In tempo di pandemia e con le conseguenti difficoltà che si sono inevitabilmente riversate sul mondo del lavoro, sono tanti gli italiani che hanno cercato e tuttora cercano una fonte alternativa di guadagno.
In molti si cimentano nelle ricerche per capire come guadagnare sul web o tramite il trading. Sebbene l’argomento appaia piuttosto appetibile, diverse sono le reazioni degli italiani a questo tipo di approccio.
A tal proposito l’osservatorio della Unger Academy ha somministrato un sondaggio a 15.000 italiani per capire cosa i nostri connazionali pensino del trading online.
Le risposte ci restituiscono il quadro seguente: il 49% degli intervistati (uno su due) pensa che il trading sia un rischio eccessivo; il 29% pensa che il trading sia un metodo di guadagno facile, mentre il restante 22% pensa che dedicarsi al trading comporti effettuare operazioni frequenti.
A commentare questi risultati e i vari scenari offerti dal sondaggio, è Andrea Unger, l’unico 4 volte vincitore della World Cup Championship of Futures Trading.
Gli abbiamo chiesto perché la maggior parte degli intervistati, quasi la metà, percepisce il trading come un rischio eccessivo.
“Un ruolo fondamentale in questa percezione, lo gioca sicuramente la poca conoscenza del settore che spinge le persone alla prudenza.
Viene considerato un ambiente pericoloso dove muoversi. Ed è così se lo si affronta senza alcuna cognizione di causa oppure con la convinzione che bastino poche nozioni per ambientarsi”.
“La gente- dice ancora Unger- è convinta che in fondo non sia difficile. Tecnicamente potrebbe anche risultare semplice in termini di utilizzo delle piattaforme ma ciò che deve importare e sul quale prestare attenzione, è la comprensione di quello che si sta facendo. Non si fa un acquisto solo perché qualcuno ti ha detto di comprare.
Se si studia quello che si sta facendo con un adeguato piano di azione, conoscendo i possibili rischi, sarò io a decidere se quel quantitativo di denaro investito posso perderlo oppure no. La perdita è un’ipotesi da prendere assolutamente in considerazione: il rischio di perdere rappresenta il punto di partenza di ogni operazione che si va ad aprire”.
Tutto è legato alla strategia che si vuole utilizzare. Una strategia può lavorare tre o quattro volte al giorno (se proprio vogliamo esagerare) ma, in genere, lavora una volta al giorno se non, addirittura, una volta alla settimana.
Quando si ha un buon metodo o piano di lavoro, tutte queste operazioni non servono e possono anche essere dannose o controproducenti”.
Quello del Trading è un mondo affascinante e può essere profittevole.
Chi non considera il rischio e l’errata convinzione di operazioni frequenti, pensa che con il trading il guadagno sia facile e veloce.
Ma è davvero così?
Si guadagnano davvero cifre stratosferiche in poco tempo? “Qualcuno lo ha fatto- risponde infine Unger- ma chiaramente sono molti i venditori di servizi legati al Trading che hanno tutto l’interesse a farci credere che si possa diventare ricchi. E non parlo solo di imbroglioni, ma parliamo anche di promotori di ‘servizi seri’, che hanno interesse a farci credere che si possa fare molto bene.
Sicuramente c’è gente che ha fatto tanti soldi e ci sono effettivamente ad esempio nel mondo delle crypto, opportunità anche a rischio bassissimo, anche a rischio quasi zero. Però ci vogliono competenze ancora maggiori di quelle normali e si arriva a operazioni anche più complesse di quelle legate al trading. Non stiamo parlando di comprare Ethereum o Bitcoin e aspettare, perché non si tratta di questo. Parliamo di operazioni che richiedono una competenza pazzesca e specifica del settore”.