Roma, 8 febbraio 2022: “Mentre si parla di futuro tecnologico, di strumenti all’avanguardia o di strutture futuristiche, nel Lazio si continua a morire dopo aver passato 10 ore su una barella in attesa di effettuare una TAC, che forse avrebbe potuto salvare una vita. Questo è solo uno degli episodi capitati ai cittadini della nostra regione venuto alla luce attraverso i mezzi di informazione, ma altri ce ne sono stati e altri ancora potrebbero verificarsi”.
Lo dichiara Francesca De Vito, consigliera regionale del Lazio al Gruppo Misto
“A peggiorare le situazioni di emergenza – prosegue – quei “percorsi Covid” che allungano i tempi di intervento e che ritengo debbano assolutamente essere rivisti e velocizzati specialmente in presenza di sintomi generici che possono essere valutati in tempi brevi per scongiurare episodi ancor più gravi. Quel che è certo è che manca totalmente una pianificazione ed una visione di efficienza sanitaria, sia nel prevedere la necessità di incremento di personale medico e paramedico, tutt’oggi in carenza, sia nel ripristino e utilizzo di strutture pubbliche esistenti senza ricorrere a quelle private”.
“Non vorrei essere ripetitiva e noiosa ma ospedali come quelli del Forlanini e del San Giacomo a Roma, o di Palombara Sabina e tutti gli altri edifici che si sarebbero potuti utilizzare, sono soluzioni a portata di mano che nessuno si è degnato di prendere in considerazione. Nel corso degli ultimi anni io stessa ho chiesto più volte la riapertura di questi nosocomi, così come ho chiesto più assunzioni e mi chiedo come mai – prosegue De Vito – non sia stato possibile far fronte a tutto questo. Fa anche un po’ rabbia vedere un utilizzo massiccio della sanità privata che dovrebbe essere solo un minimo supporto in situazioni di estrema necessità, a cui però viene fatto ricorso sempre più spesso adesso anche nella richiesta di posti letto”
“Ancora una volta mi trovo a denunciare casi di malasanità e disservizi a carico dei malati del Lazio ai quali si dovrebbero dare risposte diverse, non solo annunciare nuovi ospedali di prossima costruzione e soluzioni avveniristiche o comunicare di essere tra le prime regioni in Italia per numero di vaccinati. La salute – conclude – è un diritto e la Regione ha il dovere di tutelarla con ogni suo mezzo, ma ciò che avviene sul nostro territorio è un risultato da paese del terzo mondo”