Manovra da 180mila euro per i detenuti della Regione Lazio.
La Regione Lazio stanzia 180mila euro di risorse destinate a iniziative di sostegno del diritto allo studio e alla creazione di poli universitari, nonché all’ampliamento dell’offerta didattica digitale. La delibera approvata il 23 novembre non è però un caso isolato, ma si va a sommare ai movimenti delle precedenti settimane: lo stanziamento da 170mila euro per finanziare iniziative volte a fornire nuove competenze digitali a supporto dei percorsi trattamentali, e lo stanziamento da 550mila euro destinati alla riqualificazione degli spazi, a interventi di digitalizzazione e di adeguamento tecnologico per il miglioramento delle condizioni dei detenuti. Come ha dichiarato la proponente della proposta Valentina Corrado, Assessore al Turismo, Enti Locali, Sicurezza Urbana, Polizia Locale e Semplificazione Amministrativa, queste sono misure finalizzate al miglioramento delle condizioni della popolazione detenuta della nostra regione. Incentivare e promuovere gli studi tra i detenuti significa offrire nuovi stimoli e contrastare l’immobilità mentale. È importante ricordare come il carcere non è un luogo altro rispetto alla società, ma ne costituisce una parte integrante, al cui interno deve essere portato avanti un lavoro che garantisca ai detenuti la riabilitazione e la rieducazione in vista del reinserimento nella società. Implementare il bagaglio culturale e quindi dare strumenti di formazione e istruzione capaci di incentivare la riflessione ma anche agevolare l’instaurazione di relazioni umane, risultano così facoltà chiave da far sviluppare al detenuto. Destinatari della misura sono le Università che hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziari. Ad oggi hanno sottoscritto il protocollo l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università degli Studi Tor Vergata, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e l’Università degli Studi della Tuscia.
Aurora Mocci