Il grande clamore suscitato da alcuni casi di minori allontanati ingiustamente dai genitori, spesso le madri, ha finalmente destato la politica italiana sul fenomeno dell’ utilizzo della pas e dei suoi sinonimi nei Tribunali italiani, dove spesso quando un bambino racconta di violenze ed abusi subiti o assistiti in ambito familiare, non viene creduto poiché ritenuto manipolato dalla propria madre la quale avrebbe come unico scopo quello di allontanare il figlio dal padre.
Nel libro inchiesta “La legge dei padri” l’autore Patrick Jane , ricostruisce l’incredibile distorsione della giustizia che subiscono madri e figli in un panorama giudiziario francofono ma che si può applicare identicamente alla realtà italiana, così come in quella argentina, spagnola, americana.
La conferenza stampa, organizzata dalla deputata di Forza Italia Veronica Giannone, Segretario della Commissione Bicamerale per la tutela dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e componente della Commissione Giustizia, è stata anche l’occasione per fare il punto sulla normativa italiana sul tema affido minori.
“L’alienazione parentale è strumento per coprire abusi su donne e minori”, dichiara la deputata Veronica Giannone (FI), componente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.
“Prove insabbiate per coprire gli abusanti, documenti archiviati, referti medici manipolati. Il libro inchiesta “La legge dei padri” del francese Patrick Jean, presentato stamane alla Camera dei Deputati, ricostruisce un sistema maschilista e ben organizzato con origini molto lontane, e nato con l’unico scopo di creare una sorta di “copertura” degli abusanti non solo per la violenza domestica maschile ma anche per nascondere gravi abusi incestuosi sui minori. Un sistema che, come spiega l’autore, ha i suoi tentacoli in ogni parte del mondo, anche in Italia, e dal quale dobbiamo difenderci.
Anche nel nostro paese, continua Giannone, tantissimi minori sono allontanati ingiustamente dalle proprie madri solo perché hanno denunciato abusi e violenze in famiglia. Non vengono creduti proprio perché il sistema ha acquisito la teoria dell’alienazione parentale: i bambini non dicono il vero perché manipolati da madri che vogliono allontanarli dai loro padri.
Vorrei ricordare, conclude, che questa teoria è stata creata da Richard Gardner, uno psichiatra statunitense accusato più volte di essere un pedofilo. Sono rimasta basita quando ho scoperto che tale personaggio è stato citato da alcuni parlamentari come fonte scientifica a sostegno di proposte di legge. Per questo invito tutti a leggere il libro inchiesta “La legge dei padri “, tradotto dall’avvocato Simona D’Aquilio, per combattere questo sistema bisogna conoscerlo dal suo interno proprio come ha fatto l’autore, altrimenti si continuerà ad attuare una bigenitorialità forzata anche nei casi di violenza sui minori”, così la deputata Veronica Giannone (FI).
“La Legge dei Padri è la fedele narrazione di ciò che spesso accade dentro i tribunali italiani quando una donna denuncia il partner per abusi sessuali incestuosi – spiega l’Avv. Simona D’Aquilio – La macchina infernale che si mette in moto e che Patric Jean descrive riportando casi giudiziari francesi, è identica a quella che agisce all’interno della giustizia italiana e conduce alla rivittimizzazione di donne e bambini abusati”.
“È sorprendente – conclude – come Jean riesca a raccontare un fenomeno internazionale che ormai ha completamente inquinato il sistema giudiziario italiano, senza che peraltro, dopo tutto quello che si sta denunciando, si sia ancora provveduto a mettere in piedi un osservatorio o un’indagine seria su questa piaga sociale”, così la nota della avvocata Simona d’Aquilio, vicepresidente Maison Antigone.
Alcuni estratti del libro
Pas (parental alienation syndrome) la sindrome di alienazione genitoriale
Cos’è. Quando e come nasce.
Oggi detta anche PA – Alienazione Genitoriale – è una controversa teoria psicologica elaborata da Richard Alan Gardner, psichiatra forense statunitense secondo il quale questa sindrome emergerebbe nei figli minori in casi di separazioni conflittuali e/o in procedimenti per affidamento dei minori.
Richard Gardner, noto per le sue teorie pro-pedofilia che egli considerava una forma di amore diversa e del tutto accettabile, lavorando come consulente e perito di parte in vari procedimenti di separazione con accuse di violenza, riesce a far insinuare questa teoria all’interno delle aule di giustizia mietendo vittime dentro i tribunali statunitensi.
