Roma, 14 dic. – “Preoccupati per crisi strutturale dei traffici, necessario fare il punto sul futuro occupazionale e sociale degli hub di Civitavecchia e Gaeta: temiamo pesanti ricadute”.
Così in una lettera Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti Lazio alle Istituzioni e a tutte le parti in causa “Le Strutture Nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno proclamato per il giorno 17 dicembre 2021 lo sciopero nazionale dei porti, con motivazioni fortemente impattanti e condivise: autoproduzione, sicurezza sul lavoro, fondo di accompagnamento alla pensione, modifiche art.18 l.84/94 e lavoro usurante. Tuttavia, argomentazioni così forti corrono il rischio di passare in secondo piano nei porti di Civitavecchia e Gaeta a causa della crisi strutturale dei traffici, accentuata dalla pandemia, in corso da diversi anni, e che a brevissimo tempo potrebbe sfociare in una grossa crisi sociale ed occupazionale”.
E` quanto si legge in una lettera inviata dalla Filt-Cgil di Roma e Lazio, dalla Fit-Cisl Lazio e dalla UilTrasporti Lazio, e indirizzata al Presidente e al Vice Presidente della Regione, Nicola Zingaretti e Daniele Leodori; ai parlamentari e alle parlamentari eletti nel Lazio; agli assessori alla Mobilità, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Mauro Alessandri, Claudio Di Berardino e Paolo Orneli; al Presidente dell`Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino; al sindaco di Civitavecchia, Enrico Tedesco. “Mentre nel porto di Gaeta bisogna consolidare i segnali positivi dei traffici in aumento- si legge nella missiva-, attualmente su Civitavecchia i pochi traffici strutturali presenti, in attesa della ripresa delle crociere, non consentono una visione ottimistica del futuro; solo una parte delle imprese portuali, delle società di interesse generali oltre che della stessa Compagnia Portuale di Civitavecchia, ha sospeso l`utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e senza tale strumento è forte la possibilità dall`inizio del prossimo anno di ristrutturazioni aziendali con procedura di licenziamento collettivo, non essendo il porto ad oggi nelle condizioni di assorbire all`interno del suo stesso sistema gli esuberi prodotti”.
“Si ritiene necessario chiedere alle Istituzioni- si prosegue- di aprire un ragionamento di sistema sui porti di Civitavecchia e Gaeta in un`ottica di vera programmazione di sviluppo dell`intera area portuale e retroportuale, adoperandosi come avviene in tutto il resto dei porti italiani a creare e favorire quelle condizioni ad oggi assenti”. I porti possono infatti rappresentare un volano se valorizzate in quanto “anello di congiunzione delle attività logistiche, produttive e distributive”. “Pertanto, dopo aver specificato anche il senso locale più ampio della protesta- si conclude- si richiede la convocazione urgente di un tavolo alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte e le istituzioni afferenti al territorio, al fine di individuare le giuste soluzioni necessarie al mantenimento della coesione sociale del territorio oggi fortemente a rischio ed individuare”.