Roma, 12 feb. – Il Giorno del Ricordo va degnamente onorato e difeso da qualsiasi forma di negazionismo. Soprattutto se espressa da figure istituzionali come hanno fatto il presidente del Municipio III, Marchionne e del suo assessore alla Cultura, Raimo rifiutando di indire manifestazioni commemorative
Una sorta di negazionismo istituzionale dal quale il sindaco Gualtieri deve prendere subito le distanze. Dopo quasi due decenni dalla istituzione del Giorno del Ricordo purtroppo ancora assistiamo a vergognose prese di posizione di odio o di giustificazione degli orrendi crimini perpetrati dai partigiani titini contro civili inermi, colpevoli solo di essere italiani
E’ molto grave e preoccupante che questi atteggiamenti siano stati assunti da politici che hanno importanti ruoli in una Amministrazione Locale. Il loro atteggiamento ingiurioso e segnala che a sinistra non vogliono ancora ammettere le violenze compiute dai comunisti
A tutti i livelli di formazione e di comunicazione lo Stato deve fare di più per diffondere la conoscenza corretta dei fatti storici e per stigmatizzare la faziosità di alcuni studiosi che colpevolmente si ostinano a minimizzare il genocidio degli italiani di Istria, Dalmazia, Fiume e Pola
Conoscere la storia del confine orientale per preservare e rispettare la memoria delle sofferenze indicibili e della tremenda pulizia etnica inflitta ai nostri connazionali dalle milizie di Tito, tragicamente culminate nell’esodo e nelle foibe, per troppi anni omesse dai libri di scuola
“Celebrare il 10 febbraio deve diventare un irrinunciabile atto di riconoscenza di tutto il nostro popolo verso le comunità di Giuliani, Dalmati e Istriani che hanno pagato un tributo pesantissimo in termini di vite umane e persecuzioni. Con l’auspicio che le nuove generazioni possano presto addivenire ad una memoria nazionale condivisa”. Così in un comunicato Fabrizio Ghera capogruppo di Fdi alla Regione Lazio, Antonello Aurigemma consigliere regionale del Lazio di Fdi.
Francesca Romana Cristicini