L’associazione il Coraggio nasce 10 anni fa da un’idea della dottoressa Marinella Maioli, una psicologa forense, una donna di coraggio quello vero, un lavoro colmo di dedizione, passione e pura energia per aiutare tutte le persone che subiscono ingiustizie, soprusi, maltrattamenti. E’ proprio quando la Maioli è venuta a conoscenza di una drammatica violenza subita da una ragazza ha fondato la sua associazione che da anni lavora instancabilmente, nonostante gli ostacoli, atteso che non tutti hanno come scopo il concreto e sentito aiuto e non la speculazione. La presidente Maioli, la vicepresidente Mariastella Fedele e tutto il suo team si sono dati man forte ogni giorno fino ad oggi, anche nei momenti più difficili, combattendo per i diritti umani.
Proprio una lettera di una ragazza che si è tolta la vita dopo aver subito una violenza da parte del padre è stata la spinta che ha mosso la presidente Maioli a fondare l’associazione e da quel momento ha dedicato tutte le sue forze ed energie alle donne vittime di ogni forma di violenza e discriminazione.
La Maioli e la Fedele hanno così ideato il premio interinazione Donne di Mamasika ed Uomini Coraggiosi, a tutti coloro che si sono distinti in ambito giuridico, medico, politico e giornalistico.
La presidente Marinella Maioli ci tiene a precisare che i premi internazionali devono essere di esempio per tutti coloro che si occupano e vogliono occuparsi di violenza, a tutti coloro che hanno contribuito a far emergere ogni forma di violenza, per il rispetto dei diritti umani. Una lotta costantane contro ogni forma di “violenza, sopruso, e discriminazione”, afferma la Maioli. “Un premio che deve essere da monito per tutti quelli che hanno voglia di combattere le ingiustizie”, aggiunge la Maioli.
Da Sesto san Giovanni l’associazione si pregia di esperti professionisti che forniscono il loro aiuto a titolo gratuito, con referenti in tutta Italia. L’associazione è in continua evoluzione e si sta allargando in ogni regione d’Italia. I referenti de il Coraggio Onlus lavorano anche all’estero in Spagna, Gran Bretagna, Canada ed in Ucraina per la drammatica guerra.
Il team de Il Coraggio è molto attivo anche per la difesa dei diritti di mamme e figli all’interno delle carceri. Sappiamo che i bambini possono restare con la mamma fino all’età di 5 anni. La Maioli ha proposto di dedicare delle caserme dismesse con spazi verdi dove far crescere in un ambiente migliore le mamme detenute con il loro figlio.
Il premio Donne di Mamasika nasce in onore e per la storia di Rebecca Masika Katsuva, coraggiosa attivista, la donna che in Congo ha ridato una vita alle vittime di stupro, oggi scomparsa, aveva quasi 50 anni. Masika è stata violentata, come pure le sue figlie adolescenti per mano dei combattenti dei gruppi armati che terrorizzano le popolazioni rurali al confine tra Rwanda, Burungi e Uganda. La donna nel 1999 ha fondato a Bugada un’associazione con sede nella sua abitazione per aiutare le donne vittime di violenza. In Congo una donna al minuto subisce violenze. Sono 400mila quelle violentate in un anno, una media di 48 all’ora. Il Congo nel 2005 ha firmato la “Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura” ma non ha mai rispettato gli obblighi.
I premiati Donne di Mamasika: Giovanna Di Rosa – presidente del tribunale di sorveglianza di Milano, Francesca Marcelli – Magistrato, Stefania Ascari – commissione antimafia, giustizia e capogruppo affidi illeciti, Giada Giunti – mamma coraggio che porta avanti la battaglia per il figlio, Carmela Rozza – consigliere regione Lombardia – attivista diritti umani, Alessia Sorgato – avvocato, Cosima Buccoliero – Dirigente Penitenziario ora assegnata a Torino, Cinzia Leone – senatrice e vicepresidente della commissione femminicidio, nonchè su ogni forma di violenza di genere , Paola Onofri – mamma di Tommy, Silvia Castiglioni – giornalista Milano al Quadrato
I premiati “uomini coraggiosi”: Carlo Priolo – avvocato, Antonio Piccirillo – figlio di un camorrista ha rinnegato la camorra rischiando la propria vita pur di salvare i giovani da questo “fenomeno”, Renato Colli – attivista diritti coppie omosessuali, Luigi Leonardi – vittima di camorra e premio Falcone e Borsellino, Eugenio D’Orio – biologo forense, Paolo Bocedi – presidente Sos italia libera , Nello Trocchia – giornalista e scrittore, Agostino Siviglia ex garante dei detenuti per la Regione Calabria, Dario Allevi – Sindaco Monza, Alessandro Politi – giornalista, Fabio Roia – presidente sezione autonoma misure di prevenzione al tribunale di Milano , Alberto Angelo Alfredo Bruno – funzionario protezione civile Regione Lombardia.
