In occasione dell’uscita del nuovo singolo, “Il Risveglio”, oggi abbiamo il piacere di conoscere meglio il giovane cantautore civitavecchiese Luca Carrubba.
Classe ’98 l’artista ha partecipato al “Cultural’mente Covo Festival 19” grazie al quale ha potuto partecipare, successivamente, alla 25esima edizione del MEI Meeting di Faenza.
Nel 2020 Luca inizia a collaborare con Giordano Tricamo, batterista e produttore di orecchio fine e incrollabile ottimismo che lo segue come manager e lo conduce a produrre il suo nuovo EP. All’ EP, prodotto esecutivamente dallo stesso manager, apportano la “firma” stilistica i produttori “Joe & Luke” nel corso delle sessioni registrate e missate da Paolo De Stefani presso il “Railway’s Recording” di Civitavecchia e della masterizzazione curata da Giovanni Versari a “La Maestà studio”.
Ciao Luca come nasce il tuo progetto musicale?
«Il mio progetto nasce dall’ansiosa esigenza di comunicare emozioni, trascorsi e desideri, scrivendoli e cercando di renderli musicali. Mi reputo da sempre una persona abbastanza sensibile, bersagliata da continui input dalla realtà, alcuni di gioia, alcuni di profonda meditazione. Questo mi dà continuo materiale sul quale lavorare, spesso tra cento fogli che getto nel cestino, qualche canzone si salva».
Qual è il messaggio che vuoi lanciare, con la tua musica, cosa senti e cosa vuoi comunicare a chi ti ascolta?
«Penso che uno dei concetti, che può essere maggiormente percepito nei miei brani, è quello dell’invito ad una sensibilizzazione, lasciando spazio ad una voce spirituale, che illumina una retta via. In alcuni brani si sente anche della rabbia, per trascorsi e per visioni che noi tutti abbiamo intorno. Credo che come ogni cantautore, l’unico vero messaggio che vorrei mandare è ‘riflessione e emozione’».
Recentemente hai pubblicato il tuo nuovo singolo “Il Risveglio”. Ce ne vuoi parlare?
«’Il Risveglio’ è uscito lo scorso 9 dicembre su tutte le piattaforme, devo dire che è un singolo che ha dato molta soddisfazione a me e a tutti i ragazzi che hanno lavorato per renderlo possibile. Volevo fosse la canzone più elevata, di tutto l’Ep. Ricordo di averla scritta durante i lunghi i giorni di lockdown, cercando ossessivamente una notizia di ripresa socio economica, di ritorno alla normalità che però non arrivava mai».
Al singolo si accompagna anche un videoclip. Cosa hai voluto fare emergere in modo particolare nella rappresentazione delle scene?
«L’idea era quella di interpretare il risveglio in maniera sarcastica, rispetto al titolo del brano, lasciando aperte più linee di interpretazione. La scelta della regia è stata affidata a Luca Laudi, in quanto vedendo anche dei suoi lavori passati mi piaceva il suo occhio e il suo stile. Dopo questo periodo di chiusura fisica e mentale siamo entrati in un periodo di “Rinascita” nel quale però stiamo sempre più trascurando valori e cultura. Il nostro protagonista è l’incarnazione della cultura, ed è intrappolato in una gabbia, la propria casa, che lo trattiene e lo costringe a perdersi in se stesso fino a portarlo all’estremo gesto del suicidio. La lettera che scrive però per noi rappresenta la trottola di Nolan in Inception cioè la chiave che lascia aperto il finale e che ci aiuta a creare il loop. Un loop di malessere che molte persone, ormai dimenticate, hanno subìto e continuano a subire e che noi in qualche modo volevamo ricordare e denunciare. Il regista ha scelto di girare tutto in slow motion e a mano libera per amplificare il senso di agonia. Anche la location sicuramente ci ha aiutato a girare il tutto in poco tempo, come anche la scelta dell’attore, che è stata abbastanza ovvia. Avevamo bisogno di qualcuno che con un solo sguardo arrivasse all’anima e Adamo è stato perfetto in questo, ad ogni take!».
Qual è stato il posto più bello in cui ti sei esibito? E quello più strano?
«Ci sono state due occasioni che desideravo fin da piccolo. Durante la mia adolescenza dicevo ai miei amici: “suonerò li dentro!. Si trattava del Teatro Comunale Traiano nella mia città e all’interno della Cittadella della musica sempre nella mia città natale. Due luoghi molto eleganti e culturalmente importanti. Spero di continuare a sognare, sempre più in grande e di trovarmi a vivere altre esperienze del genere».
Ci stiamo avvicinando alle festività natalizie cosa vorresti trovare sotto l’albero?
«Quest’anno sotto l’albero vorrei trovare la possibilità di portare la mia musica anche fuori dalla mia città. Magari un piccolo tour, mi piacerebbe molto esibirmi dal vivo e cantare i miei brani. Pensare di far ascoltare le mie storie a persone sempre nuove, mi esalta. Speriamo che la situazione pandemica migliori in breve tempo».
Qual è il tuo augurio per i nostri lettori?
«Auguro un sereno Natale a te Patrizia e a tutti i lettori di PaeseRoma con la speranza che il nuovo anno sia come l’alba e di Risveglio».
Guarda il videoclip al link:
Di Patrizia Faiello