Ricordare Adelina per denunciare ancora la violenza che colpisce le donne e che ci riguarda tutti.
Adele Sejdini è stata rapita quando aveva solo quindici anni ed era stata costretta ad entrare nel racket della prostituzione, gestita dalla mafia albanese. Nella sua vita è andata incontro a violenze di ogni genere, il suo corpo ne riportava tutta le cicatrici. Era invalida, e in Albania, dopo che la sua testimonianza ha fatto sì che quaranta dei criminali coinvolti nel racket venissero arrestati, non ci poteva tornare. Le sue condizioni fisiche non le permettevano nemmeno di lavorare, l’unica cosa che aveva chiesto allo Stato italiano era la cittadinanza, per poter continuare a vivere nel paese da cui risiedeva da molti anni. Neanche il suo tentativo disperato di darsi fuoco ha attirato l’attenzione dello Stato verso le sue richieste, questa ennesima dimostrazione di indifferenza era stata troppo per Adelina; così ha deciso di farla finita e si è buttata da Ponte Garibaldi. Adelina è morta l’8 novembre scorso, ma la sua battaglia no. “E’ per la responsabilità che tutte e tutti abbiamo nei confronti di Adelina, delle sue lotte contro le organizzazioni criminali e per riflettere sulla tratta a scopo di sfruttamento sessuale che Differenza Donna, insieme a Resistenza Femminista, organizza il 4 dicembre, dalle 17 alle 19 in piazza Giovanni De Matha a Roma, un raduno femminista al quale invita tutta la cittadinanza”. Così in una nota le due associazioni hanno dichiarato la loro volontà di portare avanti il ricordo di Adelina e della sua lotta. “Facciamo appello a donne, uomini, ragazze e ragazzi e tutte e tutti– dice la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli- Facciamo appello a chi non vuole arrendersi davanti alla violenza e alla criminalità e a chi vuole davvero reagire in memoria di questa donna coraggiosa e di tutte le altre che sappiamo essere ancora sotto la minaccia delle organizzazioni criminali. Scendete in strada con noi, per Adelina e per un mondo diverso da quello che le ha impedito di affermare i suoi diritti“.
Adelina, infatti, sapeva bene quanto la battaglia contro la violenza sulle donne e di genere comportasse la responsabilità di tutti, e in uno dei suoi ultimi video, carichi di rabbia, frustrazione e dolore, Adelina si rivolge a tutti con queste parole: “’Voi siate la mia voce, date voce a quello che è successo a me”.
Aurora Mocci