L’avvocatura è probabilmente la più antica libera professione mai regolamentata legalmente in occidente. Il primo intervento del legislatore lo ritroviamo nel 204 A.C. con la nota Lex Cincia in cui, tra le sue disposizioni, ritroviamo quella per cui, in tema di parcelle, nessun avvocato potesse farsi versare doni prima di trattare una causa.
Ed allora già dai tempi più antichi della nostra cultura, che avrebbe poi gettato le basi della odierna società civile, la figura professionale dell’avvocato era riconosciuta come un modello di preparazione personale di gran rispetto e manifestazione di un’etica volta al servizio del prossimo a prescindere dal rango sociale occupato.
Oggi, però, chi è l’avvocato? Come vive questa prestigiosa professione?
L’avvocatura in Italia, nelle sue numerose sfaccettature, è una delle categorie professionali che conta più iscritti, è la categoria maggiormente percepita nel quotidiano dalla collettività e non può essere un caso che sia diventata quella più corteggiata dalla politica.
Tuttavia questo corteggiamento non ha mai pagato atteso che maggiori sono le vessazioni subite dalla classe politica.
Negli anni, come professionisti, abbiamo toccato con mano e soprattutto sul nostro lavoro cosa significhi avere una politica cieca pronta a puntare il dito contro la nostra professione facendola diventare il capro espiatorio per tutte le storture del nostro sistema giudiziario, deliberando riforme sul tema Giustizia senza ascoltare quantomeno la voce di coloro che quel sistema lo vivono ogni giorno.
L’eccesso di burocrazia, la mancanza di Giudici, la disorganizzazione degli Uffici, come anche l’impreparazione di coloro i quali sono chiamati a dirigerli mettono sempre più a dura prova la pazienza della categoria.
Alla luce dell’operato degli ultimi Governi la Avvocatura è la categoria professionale più vessata in Italia, basti ricordare l’indifferenza mostrata verso Noi professionisti nei primi provvedimenti di aiuti in piena emergenza sanitaria Covid-19. Un eccesso di tassazione, che si aggiunge alle elargizioni per le iscrizioni agli Albi Professionali, per la famosa Cassa Forense.
Circostanza questa spesso trascurata in nome del falso stereotipo dell’avvocato evasore.
Siamo stati sminuiti nel tempo a un mero mercato libero di prestazioni, costringendoci a rincorrere il prezzo più basso come se vendessimo chissà quale articolo, facendo perdere alla nostra professione il decoro e la dignità che l’hanno sempre contraddistinta.
La storia del nostro Paese è caratterizzata da gesta importanti di giuristi e nostri colleghi. E’ però un peccato notare come, coloro che oggi occupino determinati ruoli, si siano dimenticati di loro.
Mi chiedo, prima da cittadino e poi da avvocato, la ragione per cui abbiamo e stiamo tollerando tutto ciò.
Auspico in una presa di coscienza da parte delle nostre istituzioni affinché sia data la giusta importanza alla nostra categoria, affinchè l’avvocato non sia quella persona a cui rivolgersi, nel periodo pre-elettorale o durante eventi, per mero tornaconto personale del politico di turno; che i problemi della nostra professione siano sentiti come rilevanti tutto l’anno e non solo nei giorni delle elezioni e delle tribune elettorali.
Non siamo avvocati solo quando fa comodo!
Lo siamo 365 giorni all’anno.
La nostra Professione svolge un importante ruolo etico e sociale che va al di là della “Partita Iva” da mungere. Siamo molto di più!
Fonte La Nuova Alba/Gianluca Accardi Avvocato/Cassazionista
Francesca Romana Cristicini