L’umanità sta vivendo in modo molto poco sostenibile, consuma molto rapidamente e la natura non riesce a rigenerare in tempi brevi, ciò causa: cambiamento climatico, impoverimento, contaminazione del suolo e delle acque. Lo sviluppo sostenibile soddisfa le necessità presenti senza compromettere le prossime generazioni.
Uno dei settori con maggiore impatto ambientale, si stenta a crederci, ma è proprio la moda. Per questo motivo grazie alle dibattute tematiche ambientali questo settore si sta adeguando adottando strategie aziendali che rendano il prodotto più sostenibile, attraverso l’introduzione di politiche green e filiere controllate per ridurre l’impatto e investendo sulla ricerca di materiali, lavorazioni, smaltimento fino al riciclo e riuso.
La creazione di prodotti con materiali sostenibili hanno un costo sia per il marchio che per il consumatore, ma se valutato nel lungo periodo questi costi possono essere ammortizzati da un ambiente più pulito e dal minor impatto ambientale.
Per optare ad un abbigliamento sostenibile bisogna tenere a mente alcuni punti come ideazione e creazione di prodotti sicuri e riciclabili. L’utilizzo di materiali naturali e meno inquinanti come le fibre naturali animali e vegetali. Anche le tinture devono essere a basso impatto ambientale con particolare attenzione allo smaltimento e durante la produzione ridurre le emissioni di CO2, mediante l’utilizzo di energie rinnovabili.
Proprio in merito a questo argomento, esistono varie tipologie di certificazioni che attestano la produzione sostenibile di beni e servizi. Le più diffuse sono: per il benessere animale, la RWS (Responsible Wool Standard) dove si attesta l’utilizzo di lana proveniente da allevamenti di pecore che soddisfano specifici requisiti in materia di benessere degli animali e gestione sostenibile del territorio mentre la RMS (Responsable Mohair Standard) garantisce che il mohair utilizzato per la produzione di un filato o di un tessuto proviene da aziende agricole che hanno un approccio sostenibile sia nella gestione della loro terra che dei loro capi. Per il tessile riciclato, la GRS (Global Recycled Standard) dove si attesta che l’azienda per ogni prodotto tessile è composto dal almeno il 20% di materiali riciclati e la produzione deve avvenire nel rispetto dei criteri ambientali e sociali per tutta la filiera produttiva. Per il tessile organico, la GOTS (Global Organic Textile Standards) è la certificazione che attesta l’utilizzo di fibre naturali provenienti da agricoltura biologica e la BCI (Better Cotton Initiative) certifica la creazione di prodotti tessili realizzati con cotone da coltivazione sostenibile.
In definitiva, scegliere la moda sostenibile è l’unica strada per salvaguardare l’ambiente, i diritti dei lavoratori e le scelte dei consumatori più consapevoli.
Eleonora Francescucci