrazioni, l’impunità, la trasmissione delle memorie traumatiche e le complessità del ritorno alla democrazia in molti paesi dell’America latina”.
-A chi è diretto il vostro saggio?
“A chiunque abbia voglia di capire cosa sia stato questo periodo nero della storia mondiale. Un orrendo crimine del’900 che oggi produce posti vuoti a tavola in centinaia di famiglie italiane e nemmeno una tomba al cimitero per piangerli”.
-Può usare una battura per spiegare l’emozione della serata?
“Per la prima volta le loro biografie sono state ricostruite grazie a documenti giudiziari e a testimonianze dirette dei familiari, dopo anni di lavoro dare voce a questa storia è una bella soddisfazione e siamo felici di presentare il nostro lavoro in questo ”.
Archivio Desaparecido, presentato proprio ieri sera, 11 settembre tragico anniversario del golpe cileno e dell’attacco terroristico delle Torri Gemelle a New Yok- , è quindi un libro pubblicato da Nova Delphi (https://bit.ly/2X0jXhv), un podcast prodotto da Radio Tre e un archivio multimediale, libero e gratuito (https://www.archiviodesaparecido.com/home/), che raccoglie oltre 30 interviste realizzate in Italia, Argentina e Cile. Fra gli intervistati, ricordiamo: Enrico Calamai, Vera Vigevani Jarach, Aurora Meloni, Maria Paz Venturelli, Mariana Maino, Jaime Donato e Alejandro Montiglio.
Tutto nasce quasi per caso: “Il 24 marzo del 2019 abbiamo deciso di costruire un archivio, disponibile e gratuito per tutti, che raccogliesse le storie dei Desaparecidos delle dittature sudamericane degli anni ‘70 di origine italiana e degli esuli rifugiati nel nostro Paese – aggiungono gli autori, già l’anno scorso vincitori del Cross border cooperation Prize per l’inchiesta “I Fuggitivi” – Quanti sono? Chi erano? Cosa ne è stato di loro? Ascoltare per due anni le storie di giovani che lottavano per le proprie idee a costo della propria vita e dei familiari che non hanno mai smesso di battersi per ottenere giustizia è stato un grande privilegio. I regimi militari hanno cercato di cancellare un’intera generazione durante gli anni ’70, ma sono vite ed esempi impossibili da eliminare. Per questo motivo abbiamo deciso di raccontarvi le loro storie”.
Un saggio di una forza espressiva straordinaria, che vale la pena di leggere, di assaporare, perché dentro c’è la storia palpitante di un popolo disperato e di intere generazioni di uomini e donne in balia della violenza più deprecabile. Un inno alla democrazia dei popoli, alla libertà degli Stati, contro ogni forma di dittatura possibile