La Redazione di Paese Roma, solidale al grido di dolore di quanti aspettano risposte istituzionali all’annoso ed enorme problema dei minori allontanati, dà seguito al comunicato del Comitato “Finalmente Liberi” – genitori separati .
” Milano, 14 aprile 2022 – Prospettandosi l’ ennesima Pasqua da trascorrere senza i propri piccoli, una trentina di genitori a cui sono stati strappati i figli, hanno deciso di far sentire la loro voce. Appenderanno delle lettere per i propri bimbi davanti ai Tribunali dei Minori di varie città italiane Torino, Milano, Busto Arsizio, Cuneo, Firenze e Roma.
Una protesta pacifica per riportare l’attenzione sull’enorme problema dell’allontanamento illecito dei minori dalle proprie famiglie e di un sistema che sfrutta economicamente e ideologicamente qualsiasi disagio familiare, sia questo di natura economica, di tensioni emotive spesso legate a separazioni, di disagi psicologici e/o fragilità, per strappare (spesso con prelevamenti coatti delle Forze dell’Ordine) i bambini alle famiglie utilizzando l’etichetta di inidoneità genitoriale o di conflittualità.
I dati del Ministero del Lavoro del 2019 parlano chiaro: solo il 24% dei bambini allontanati tornerà un giorno alla famiglia d’origine (a livello lombardo il dato scende al 17%). Considerando che i provvedimenti di allontanamento sono temporanei, si intravede un generale fallimento del sistema nel sostenere l’interesse e il diritto del minore a crescere nella propria famiglia, oltre che la necessità di rivedere la legge di riferimento sugli affidi (Legge 149 del 2001) e sulla bigenitorialità (Legge 54 del 2006).
Dal report della Regione Piemonte sugli affidi emerge che la scelta dell’allontanamento forzato di un minore dai genitori è solo in minima parte motivata dall’esigenza di evitare maltrattamenti e abusi. Spesso i bambini vengono allontanati per accuse infondate e relazioni arbitrarie da parte di assistenti sociali che innescano provvedimenti da parte dei Tribunali del Minori, dove le famiglie non hanno alcun contraddittorio. Spesso di tratta di figli tolti alle mamme (ma a volte anche ai papà) che denunciano l’ex compagno per violenza, aggiungendo la violenza istituzionale a quella già subita dal partner, colpevolizzando le vittime e disincentivandole a denunciare. Questi allontanamenti avrebbero potuto e avrebbero dovuto essere evitati.
La legge italiana riconosce infatti il diritto del bambino di crescere ed essere educato nella propria famiglia e vede l’allontanamento come extrema ratio, non per motivazioni di inidoneità̀ genitoriale, incapacità̀ educativa, conflittualità̀ o altro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, inoltre (Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile, Ordinanza pubblicata il 24 marzo 2022, n. 9691) dichiara l’allontanamento coatto dei minori dalla propria famiglia ad opera delle Forze dell’Ordine come un atto “Fuori dallo Stato di diritto”. Allontanare un minore comporta uno sradicamento su larga scala di bambini dalle proprie famiglie, eppure tutto ciò continua a succedere in tutta Italia. Ognuno di questi bambini genera a sua volta un “indotto”, una “filiera”.
Lo Stato paga dai 100 ai 400 euro al giorno per il sostentamento di questi bambini in casa-famiglia e intorno a loro si generano posti di lavoro: psicologi, consulenti, educatori e così via. Le case-famiglia sono in genere strutture private non sottoposte a un efficace sistema di controllo e naturalmente interessate ad una lunga permanenza dei propri ospiti.
Si tratta di un enorme problema, perché́ ci troviamo dinanzi a bambini che devono essere poi recuperati da traumi psico-evolutivi che causano danni insanabili. Le drammatiche storie di bambini strappati e famiglie distrutte sono un esempio di distruzione della famiglia, non di aiuto alla famiglia. I miliardi di soldi pubblici spesi per i bambini in comunità vengono spacciati come servizi di welfare, ma di benessere e tutela dei minori in questo “modus operandi” ce n’è ben poco. Tra i genitori sopravvissuti al dolore disumano di vedersi portare via un figlio alcuni hanno deciso di scrivere una lettera ai loro figli orfani di genitori in vita e di collocarla proprio davanti ai tribunali che li hanno portati. Sono lettere scritte con le lacrime”.
Gaetana Di Lorenzo