Alessandro Benetton, in occasione dell’uscita del suo libro “La traiettoria”, si racconta al settimanale di approfondimento “Sette” del Corriere della sera. L’intervista inizia proprio dai “no” “necessari a cercare e costruire la mia strada: i “no” a mio padre, “no” a mio zio e a miei zii, “no” alla famiglia, “no” ai manager”. Ma anche i “no” alle scelte facili: “Anzi, forse persino con troppa testardaggine, il voler fare qualcosa di mio. E chissà se proprio grazie a quei “no”, oggi mi ritrovo qui”.
La sua vita è infatti il tema del libro, non l’imprenditore o l’azienda ma l’uomo. Al libro “Ho cominciato a pensarci in occasione del mio cinquantesimo compleanno. Una delle poche occasioni in cui, invitando i tanti amici e compagni di scuola del passato, ho guardato indietro invece che avanti. In quel momento mi sono tornati tra le mani alcuni temi che avevo scritto a scuola a 10 anni, li leggevo e rileggevo, li trovavo attuali e mi ci rispecchiavo”. E nella stesura il pensiero è stato rivolto “soprattutto ai giovani con cui in questi ultimi anni ho iniziato un intenso dialogo sui social: mi sono reso conto che raccontare la mia vita e le mie esperienze era d’aiuto a molti che mi chiedevano di saperne sempre di più. E ad un certo punto ho immaginato potesse essere utile anche per gli altri”, dice Alessandro.
La triettoria è una lunga carrellata che inizia dal rapporto con i genitori, passando all’adolescenza un pò ribelle per terminare con il rapporto con i figli.
“Ho iniziato a scrivere questo libro quando la presidenza di Edizione non era minimamente nei miei progetti, anzi. Le bozze sono state chiuse molto prima. Anche questo dimostra che la vita può prendere traiettorie inaspettate. Assieme ai miei cugini abbiamo accettato la sfida consapevoli di condividere una visione di discontinuità e sostenibilità. Si è trattato di ritrovarsi sui valori dei nostri padri che hanno fondato quello che oggi dobbiamo fortificare e far vivere nel tempo”, conclude l’imprenditore.
Alessandro Ungaro