Si è conclusa a Roma, presso il Farnese Arthouse, la diciannovesima edizione dell’Asian Film Festival, manifestazione organizzata da Cineforum Robert Bresson con la direzione artistica di Antonio Termenini. In una sala affollata e alla presenza di alcuni tra i principali rappresentanti dei principali Paesi coinvolti, tra cui il Ministro consigliere Kundune dell’Ambasciata di Thailandia in Italia, il Direttore dell’Istituto Giapponese in Roma, Amb. Masuo Nishibayashi e il regista filippino Brillante Mendoza, che negli scorsi giorni ha ricevuto il Premio alla Carriera, sono stati proclamati i vincitori del concorso internazionale. I riconoscimenti decretati dalla giuria presieduta da Elena Bindi e composta da Inti Carboni, Fabia Bettini e, per il verdetto della sezione Newcomers dagli studenti Unint, sono andati alle seguenti opere, registi e attori:
Newcomers – Tiong Bahru Social Club (Tan Bee Thiam, Singapore, 2020)
Tiong Bahru Social Club è un’opera prima fresca e accattivante, che ci porta in una realtà alternativa ma che conserva la multiculturalità del paese in cui è ambientata (Singapore). La ricerca della felicità e della realizzazione personale vengono analizzate nel contesto di un mondo distopico dalle tinte vivaci, dove i colori forti si contrappongono al grigiore che i personaggi portano dentro.In un luogo in cui l’unico modo di vivere accettabile è essere sempre gioiosi, tuttavia, la felicità non sembra avere più alcun valore. La forte ironia che contraddistingue la narrazione ci rende spettatori di un mondo paradossale: lo stile di vita assurdo che viene adottato all’interno del Tiong Bahru Social Club ci fa quasi sorridere, nondimeno tocca spesso tasti dolenti e troppo vicini alla nostra realtà. Infine, da menzionare la fotografia dai toni vibranti e la cura nella scelta delle inquadrature, che si adattano perfettamente all’idea di un piccolo mondo interamente controllato e si contrappongono ai dubbi crescenti espressi dai personaggi.
Miglior attore – ex aequo – Christian Bables in Big Night, Vince Rillon in Resbak
Christian Bables è stato straordinario nell’interpretare il personaggio di “Dharna”, un estetista gay il cui nome viene erroneamente inserito nella lista di controllo nella guerra alla droga. Dhama dovrà dimostrare la sua innocenza nel lampo di una notte. Magnifico Bables, che con la sua sua interpretazione a tratti comica anche quando la situazione è drammatica, rende amabile il pemonaggro agli occhi dello spettatore, per la sua sensibilita e per la sua voglia di giustizia nei confronti delle persone oppresse. Yince Rillon – Per come è riuscito ad interpretare il difficile ruolo di un ragazzo che deve sopravvivere in un ambiente dominato da violenza, corruzione, e continue prevaricazioni.
Miglior Attrice – Kaya Kiyohara in In The Wake (Takahisa Zeze, Giappone, 2021)
L’attrice, grazie alle molte sfumature della sua performance è riuscita a rendere
un ritratto molto credibile, che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così giovane e promettente.
Film più originale – The Wheat (Tang Yu-qiang, Cina, 2021)
Per come ha raccontato, con uno sguardo gelido ed entomologico, una storia d’amore assoluto in una Cina rurale.
Miglior regia – Taiki Sakpisit per The Edge of Daybreak (Taiki Sakpisit, Thailandia, 2021)
Per l’uso sapiente di luci e ombre che rende il film avvolgente, sensoriale e ipnotico. Un’opera prima elegante, contraddistinta dalla raffinatezza di contrasti e chiaroscuri con una regia meticolosa di dettagli dell’inquadratura e nel taglio dell’immagine, capace di rendere un film in bianco e nero un’opera ricca di espressività.
Miglior film – On The Job, The Missing 8 (Erik Matti, Filippine, 2021)
Il thriller corale di Erik Matti inchioda Io spettatore 3 h e 30 per il fascino detle immagini e del rituofrenetico del racconto, ispirato a fatti realmente accaduti; nel film si intrecciano personaggi politici, gangster, giornalisti e detenuti assassini, nella rappresentazione di una realtà sociale e politica corrotta delle Filippine. Girato con maestria, con piani sequeaza unici ed una colonna sonora che spesso va in contasto con la drammaticita delle situazioni,quest’opera ha una forra travolgente e ci regala ua ritratto poco conosciuto di queta parte d’oriente.
Soddisfatto dell’incremento dei consensi e del pubblico il direttore del festival Antonio Termenini, ha dichiarato: “in una stagione di estrema difficoltà per riportare le persone in sala, siamo riusciti con questa edizione a registrare picchi di affluenza molto significativi che, anche in virtù delle opere selezionate, di pregevole qualità e molte delle quali in assoluta anteprima europea, hanno permesso ad un pubblico misto, italiano e internazionale, di conoscere e godere di una parte di cinematografia di Oriente spesso ancora non esplorata a dovere. La scelta di dedicare specifiche giornate a tema, quali il Thailand Day, il Korean Day e il Japan Day, ci ha inoltre consentito di immergerci in culture diversificate proprio grazie al potere del grande schermo”.
Nel corso della serata è stata ospitata anche la premiazione del Moviemov Italian Film Festival (XI edizione) il grande cinema d’autore italiano nelle Filippine e in Thailandia, che ha visto consegnare da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli il premio a Pietro Marcello e Francesco Munzi, registi insieme ad Alice Rohrwacher dell’opera “Futura”.
di Marcello Strano