La premiazione internazionale “Donne di Mamasika” alla presidente del tribunale di sorveglianza di Milano “per essere riuscita a far rispettare i diritti alle persone prive di libertà”, dott.ssa Giovanna di Rosa.
“Grazie per questo premio bellissimo, per la motivazione, è soltanto il mio lavoro” così inizia la presidente del tribunale di sorveglianza di Milano dopo le parole della sua mamma che ha assistito alla premiazione. “ Il mio lavoro è quello di fare riconoscere i diritti, è quello di farli praticare da tutti, di riportarli alla luce, di riportarli a galla. Anche i diritti che sono stati spezzati, i diritti delle vittime, anche i diritti dei minori, dei bambini, anche di coloro che sono figli di sfortunati, con percorsi di vita sbagliati che devono essere riportati sulla giusta strada”. La presidente di Rosa lavora instancabilmente “per far in modo che la società sia un bel vivere e che il mondo sia un bel luogo, questo è il senso del lavoro che faccio tutti i giorni”, così conclude la Presidente Di Rosa.
LA PREMIAZIONE
Fabio Roia, presidente sezione autonoma misure di prevenzione del tribunale di Milano, premio internazionale “Uomini Coraggiosi ” per “tutto quello che fa per le vittime di ogni tipo di violenza”.
“ La tutela dei diritti dei più fragili si ottiene facendo poco ognuno nel proprio settore anche cose apparentemente banali. Mi sono sempre occupato di tutelare i diritti dei fragili nelle vicende che sono quelle nelle quali le donne subiscono violenza”, così le parole del magistrato.
IL PREMIO INTERNAZIONALE
Sen. Cinzia Leone, vicepresidente della commissione femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere al Senato. La senatrice era visibilmente emozionata dopo il racconto di un bambino che è stato vittima di violenza anche in una casa famiglia.
Il premio internazionale “Donne di Mamasika” per “combattere al fianco delle persone che subiscono ogni tipo di violenza”.
“Sono stati momenti abbastanza forti questo pomeriggio, Samuele, Antonio, qualsiasi testimonianza mi ha davvero emozionata. Siamo un pò tutti responsabili nel cercare di arginare e contrastare la violenza di genere”. La senatrice Leone cita il presidente Roia che in “commissione femminicidio contribuisce ed ha contribuito in special modo alle ultime relazioni che abbiamo approvato” e sottolinea che sono emersi dei “numeri molto preoccupanti, la solitudine della donna quando vive la sua violenza è il 60%, il 15% delle donne non denunciano. Il codice rosso è stato sicuramente uno strumento importante, la donna si è sentita più tutelata”, ma non basta aggiunge.
La Leone fa riferimento a Mamasika, al coraggio di questa donna a tutela delle donne, alle donne lottano per i diritti, contro lo stupro etnico.
La Leone con una citazione alla violenza sui bambini, dalla violenza domestica, a quella istituzionale”. Ha cercato di sensibilizzare affinché “ci sia una magistratura più equa”, un giornalismo meno asimmetrico sulla narrazione del femminicidio, dove troppo spesso la donna è colpevolizzata e l’uomo invece viene in qualche modo giustificato”. Conclude “c’è qualcosa che ognuno di noi, tutti i presenti hanno dato. Dobbiamo continuare a lottare perché c’è tanto da fare, c’è la convenzione di Istanbul, l’Italia è stata uno dei primi paesi che l’ha ratificata, purtroppo dai documenti risulta poco applicata, questo mi mortifica da legislatrice”.
LA PREMIAZIONE
Stefania Ascari, Commissione Giustizia e Antimafia e membro della “commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, premio internazionale “Donne di Mamasika” perché “ aiuta costantemente tutte le persone che hanno subito violenza e discriminazione”.
La parlamentare Stefania Ascari emozionata dedica il premio alla figlia presente al suo fianco ed al suo compagno perché senza di loro avrebbe “fatto la metà del suo lavoro che ho svolto fino ad oggi”.
“Sono qui in qualità di deputata, di legislatore, presto un servizio allo Stato. Quello che deve fare un legislatore è ascoltare, mettersi seduto e ascoltare”. La deputata cita il codice rosso al contrasto della violenza sulle donne e precisa che non è nato “perché mi sono svegliata una mattina ed ho scritto una legge, sono andata a leggermi quello che era stato scritto nella relazione anti femminicidio 2016, 2018, sono andata a bussare a tutte le porte di magistrati, avvocati, associazioni, vittime, familiari, forze dell’ordine, sanitari, professori per cercare di prendere tutti gli spunti migliori per andare a correggere, a modificare tutti quegli aspetti che ancora oggi presentano delle lacune”.