Un vero e proprio “escamotage” per tutelare abusanti e maltrattanti, ma che per fortuna non è mai stato riconosciuto dall’OMS e mai inserito, nonostante i vari tentativi, né all’interno del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) nè dell’ICD (La Classificazione internazionale delle malattie). Dunque, bocciato dall’intera comunità scientifica.
Qual è l’obiettivo della teoria. Ribaltare l’accusa mossa contro un genitore violento e/o abusante (generalmente il padre) nei confronti del figlio minore, sostenendo che il racconto di abusi sessuali e violenze, fatto dai minori, siano una sorta di “lavaggio del cervello” da parte del genitore patologico (in genere la madre) per far perdere il contatto con la realtà dei fatti e con l’altro genitore. Il minore quindi si alleerebbe con la madre inventando accuse di violenza e nei casi peggiori di abusi sessuali.
Nella maggior parte dei casi i bambini non vengono più ascoltati e la soluzione che si applica è quella di attuare una sorta di cura del minore alienato inserendolo in una casa famiglia, lontano dalla madre che aveva denunciato gli abusi. Lo scopo è quello di concretizzare un “reset” emotivo e cognitivo del bambino. In altri casi invece, si procede affidando direttamente il bambino al genitore accusato di abuso e che il minore rifiuta. Anche qui viene attuato questo trattamento come “cura” al fine di accettare ad ogni costo il padre.
Riassumendo. Dove si presenta una situazione di separazione conflittuale in cui un minore testimonia contro uno dei genitori (statisticamente il padre) per abusi e violenze, i sostenitori della sindrome di alienazione genitoriale ricorrono a questa teoria per ribaltare le accuse. Chi sostiene la teoria della PAS o alienazione genitoriale, nega la realtà dei dati relativi alla violenza domestica maschile e riconduce le accuse, i racconti dei minori e spesso il malessere sofferto ad un lavaggio del cervello effettuato dalla madre per screditare, infamare e allontanare l’altro genitore e per ottenere la custodia esclusiva. Quale effetto di questa distorsione? Nella maggior parte dei casi avviene che anche la semplicissima menzione della teoria PAS nelle aule di giustizia conduca ad una facile risoluzione che altrimenti richiederebbero una approfondita istruttoria e la valutazione di prove rilevanti. Vale la pena ricordiamo che parliamo di processi penalmente rilevanti con accuse che vanno dalla violenza agli abusi, alla pedofilia.
La parola PAS nelle aule giudiziarie e nei procedimenti di famiglia fa in modo che si riconduca l’accusa di molestia sui minori all’alienazione, smontando di fatto la gravità dei racconti e delle prove sui minori. È così che vengono trasformate le vittime in carnefici.
Nel 2003 Gardner muore e restano molte ombre sulla sua morte. Con lui non muore però la teoria inventata, che nella fattispecie il Prof. William Bernet porta avanti assieme alla sua seguace Amy J.L. Baker. Nel frattempo la teoria scientifica si fa strada oltreoceano e prende spazio anche in Europa e in Italia.
Chi si è fatto veicolo di tale teoria in Italia? Ordini professionali (avvocati, psicologi, servizi sociali, mediatori familiari) che hanno diffuso, e diffondono ancora oggi, l’alienazione parentale come fosse un principio valido e comprovato nonostante le bocciature dell’organizzazione mondiale della sanità e anche della suprema Corte di Cassazione.
Abusi sui bambini e pedocriminalità. l’importanza dei numeri. Un problema mondiale.
La verifica dei dati effettuata da parte di Patric Jean
All’inizio degli anni ottanta lo stato canadese preoccupato di essere informato su dei reati sessuali contro i bambini, aveva incaricato un’équipe multidisciplinare raggruppando giuristi, medici, specialisti dell’infanzia, educatori ed altri ricercatori posti sotto la direzione del dottor Robin Badgley. Questa commissione, che lavorò per tre anni, produsse il famoso “rapporto Badgley” alto quasi millecinquecento pagine, che allertava sull’importanza del problema e proponeva molte linee guida. “Le aggressioni sessuali contro i bambini sono ampiamente ignorate e, tuttavia, estremamente diffuse” si legge nel rapporto Badgley 1. Comitato di studio sui reati sessuali contro i bambini e i giovani, Infractions sexuelles à l’égard des enfants (Rapport Badgley), vol. I e II, Ottawa, ministero delle forniture e dei servizi Canada 1984.Imponente ed invisibile 65
Alla fine degli anni ottanta, venne sottoposto a degli studenti americani maschi un questionario anonimo a proposito della loro sessualità. Il risultato offre un’immagine perlomeno inaspettata: “il 9% descrive delle fantasie erotiche implicanti dei bambini e il 5% ammette di essersi masturbato richiamando queste fantasie mentre il 7% indica di avere un interesse ad intrattenere delle relazioni sessuali con dei bambini se potesse evitare di essere rintracciato o punito”.
