“Ricordo che ero davanti alla tivvù e che d’un tratto si interruppero le trasmissioni su tutti i canali. Ricordo la cronaca. Le scene dei film di guerra che erano però verità e non finzione. Io di quel pomeriggio mi ricordo tutto e lo conservo gelosamente… perché quell’evento ha contribuito a farmi diventare la persona che sono e io amo moltissimo la persona che sono. Se avessi mai scritto un romanzo sulla Sicilia, inevitabilmente, avrei dovuto raccontare dell’omicidio di Paolo Borsellino”, dice Alessandro Cortese parlando del libro, edito nel 2022 da Il ramo e la foglia edizioni con copertina dell’artista palermitano Giulio Rincione, “La mafia nello zaino”, un romanzo che s’addentra nella buia realtà della Sicilia.
“La mafia nello zaino” è la storia di un bimbo di dieci anni, di un nano e di un assassino amalgamati da Alessandro Cortese rovistando nel cassetto dei ricordi della propria infanzia, unitamente all’invenzione letteraria, per riportare alla luce persone uccise in modo atroce come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, padre Pino Puglisi, ed il ladro Nino Sboto.
“Questo mio romanzo è un palazzo della memoria e le fondamenta di questo edificio sono i ricordi personali che probabilmente non potrò mai dimenticare, per il carico emotivo che sono stati capaci di concentrare. Il resto è il racconto di personaggi nati tra quei ricordi, che usano alcune cose del mio passato per dire al lettore di loro”, conclude l’autore.
Roberto D’Amato