In Italia, la possibilità di cura, se si soffre di un disturbo del comportamento alimentare (DCA), è affidata alla fortuna e al caso. Se prima della pandemia la situazione era grave, ora è disastrosa. La sanità ha certamente dovuto gestire una straordinaria emergenza negli ultimi due anni, ma non si può tollerare che i ragazzi continuino a morire nell’attesa che si liberi un posto per potersi curare: dati dell’Osservatorio Asl Roma 1 rivelano infatti un aumento del 231,7% delle richieste di presa in carico nella fascia 12-17 anni confrontando i 15 mesi precedenti il primo lockdown (gennaio 2019 – marzo 2020) e i 15 mesi successivi alle prime riaperture (maggio 2020 – luglio 2021)
Per questi motivi, il neonato Movimento Lilla, formato da genitori di ragazzi e ragazze affetti da disturbi del comportamento alimentare (DCA), da pazienti guariti, da attivisti vicini a questa causa, affiancato da medici esperti di queste patologie, da sempre in prima linea per vincere questo male oscuro, ha organizzato venerdì 8 ottobre alle ore 11,00 una manifestazione davanti al Ministero della Salute, in Piazza Castellani, a Roma, per chiedere che la cura dei DCA disponga di un budget autonomo e vincolato per ogni regione italiana e che ogni regione sia tenuta a dotarsi dei livelli essenziali di assistenza per queste malattie che, per numeri e complessità, non possono essere accorpate economicamente al budget di psichiatria come accade ora
In questo preciso momento, le liste d’attesa per una prima visita in molte regioni italiane sono di oltre tre mesi, se il paziente o la paziente è minorenne e di cinque-sei mesi per i maggiorenni, mentre sappiamo che la possibilità di guarigione da anoressia bulimia e binge eating è direttamente proporzionale alla tempestività delle cure. Quello che accade nell’attesa, invece, è che ragazze e ragazzi si aggravano, in un meccanismo perverso che li porta a lasciarsi andare alla malattia per poter essere degni delle cure di cui hanno un disperato bisogno
Mentre interi reparti ospedalieri e residenze vengono smantellati o trasferiti o, come succede anche nell’Istituto Auxologico Italiano Ircss, a Piancavallo, dove il Dott.Leonardo Mendolicchio medico psichiatra e psicanalista è Responsabile Uoc Riabilitazione DCA, da sempre in prima linea per dare risposta ai pazienti di tutta Italia affetti da queste patologie, che versano in condizioni gravi, nonostante gli onerosi limiti normativi imposti dalla Regione Piemonte, mentre le morti non si fermano, le istituzioni rispondono all’emergenza con un silenzio assordante
E’ infine necessaria una formazione adeguata degli operatori che si occupano di queste patologie e un lavoro consistente e organico di informazione e prevenzione. Prima di tutto, è tuttavia urgente garantire cure adeguate e tempestive su tutto il territorio italiano. Perché di anoressia, bulimia e binge eating si muore e si muore non perché siano malattie incurabili, ma perché non ci si può curare subito e bene. Hanno confermato la loro partecipazione, tra gli altri: Leonardo Mendolicchio (psichiatra, psicoterapeuta, direttore Riabilitazione Uoc DCA Istituto Auxologico, Piancavallo, direttore scientifico Comunità Lo Specchio Iglesias), Stefano Tavilla (presidente Mi Nutro di Vita), Mariella Falsini (Presidente Associazione Perle Onlus), Maruska Albertazzi (autrice, regista e attivista), Carlotta Fiasella (modella e influencer), Lisa Guidi (psichiatra, psicoterapeuta, presidente Sisdca Toscana), Laura Dalla Ragione (psichiatra, psicoterapeuta, direttore rete DCA Usl 1 – Umbria), Armando Cotugno (psichiatra, psicoterapeuta, direttore Uosd DCA della Asl Roma 1), Alba Toninelli (youtuber, influencer), Enrico Prosperi (medico, psicoterapeuta, presidente Siet), Emanuela Giordano (regista, autrice), Valeria Lusztig (scrittrice, attivista), Francesca Lazzari (presidente Così come sei Onlus), Manuela Romagnoli (neuropsichiatra e psicoterapeuta).
Francesca Romana Cristicini