In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Tempo da aspettare” abbiamo fatto una chiacchierata con Domenico Barreca.
Domenico Barreca, in arte BARRECA, nasce nel 1986 a Taurianova (RC) e nutre fin da giovanissimo un amore viscerale per la “canzone d’autore” italiana. Si laurea in “Musica, Spettacolo e Tecnologia del Suono” presso il Politecnico di Vibo Valentia con una tesi di ricerca sulla “scuola genovese” e successivamente si specializza in canto pop seguendo corsi e seminari tenuti da vari professionisti del settore. Nel 2012, con il suo primo progetto musicale NABANA, vince la III Edizione del contest per Artisti e Band Emergenti del MEI di Faenza. Il 23 ottobre 2020 pubblica il suo primo singolo come BARRECA, “La parola noi”, e il relativo videoclip, girato da Giacomo Triglia. Il 4 dicembre è la volta di “É tutto qui”, singolo che farà da apripista a “Dall’altra parte del giorno”, il primo album di inediti, uscito il 19 gennaio. Nell’estate del 2021 riceve il “Premio Migliore Nuova Proposta” di Fatti di Musica e si cimenta nel “Dall’altra parte del giorno TOUR 2021”, durante il quale ha aperto la tappa di Rende di Colapesce e Dimartino e ha duettato con l’artista Peppe Voltarelli. Ecco cosa ci ha raccontato.
Periodo di gran belle soddisfazioni per te Barreca. Con il recente tour hai infatti calcato i più suggestivi palcoscenici regalando con le tue interpretazioni emozioni davvero uniche. Sei soddisfatto dei risultati raggiunti?
«In questi giorni ho realizzato quello che è successo. Quando è nato questo progetto ho sempre messo al primo posto l’idea di poter realizzare dei live perché questa è la mia connotazione, riuscire a esprimermi e a raccontare il mio mondo a chi viene ad ascoltarmi. Desidero raccontarmi, la cosa che tengo a sottolineare è che mi sono sentito a casa, circondato da grandi musicisti e da persone che mi hanno protetto in quanto amici e persone che condividono il palco con me da tantissimi anni. Sono soddisfatto perché è stata una bella unione quella tra il pubblico, che ha risposto in maniera positiva, e me stesso, che ho avuto l’opportunità di regalarmi emozioni indescrivibili».
Il tuo nuovo singolo racconta dell’abbracciare la dilatazione del tempo: tu riesci a farlo nel tuo quotidiano?
«Questo brano ha la capacità di appartenermi in maniera totale. Per anni ho vissuto ingabbiato dall’ansia dello scorrere del tempo e dall’ansia in generale. Questo mi impediva di gioire delle sensazioni più primordiali e belle che gli eventi mi offrivano, allora nell’ultimo anno, grazie anche all’album “Dall’altra parte del giorno”, ho iniziato a capire che la dilatazione del tempo poteva essere una chiave importante per godersi le sensazioni e l’attesa di qualcosa di bello in procinto di arrivare. Ho capito che questo poteva avvenire solo con armi efficaci e semplici, il sorriso che è una forma d’arte per cui io provo profondo rispetto e la gentilezza che è un gesto profondamente rivoluzionario al giorno d’oggi. Non lo faccio nel quotidiano, ma mi regalo lampi di dilatazione del tempo e di serenità che mi permettono di godere a pieno di ciò che la vita mi offre».
Quanto tempo ha richiesto la sua realizzazione?
«Abbiamo lavorato durante l’estate tra una data del tour e l’altra, c’era sempre la volontà di rifugiarsi in studio, per lavorare a questo brano, diciamo che è stata la colonna sonora dell’estate e ha per questo motivo una doppia valenza».
Il brano contiene sonorità tipiche degli anni ’90: da chi vi siete fatti ispirare in fase di produzione?
«Di base c’è questa volontà fortemente vintage, Riccardo Anastasi che lo ha arrangiato in maniera straordinaria, poi Benedetto Demaio ha scritto il testo e la musica unendosi alla volontà di generare questo tipo di musica. Noi veniamo da quel mondo, siamo fortemente legati a quel sound, inoltre il brano richiedeva quel mood che siamo stati in grado di ricreare. A livello di influenze si percepisce Mina degli anni ’90 e un tocco di Ivano Fossati e Lucio Battisti con sonorità degli anni ’80. C’è questo clima che risulta coerente con il mio gusto, con ciò che sono e con quel che volevo esprimere».
Recentemente hai condiviso una serata del tour di Colapesce e Dimartino aprendo proprio il loro concerto con i tuoi brani. Puoi raccontarci un particolare di quella serata che ti è rimasto nel cuore e perché?
«È stato un bel battesimo di fuoco Patrizia. Mi sono ritrovato su un palco davanti a un pubblico che non mi conosceva e che non si aspettava di trovarmi È stato davvero qualcosa di energico e di bello, tanti applausi e apprezzamenti, me la sono proprio goduta. Ci sono tanti aneddoti, ho fatto una full immersion con i ragazzi della band e con gli amici che sono venuti ad ascoltarmi. Ci sono tante cose che rimangono nel cuore, ma sicuramente quel che mi sento di citare è stato l’incontro con Dario Brunori, artista che io stimo tanto. C’è stato uno scambio bello e sincero, lui ricordava di quando, dodici anni fa, avevo predetto dopo averlo visto nella mia città che sarebbe diventato uno dei cantautori più importanti del panorama italiano».
Quali saranno i progetti futuri che ti vedranno protagonista?
«Ci sono brani sui quali stiamo lavorando, magari si trasformeranno in un disco, chi può dirlo, resto soddisfatto della direzione che stiamo prendendo, “Tempo da aspettare” è un’anteprima. Resta la volontà di girare l’Italia in lungo e in largo con un tour invernale».
Guarda il videoclip:
Di Patrizia Faiello