“Il codice rosso che è stato un punto di partenza, ma non di arrivo. Dopo studi ed audizioni abbiamo anche riscontrato che molto spesso una donna che denuncia la violenza e maltrattamenti non viene creduta, viene colpevolizzata e invece di aiutarla, il bambino viene allontanato dalla mamma, poi finisce in situazioni paradossali come ha raccontato Samuele con grandissimo coraggio all’interno di comunità che purtroppo sono spesso maltrattanti e provocano dei danni irreparabili”.
La Ascari reputa importante anche ascoltare le mamme alle quali sono state allontanate i figli in maniera violenta, e cita i numerosi presidi “davanti a Montecitorio che lanciamo un grido di aiuto; Giada (Giunti) lo sa bene, relativamente all’ingiusto allontanamento dei propri bambini e era ancora c’è veramente tanto da fare. Da soli si va veloce, ma insieme si va molto lontano, conclude la deputata.
Giada Giunti, premio internazionale “Donne di Mamasika” per “la sua battaglia di mamma coraggio”. Giada è un’altra mamma che ci racconta di essere stata allontanata dal figlio 6 anni fa, in quel terribile 15 dicembre 2016, ” otto persone di cui cinque agenti dell’anticrimine si sono recati a scuola, e dopo tre ore di pianti nelle quali il figlio chiedeva di chiamare la madre e rivendicava che non avrebbero potuto esercitare violenza su di lui, due persone lo hanno preso per le braccia, una per le gambe, lo hanno trascinato per i corridoi della scuola, sbattuto in una auto di servizio e lo hanno collocato in una fatiscente casa famiglia. Racconta che era stato l’ex marito dopo essersi lasciati che ha chiesto il collocamento in casa famiglia per il proprio figlio, “pur di provocare il dolore più efferato per una mamma, ossia l’allontanamento dal proprio figlio. Mamma Giada è stata accusata di essere “simbiotica, rapporto fusionale” in sostanza la ascientifica alienazione parentale, smentita anche dalle recenti sentenze e ordinanze della Suprema Corte di Cassazione, dal ministero della salute, dalla recente risoluzione del Parlamento europeo. Dopo anni di violenze, minacce, incontri protetti violenti, disumani e deteriorati (relazione c.t.u.) e dopo essere stato diagnosticato violento e pericoloso, col disturbo del pensiero, aggressivo anche nei confronti anche del figlio, quest’ultimo, terrorizzato dallo stesso padre.” Il bimbo piange, si dispera, ha scritto numerose lettere, anche al Papa Francesco, nelle quali ribadisce il suo immenso dolore e chiede aiuto per ritornare dalla mamma.
Sono anni che mamma Giada non vede suo figlio, neppure in una videochiamata, neppure in una fotografia, che il padre del minore le nega, come pure l’invio di regali. Oggi non sa neppure dove si trovi suo figlio. Per difendersi alla sentenze ed ordinanze basate sulla ascientifica PAS è stata anche condannata al pagamento di circa 147 mila euro di spese processuali, ha perso proprietà e circa 250 mila euro. Il padre del minore dopo aver perso le cause civili si è rivolto alla Corte d’appello, successivamente al tribunale dei minorenni ed al tribunale ordinario (divorzio). Mamma Giada continua a rivolgere numerosi appelli a tutte le Istituzioni di ascoltare la volontà di questi bambini, ascoltare le loro paure verso il genitore violento (in questo caso il padre), e di rispettare la loro volontà di rimanere a vivere con la madre dalla quale si sentono amati, protetti, di rimanere con chi gli dona una vita serena, soprattutto amore e non di essere prelevato con la violenza, creando un shock che ricorderà per tutta la vita. Il piccolo, ormai un ragazzo di 16 anni chiede solamente di ritornare a vivere dalla sua mamma.
Il premio internazionale “Donne di Mamasika” alla consigliera regionale della Lombardia ed attivista, Carmela Rozza. La dr.ssa Rozza è molto attiva per il contrasto alla violenza di genere e soprattutto per la santità.
Il premio internazionale “Uomini Coraggiosi” al giornalista d’inchiesta Alessandro Politi “perché nella sua veste di giornalista si batte per la legalità”. “Il coraggio per un giornalista è molto importante, quasi fondamentale per chi si occupa di inchiesta” così esordisce durante il ritiro del suo premio internazionale. “Ho subito minacce, insulti, uno si chiede ma è giusto farlo? perché lo faccio? Qual è il fine? lo sento come un dovere, come una missione, un obbligo, bisogna averlo nel cuore” così il giornalista d’inchiesta che ha lavorato anche per Le Iene.
