Roma, 23 dic. – Con il Protocollo di intesa firmato dalla Regione Lazio con la Dna e la Dia, si costruisce un argine potente alle infiltrazioni criminali nell’economia regionale e afferma il principio che è possibile coniugare sviluppo e legalità
A tutela delle imprese sane e della dignità del lavoro, tutti i partecipanti agli appalti pubblici nel Lazio, relativi agli investimenti europei verranno sottoposti a verifica e monitoraggio da parte della Direzione Nazionale Antimafia e dalla Direzione Investigativa Antimafia
“Al Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e al Direttore della Dia dott. Maurizio Vallone va la nostra gratitudine per aver condiviso con la Regione Lazio questo percorso inedito di trasparenza e prevenzione nel contrasto ai sodalizi criminali. Siamo orgogliosi di inaugurare con la sottoscrizione di questo protocollo una nuova stagione di contrasto alle mafie che auspichiamo possa essere replicabile nelle altre regioni. Gli appalti pubblici costituiscono uno degli obiettivi di interesse strategico delle organizzazioni mafiose, in quanto consentono non solo di reinvestire, in iniziative legali, le ingenti risorse liquide provenienti dalle molteplici attività criminali, ma rappresentano un’ulteriore fonte di guadagni e un collaudato sistema di pulizia del denaro sporco, con il conseguente indebolimento del sistema delle aziende sane e dell’alterazione della libera concorrenza. Impedire l’infiltrazione delle mafie nel settore degli appalti e dei servizi pubblici, attraverso il monitoraggio, l’incrocio dei dati e la prevenzione cosi come previsto dal Protocollo costituisce un interesse sociale ed economico irrinunciabile. Si tratta di recidere quel circolo vizioso che alimenta le organizzazioni criminali per riciclare i capitali illecitamente accumulati proprio con l’aggiudicazione o l’affidamento di commesse pubbliche. E’ il momento di reagire con forza e determinazione ai propositi delle mafie di intercettare l’ingente flusso di risorse europee che arriverà nel nostro Paese e nella nostra Regione. La Magistratura, le Forze di Polizia, le Prefetture lo fanno con grande rigore e determinazione ma serve la corresponsabilità di tutte le Istituzioni, di tutte le forze sociali per contrastare i poteri criminali capaci di condizionare la stessa convivenza democratica”
Così in un comunicato Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio
Francesca Romana Cristicini