Nel 2006 altri ricercatori riprodussero l’esperimento su degli studenti maschi. Ottennero dei risultati coerenti: il 7% fra di loro ha ammesso che “i bambini piccoli li attirava sessualmente” e “il 4% ha rivelato la probabilità di avere una relazione sessuale con un bambino” se potesse farlo senza correre il rischio di essere perseguito dalla legge. 2. Kathryn Becker Blease, Daniel Friend, Jennifer J. Freyd, Child sex abuse perpetrators among male university students, novembre 2006.
Un esperimento noto iniziato in Germania nel 2005 fa luce sulla questione: il progetto “Dunkelfeld” è concepito per agire in prevenzione su dei pedofili che non sono passati all’azione (e dunque non sono pedocriminali). Secondo uno dei promotori, il professor Klaus Beier “l’1% degli uomini ha un’attrazione sessuale per il corpo dei bambini” ma “soltanto il 40% degli uomini che commette un reato sessuale su un bambino sono pedofili, il 60% non lo è ma hanno dei problemi psichici sono violenti con i loro figli e anche con la loro moglie”. 3. Frédéric Lemaître, Pedophilie: l’expérience Dunkenfeld, Le Monde 1 luglio 2013.Imponente ed invisibile 67
Durante gli anni novanta, un altro studio canadese aveva mostrato che “il 17% delle donne interrogante aveva avuto almeno un episodio di un episodio di incesto prima dei sedici anni di età”. 4. “Rapporto finale del comitato canadese sulla violenza agita sulle donne” Ottawa 1993, annesso A, P. A4.
Degli studi ulteriori hanno confermato queste percentuali inquietanti: nel 2002, 2006 e 2009 fra il 18% e il 22% delle donne del Québec, così come il 9,5% degli uomini del Québec dichiara di aver subito delle aggressioni sessuali, stupri o tentativo di stupro fra gli zero e diciassette anni.
Nel 2012, è ancora l’11,5% dei canadesi che dichiara di aver subito una o più aggressioni sessuali, stupri o tentativo di stu¬pro fra gli zero e i quindici anni (15,7% donne e 6,9% uomini).
Infine, nel 2014, l’8% dei canadesi dichiara di aver subito una o più aggressioni sessuali, stupri o tentativo di stupro fra gli zero e quattordici anni (11% donne e 4% uomini).
- Julie Laforest, Pierre Maurice et Louise Marie Bouchard (dir.), Rapport québécois sur la violence et la santé, Montréal, Institut national de santé publique du Québec, 2018.68 La legge dei padri
Sempre in Canada, nel 2002, uno studio fa emergere che il 10% dei casi di maltrattamento dei bambini preso in carico dalla giustizia è correlato a degli episodi di “abuso sessuale”. 6. Étude canadienne sur l’incidence des signalements de cas de violence et de négligence envers les enfants, Ottawa (Ontario), Ministro dei Lavori pubblici e servizi governamentali del Canada, 2001.Imponente ed invisibile 69
La forma più frequente di questi “abusi” (68% dei casi) consiste in palpeggiamenti o carezze degli organi genitali dei bambini. I “tentativi di avere una relazione sessuale” o delle “relazioni sessuali” vere e proprie rappresentano, complessivamente, più di un terzo (35%) di tutti i casi confermati. Del totale di questi abusi sessuali, il 69% delle vittime sono delle bambine (prevalentemente fra i quattro e i sette anni o fra i dodici e i quindici anni) e il 31% sono dei bambini (prevalentemente fra i quattro e i sette anni).
Anche nel Regno Unito un’indagine fra i giovani mo¬stra che i ragazzini fra gli undici e diciassette anni dichiara¬no di aver già subito un’aggressione sessuale (da un adulto o da un pari) nella misura del 12,5% di ragazzi e del 20,8% di ragazze. 7. Lorraine Radford, Susan Corral, Christine Bradley er Helen L. Fisher La vittimizzazione, la polivittimizzazione e la delinquenza nei bambini e nei giovani adulti nel Regno Unito, Criminologia, 47 (1) 2014 p. 68.
