Il fenomeno del rapimento di bambini ad opera di madri straniere senza scrupoli non smette di restituire alle cronache episodi che ormai hanno una frequenza quasi giornaliera.
Sempre più uomini, infatti, contraggono matrimonio con donne dell’Est Europa (ma non solo), alcune delle quali – un numero considerevole purtroppo – pianificano la fuga verso il paese di origine e spariscono all’improvviso, dalla mattina al pomeriggio, lasciando il marito italiano senza alcuna possibilità di rivedere i figli se non dopo moltissimo tempo, anche molti anni, quando ormai è troppo tardi per riallacciare con loro una vera relazione affettiva e quando spesso i bambini non parlano più neanche l’italiano.
Il tutto condito da false accuse di abuso e violenza presentate nei tribunali del paese di origine, dove l’ormai ex marito si recherà rischiando persino l’arresto.
Molti di questi paesi, del resto, non vedono di buon occhio l’applicazione del trattato dell’Aja sulle sottrazioni internazionali – che prevede l’ordine di rimpatrio dei minori – ma spesso queste madri in fuga fanno perdere le proprie tracce, in modo da rendere impossibile la notifica degli atti e l’esecuzione del rimpatrio.
È proprio ciò che è successo ad un professionista di Cesena, separato già da qualche anno dalla sua ex moglie originaria dell’est Europa, con la quale per qualche tempo egli si relazionava tranquillamente condividendo la crescita della figlia. Fino ad una mattina di Settembre, quando la madre lo mette al corrente di esser partita (in auto, con la bambina che dormiva nel sedile posteriore) per la Polonia allo scopo di “fare visita alla nonna in fin di vita”.
Da lì allo svelamento dei veri obiettivi della ex moglie il passo è stato breve: dopo un mese in cui il professionista F. vede sua figlia solo con delle rare videochiamate, prende atto delle circostanze e passa alle carte bollate, denunciando la madre.
Nel frattempo, la bambina non frequenta la scuola, e quella della nonna malata è morente si rivela come la più classica delle menzogne.
F. scopre, a dimostrazione della trenta pianificazione del rapimento, che la ex aveva disdetto il contratto di locazione e trasferito tutti i suoi effetti personali nella madre patria.
Nonostante la denuncia di sottrazione e l’attivazione dei servizi sociali, la figlia sparisce nel nulla con la madre, e da Dicembre F. non ha più notizie di loro.
La conclusione che si ricava, in questo caso di rapimento così come in tutti gli altri della stessa natura, è la sensazione di totale impotenza della vittima. In tema di sottrazioni internazionali, l’Italia è uno degli Stati europei che meno tutela i suoi concittadini uomini e padri, i quali rimangono inermi di fronte ad un gioco più grande di loro, per il quale dovrebbe essereo Stato, in prima persona, a muovere le pedine della diplomazia prima ancora di attivare i lenti e sonnacchiosi tribunali, pretendendo la restituzione del minore rapito-sottratto che, ricordiamolo, è italiano a tutti gli effetti ed ha nell’Italia il suo contesto abituale.
È al 4° giorno lo sciopero collettivo della fame indetto dalla L.U.V.V. (Lega Uomini Vittime di Violenza) in favore di padri vittime di sottrazioni nazionali e internazionali.
https://www.paeseroma.it/2022/02/18/sciopero-della-fame-per-le-vittime-di-sottrazioni/