Il premio internazionale “Uomini Coraggiosi al dr. Alberto Angelo Alfredo Bruno, funzionario della protezione civile della Lombardia. Per la guerra in Ucraina servo fondi ed aggiunge che in pericolo sono anche i minori “ c’è un problema che può diventare pericoloso per quanto riguarda i minori, in questo momento bisogna avere le antenne molto dritte, bisogna prestare molta attenzione perchè è un attimo che ti spariscono persone e non si sa dove finiscono.”
Premio internazionale ad Alessia Sorgato “Donne di Mamasika” avvocato e scrittrice per “ combattere quotidianamente alle donne che subiscono violenza”. Si è occupata anche di Revenge Porn.
Premio internazionale “Uomini Coraggiosi” all’avvocato, sociologo Carlo Priolo per “ essere in prima linea sempre contro gli abusi sui minori”, ossia i sequestri di Stato come ribadisce Priolo durante le sua premiazione. L’avvocato Priolo fa presente che il magistrato è un peritus peritorum, perito dei periti, per cui anche con il deposito delle false relazioni del servizio sociale è tenuto a verificarne la veridicità. Relazioni false anche dal punto di vista grammaticale e sintattico sono piene di contraddizioni. Peraltro “l’assistente sociale non è un consulente del giudice”, afferma l’avvocato Priolo. Il figlio di Giada Giunti ha scritto un tema in classe sul “rispetto”. Il coraggio è delle mamme che subiscono gli allontanamenti dei propri figli, così l’avvocato Priolo.
Premio internazionale ad Antonio Piccirillo “Uomini coraggiosi” – ha rinnegato la camorra rischiando la propria vita pur di salvare i giovani da questo “fenomeno” – “Mio padre è un camorrista, era un camorrista, il male peggiore che ha fatto, lo ha fatto a noi figli, glielo ho fatto capire con le mie lacrime, con il mio amore.”Antonio Piccirillo non si ritiene un uomo coraggioso, ma giusto. Antonio ha parlato ai giovani, in una realtà difficile come quella di alcuni quartieri di Napoli, anche con quella difficoltà per essere “il figlio del boss”. Ha dimostrato di essere un ragazzo onesto che lui stesso ci racconta. Nadia Muscialini sottolinea che la violenza non si combatte solo all’interno dei tribunali, ma anche a livello culturale ed infatti Antonio “nel mio piccolo” parla con i giovani per sensibilizzandoli su temi importanti, loro “non sanno a cosa vanno incontro, alla sofferenza che dovranno provare”.
Premio internazionale “Donne di Mamasika” a Silvia Castiglioni (giornalista presso Milano al quadrato) “ringrazio le persone che ogni giorno lavorano nell’ associazione Il Coraggio Onlus, io seguo le loro battaglie che sono molto importanti; diamo un pò di coraggio alle persone per svolgere tutti i giorni il loro compito che non è comunque facile”.
Il premio internazionale a Paola Onofri, mamma di Tommy, ucciso a 18 mesi. La Onofri si sta battendo per impedire il rito abbreviato, ottenere uno sconto di pena ed una riduzione della durata del processo.
4 ore di commozione durante la premiazione soprattutto dopo le parole di un ragazzino di 13 anni che con quel vero coraggio che l’ha contraddistinto, con parole forti e decise, con una proprietà di linguaggio da adulto ha raccontato la sua tragica storia. Prelevato con la violenza dalla sua scuola, portato in un casa famiglia ed oggi affidato alla nonna materna. Perchè questo delitto nei confronti di questo ragazzino? Violenza istituzionale è la risposta, la mamma ha avuto il coraggio di denunciare le violenze subite da parte dell’ex compagno e questi sono i drammatici risultati.
Il Coraggio onlus si interessa anche degli allontanamenti dei bambini dai propri genitori, un sistema ben noto in tutta Italia, che rovina la vita di innocenti bambini, riempendo le tasche di alcuni consulenti dei tribunali e non, tutto sulle lacrime dei bambini. La Maioli ci ha raccontato anche dei conflitti di interessi che ha potuto verificare in tante storie che ha trattato.
Un sincero grazie della nostra redazione alla presidente Maioli, alla vicepresidente Fedele ed a tutte la sue figure professionali che dedicano il loro aiuto gratuitamente alle persone vittime di soprusi, violenze e maltrattamenti.
Gaetana Di Lorenzo