Generale Pappalardo, l’operazione Tuono è fallita? “Macché, la gente non ci crede che abbiamo fatto un verbale di questo tipo, è una bomba, imbecilli..”
La “bomba” che il generale in pensione Antonio Pappalardo sventola da un palchetto allestito in piazza San Giovanni, sotto la basilica, è un “atto di arresto”, una denuncia che lui ha fatto alla Digos di Roma in cui ha fatto scrivere che “Mattarella è un abusivo, come Draghi, come tutto il Parlamento: ora li devono arrestare”
Ma, generale, dov’è il popolo che ha promesso di portare in piazza? Ci sono sì e no cinquanta persone ad ascoltarla…
“Dalla nostra abbiamo l’atto- risponde a fine giornata- adesso ci vuole il popolo…”. Eh, appunto, quello che manca.
E dire che la giornata era iniziata diversamente.
L’operazione Tuono scatta alle 14 di ieri, un caldo mercoledì romano. Si capisce subito che è un’adunata per pochi intimi. Il problema del distanziamento non si pone
“Noi restiamo qui a oltranza- dice il generale Pappalardo quando in piazza ci sono un centinaio di persone- stiamo aspettando altra gente”. Le ore passano, ma invece di diventare di più, i gilet arancioni diminuiscono
L’operazione era stata preparata nei minimi dettagli, come documentato sui social nei giorni precedenti. “Se siamo quattro gatti, non possiamo fare niente. Ma se siamo tantissimi e se polizia e carabinieri non arrestano gli abusivi, li licenziamo, perché siamo il popolo sovrano”, diceva in un video alla vigilia della manifestazione
Profetico: a metà pomeriggio sono quattro gatti. Ma Antonio Pappalardo non si scoraggia. Come potrebbe? Lui che ha arrestato Ettore Rosato, messo a ferro e fuoco Montecitorio, si è scazzottato col papà di Alessandro Di Battista, ha trascinato cinquecento persone in piazza del Popolo, dove svenne e fu portato dai militanti con un corteo di auto e moto che neanche Jfk
Alle 17.30, quando il generale sale sul palco (“Ora parla il nostro presidente, onorevole, maestro”), ad ascoltarlo ci sono sì e no cinquanta persone. Indossa una camicia celeste, giacca blu, pantalone rosso e un papillon arancione a puntini bianchi. “Noi non ci muoviamo fino a che non li arrestiamo”, si legge sui cartelli che esibiscono alcune persone comodamente sedute sul prato. Pappalardo aveva promesso un corteo fino al Quirinale per arrestare Mattarella. I suoi sono pronti alla marcia, pronti a seguire un carabiniere in congedo dal 2006, che dallo scorso 27 settembre non può più farsi chiamare generale perché l’Arma ha deciso di togliergli i gradi
“Mi hanno rimosso dal grado perché hanno il terrore di me- spiega- perché io non scherzo. Mi hanno rimosso dal grado perché ho detto ai bambini ‘toglietevi la mascherina’. Avessi stuprato la moglie… la moglie no… la figlia di Mattarella, posso capire: hai stuprato la figlia del presidente ti rimuoviamo dal grado…”. Come? “Io sono considerato il più grande ufficiale dei Carabinieri dai Carabinieri e questo li fa tremare. Non hanno capito che sono un uomo diverso, pieno di cultura, un maestro musicale”
Ne ha per tutti, soprattutto Mattarella, Draghi e Speranza:
“Sono tutti abusivi. Draghi è un dittatore del nuovo ordine mondiale e l’Italia da domani si chiamerà Draghistan”. Qualcuno applaude. “Cari amici, oggi potremo essere duecento persone ma domani potremmo trovare una piazza con due o tre milioni di persone…”. Ad ascoltarlo ci sono decine di poliziotti in borghese
Il rapporto tra manifestanti e forze dell’ordine, a occhio, è uno a uno. Lui racconta del raffreddore che ha preso perché, sprovvisto di green pass, lo hanno fatto cenare fuori.
“Mi sono curato con la spremuta di limone. Ho preso il Covid? E
che ne so…”. Dall’influenza al sesso. “Ci hanno detto di fare il sesso a distanza di un metro: ci ho provato ma non ci sono riuscito. Ho detto alla mia compagna ‘dammi una mano’, ma non ce la faccio a fare l’amore a un metro!”.
Il tempo passa, il sole tramonta. “Vi posso garantire che ci sono marescialli dei Carabinieri e anche della Polizia che mi hanno detto ‘se mi vengono i cinque minuti io faccio il primo passo'”
Lui ha ben chiaro da dove iniziare: “Andiamo al Quirinale ad arrestare Mattarella!”. La platea si scalda.
Finalmente parte il corteo in direzione del Colle? No, fermi tutti, dove andate? Dietrofront: “Questo è un atto che deve fare il popolo sovrano- frena all’improvviso il generale- se ci sono tre milioni di persone qui allora il popolo va ad arrestare Mattarella, diversamente io non vado ad arrestare nessuno”
Ah. Facce sbigottite all’ombra della basilica. Ma come, è il segnale per la ritirata? “Non andiamo a fare cortei, noi stiamo qui fimché non siamo milioni. Il popolo sovrano attende qui gli arrestati, noi non andiamo da nessuna parte. Il popolo sta qui e attende gli arrestati qui”. Venti minuti dopo in piazza non c’è più nessuno
Francesca Romana Cristicini