Sarà presentato in anteprima assoluta martedì 19 ottobre, alle ore 21:30, presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma, il documentario “Inedita”, diretto dalla regista trentina Katia Bernardi. Incentrato sulla scrittrice Susanna Tamaro, il film vede la partecipazione di Roberta Mazzoni, Lorenzo Tamaro, Vicki Satlow e Marko Sosič, è prodotto e sarà distribuito dalla GA&A Productions ed è stato realizzato in collaborazione con RAI Cultura e con Trentino Film Commission, con il sostegno di Fondazione Luca e Katia Tomassini e Montura.
Susanna Tamaro è una delle scrittrici italiane più lette di tutti i tempi, autrice di “Va’ dove ti porta il cuore”, caso editoriale da 18 milioni di copie vendute nel mondo. Una donna di successo ma lontana dai riflettori, 30 anni di carriera segnati da una sindrome invisibile che non le era stata diagnosticata fino a pochi anni fa: Asperger. Il film è un viaggio nei luoghi e nel mondo creativo di Susanna Tamaro: un ritratto intimo e scanzonato di una donna straordinariamente “Inedita” che per la prima volta si racconta senza filtri.
Dopo trent’anni di vita pubblica e trenta libri all’attivo, Susanna Tamaro ha deciso di togliere la maschera con la quale si protegge da sempre, dichiarando di voler smettere il suo personaggio pubblico, per essere semplicemente Susanna. Togliendo così quel filtro protettivo che ha contribuito a renderla ostile al mondo, che nasconde una verità alla quale da poco ha potuto dare un nome, riconducibile ad un disturbo che per tutta la vita l’ha fatta sentire diversa, e che ora sente di poter condividere: la sindrome di Asperger. Con “Inedita”, Susanna ha deciso di ripercorrere le tappe importanti del suo percorso insieme all’amica di una vita, la sceneggiatrice Roberta Mazzoni. Un viaggio a ritroso, dal silenzio delle montagne innevate del Trentino, dove ogni anno si ritira per scrivere, all’assolata campagna umbra, immersa nel ronzio dei grilli, dove vive oggi con Roberta e con la propria famiglia allargata, alle dolorose memorie d’infanzia nella Bora di Trieste, la città natale, mentre segue la danza in mare delle meduse. E infine a Roma dove è avvenuta la sua formazione professionale e l’iniziazione alla letteratura.
Ma “Inedita” è soprattutto il racconto di quello che va oltre Susanna Tamaro scrittrice, tutto quello che non c’entra con l’idea che abbiamo di lei. Una donna divertente, fragile ma determinata, leggera, pop, fuori dagli schemi e per questo difficilmente etichettabile. Un prototipo di essere umano, piena di passioni: cintura nera di arti marziali, entomologa, esperta collezionista e appassionata di biciclette, sciatrice, canoista, pittrice, tiratrice al poligono, agricoltrice ed apicultrice. Un folletto inconsapevole che per definirsi cambia continuamente il proprio abbigliamento, in un caleidoscopio di colori. Una donna libera, inafferrabile, assetata di vita, di parole, di storie, in perenne movimento.
La regista ci spiega: “Inedita nasce dall’incontro e dall’amicizia con Susanna. Un viaggio insieme che è iniziato oltre due anni fa, in una splendida giornata tra le montagne innevate del Trentino. Susanna mi è apparsa dietro una curva con una slitta in mano: “Andiamo”– mi ha detto – c’è una bellissima pista per slittini”. Non l’avevo mai incontrata e già da subito capii che sarebbe stato un incontro fatale, un incontro in slitta! Durante quella lunga passeggiata di quasi due ore, mentre io arrancavo e Susanna, da donna sportiva, camminava come se nulla fosse, ci siamo svelate. Il cuore mi batteva forte anche perché ora mi dovevo buttare giù per la discesa e mentre Susanna era già arrivata in fondo, io scendevo a rilento con tutti che mi sfrecciavano accanto ed io con la paura di schiantarmi contro un albero: una scena molto cinematografica.
In fondo Inedita è un po’ questo: una salita verso la vetta per conoscerla, seguita da una discesa a velocità forsennata nel mondo fantasmagorico di Susanna. Da quel primo giro in slitta è nata una profonda amicizia, un’urgenza mia nel volerla raccontare e sua nel raccontarsi. Il desiderio di ritrarre un personaggio da sempre schivo di fronte al mondo dei mass media, quasi sfuggente, sulla quale pesava un forte pregiudizio. Nel mio percorso professionale Inedita rappresenta un nuovo racconto con al centro la storia di un modello femminile diverso, una donna fragile, ma determinata e coraggiosa, che ha saputo ingannare l’Asperger usando la scrittura come mezzo e allo stesso tempo come canale espressivo”, conclude Katia Bernardi.
di Marcello Strano