Nel 2016 l’Europol ha comunicato pubblicamente che in Europa diecimila bambini rifugiati non accompagnati sono scomparsi. “Non sappiamo più dove sono, cosa fanno e con chi”, ha spiegato Brian Donald, responsabile dell’organismo di polizia europea.
- Mark Townsend, 10.000 refugee children are missing, says Europol, The Guardian 30 janvier 2016 Ne mancherebbero all’appello cinquemila in Italia. In Svezia, le auto¬rità di Trelleborg hanno rivelato che mille bambini non accompagnati che erano arrivati in città sono scomparsi senza che si sappia di più su di loro.
In Francia, nell’ottobre 2015, è stato reso pubblico il risultato di un sondaggio realizzato dall’istituto Harris Interactive su richiesta dell’organizzazione AIVI (Associazione Internazionale Vittime d’Incesto). Il risultato conferma quello che si sapeva da trent’anni oltre Atlantico: il fenomeno dell’incesto è molto lontano dall’essere marginale. Il 27% delle persone intervistate conosce almeno una vittima di incesto nel proprio entourage e il 6% delle persone (9% donne) dichiara di essere stato esso stesso vittima di incesto. Cosa che rappresenta quattro milioni di vittime in Francia.
Nel 2000 l’ENVEFF “Enquête Nationale sur les Violences Envers les Femmes en France” (Indagine Nazionale sulle Violenze Contro le Donne in Francia dell’Istituto nazionale di studi demografici INED) mostrava un tasso dell’11% di donne che affermavano di essere state oggetto di un’aggressione sessuale la metà delle quali prima dei diciotto anni di età.
Nel 2006, uno studio dell’INSERM (Istituto Nazionale della Salute E della Ricerca Medica) e l’INED11 confermava tali tesi: circa il 6% (9,44% per le donne) delle 12.364 persone intervistate al telefono dichiara di aver subito uno stupro o un tentativo di stupro prima dei diciotto anni. Queste vittime “accusano principalmente il proprio padre, patrigno o una persona della famiglia (27% dei casi), cioè delle persone da loro conosciute (31%). Gli aggressori sconosciuti restano sempre una minoranza (17%)”.
Nathalie Bajos, Michel Bozon e il gruppo CSF, Le violences sexuelles en France : quand la parole se libère, Population et Sociétés n. 445, maggio 2008.72 La legge dei padri
Si deve ricordare che nei paesi detti sviluppati la quasi totalità della “clientela” della prostituzione è costituita da uomini. Si tratta proprio di un fenomeno che caratterizza il genere maschile.
Si ringrazia la deputata Giannone, l’avvocata d’Aquilio e l’autore del libro inchiesta, il documentarista Jean Patric che inoltra una nota di ringraziamenti:
“Gentile Onorevole Giannone, Gentili Senatori
Tengo a ringraziarvi calorosamente per l’onore che mi fate oggi parlando del mio libro il cui argomento, purtroppo, valica i confini. Vorrei soprattutto ringraziarvi per mettere in risalto questo scandalo insopportabile delle violenze sessuali che tanti bambini subiscono. Sono profondamente rattristato nel vedere che il vostro paese, per il quale ho immensa ammirazione, è vittima allo stesso modo di questa cultura della proprietà dei corpi dei bambini da parte degli adulti. Di uomini in quasi tutti i casi.
Si tratta di un problema soprattutto politico poiché “la legge dei padri” è lo scheletro di ogni organizzazione sociale: a partire dal dio del monoteismo, concepito come “padre onnipotente” e dai suoi rappresentanti sulla terra, tutti chiamati “padri”, al padre di famiglia, passando per tutti i “padri della nazione” e il “padre padrone” del quale la lingua italiana ci fornisce un esempio perfetto. Senza dimenticare “la patria” la difesa ossessiva della quale da parte di forze politiche di estrema destra non smette di preoccuparci.
È dunque tutta la nostra architettura sociale e politica che bisogna rimettere in discussione. Anzi ricostruire. La speranza viene da voi, membri del parlamento, giornalisti, medici, attivisti che portate alla luce un problema senza dubbio importante ma anche invisibile.
Vorrei ringraziare in particolare Simona D’Aquilio che ha tradotto e curato l’introduzione del libro in italiano. Innanzitutto per questo lavoro formidabile ma anche per il suo impegno professionale.
Generazioni di bambini ci guardano. Cerchiamo di non deluderli. Patric Jean”