Non si può inneggiare alla mafia, né far passare messaggi deviati ai giovani di vicinanza ai clan della malavita, attraverso canzoni, social network o manifestazioni pubbliche
Sembra una cosa ovvia, eppure c’è voluta una specifica proposta di legge (in particolare la “Modifica all’articolo 414 del codice penale, in materia di circo?stanza aggravante dell’istigazione o dell’apologia riferite al delitto di associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazioni di tale natura”), prima firmataria la parlamentare Stefania Ascari (5 Stelle), per sollevare il problema
“E’ una proposta che risponde a tutte le perplessità e rimostranze che abbiamo sollevato negli ultimi anni – afferma soddisfatta Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato dei collaboratori di Giustizia (Co.G.I.) -. Sono posizioni nelle quali ci rispecchiamo e che sosteniamo convintamente. Per questo ci facciamo promotori affinché gli altri partiti di governo, ma anche l’opposizione, ne valutino l’opportunità. Qui non si tratta di bandiere né di schieramenti, ma di ribadire con forza le regole democratiche di uno Stato che voglia dirsi civile, di evitare che la subcultura che inneggia alla criminalità possa fare breccia nel tessuto sociale, ancor più specificamente trai giovani”.
La proposta di legge contempla, nelle premesse, gli “inchini” ai boss mafiosi durante le processioni in Sicialia piuttosto che in Campania, i funerali stile Bollywood messi in scena da famiglie criminali romane, e anche le uscite di cantautori “che si fanno autori e interpreti di canzoni – è scritto – i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata, tanto da indurre alcuni soggetti istituzionali e sociali a pre?sentare esposti alla magistratura per chie?dere di accertare eventuali fattispecie di reato, tra cui l’istigazione a delinquere”.
“Un problema – prosegue Maricetta Tirrito – che proprio come Co.G.I. abbiamo sollevato l’estate appena passata quando a Ostia, già colpita duramente dalle indagini su Mafia Capitale, stava passando in silenzio l’organizzazione di concerti i cui protagonisti avevano espresso chiari riferimenti di vicinanza a famiglie criminali”.
È necessaria una presa di posizione forte da parte delle istituzioni – afferma la proposta di legge – in primis, da parte del legislatore, affinché si smetta di esaltare e, talvolta, di indicare come miti o “modelli” personaggi che sono solo dei criminali che spezzano vite, rubano e minacciano senza nessuno scrupolo. “Faremo di tutto – conclude Tirrito – affinché si affermi il principio che non si può inneggiare alla criminalità spudoratamente e senza conseguenze”.
Francesca Romana Cristicini