di Alberto Zei
Le differenti rotte
La storia si ripete – A seguito dell’ articolo pubblicato ieri, riguardante le circostanze che hanno determinato l’ inabissamento del Titanic, ecco che la Concordia con la sua tragedia avvenuta esattamente 100 anni dopo, si presenta come un simbolico riferimento ai “corsi e ricorsi storici” dei grandi eventi, del noto filosofo napolitano. Si tratta di eventi che quantunque ritenuti da molti più unici che rari per la loro particolarità, prima o poi si ripetono. Questo avviene soprattutto negli avvenimenti in cui la partecipata emotività pubblica genera un effetto moltiplicatore della importanza, senza essere noi riusciti a trarre da questi, esperienza e conoscenza sufficiente per evitarli.
Si può semplicemente rilevare per i due colossi del mare di cui si parla, che gli stessi criteri innovativi di costruzione, i servizi previsti per l’emergenza, gli errori di navigazione, la insufficienza delle imbarcazioni di soccorso e l’ essere ritenuti al di sopra di ogni possibile naufragio, tracciano tra il Titanic e al Concordia un interessante confronto degli eventi che hanno causato il loro affondamento.
Vediamo il parallelo.
Imprudenza di navigazione – Anche per la Concordia, vi fu una variazione di rotta come per il Titanic. Si trattò di una imprudente deviazione che l’Ufficiale di Guardia, Ambrosio effettuò, quantunque prima della partenza da Civitavecchia fosse stato tracciato sulla carta nautica il percorso corretto per avvicinarsi fino a mezzo miglio, ossia fino a quasi un chilometro, all’ Isola del Giglio. Si trattò invece di un percorso diverso eseguito dall’ Ufficiale di Guardia, che portò la Concordia fuori rotta fino alla consegna del comando nave a Schettino. Dopodiché malgrado i numerosi tentativi di quest’ ultimo con ordini di manovra non eseguiti o eseguiti in modo diverso, non riuscì ad evitare la collisione, alla stregua dell’ iceberg del Titanic, con uno scoglio quasi sommerso, davanti alle isolette delle Scole.
Vedetta – Immagine di repertorio
Tardivo avvistamento dell’ostacolo – L’ Ufficiale di Guardia della Concordia, non aveva predisposto la vedetta che avrebbe avvistato lo spumeggiare del mare intorno allo scoglio. Si ricorda che anche sul Titanic non fu avvistato prima l’ iceberg perché i binocoli di dotazione per questo servizio erano chiusi a chiave dentro un armadietto. Mentre sulla Concordia i sistemi di sicurezza che integrano automaticamente la segnalazione di pericolo che la vedetta deve comunicare al comandante non appena si verificano, erano stati disattivati durante l’avvicinamento al Giglio.
Si trattava dei dispositivi e dei relativi allarmi, anche acustici di rilevazione del fondo (ecoscandaglio) e della marca radar per la distanza di sicurezza precedentemente inserita per non avvicinarsi a meno di mezzo miglio da terra. Certamente non si erano disattivati da soli.
Radar – marca radar 0,5 miglia e ecoscandaglio – visione del fondo
Compartimenti stagni – La Concordia era normalmente dotata di compartimenti stagni che avrebbero contenuto l’allagamento anche con il coinvolgimento di tre settori adiacenti danneggiati; ma il cedimento delle pareti di contenimento degli stessi comparti hanno creato, come nel Titanic, l’allagamento dell’intera nave.
I compartimenti stagni inizialmente allagati
La lamiera di costruzione – Per le moderne navi da crociera di grandi stazza, è prevista una lamiera acciaiosa di adeguato spessore e particolare composizione chimica. Il criterio di scelta sta nella possibilità di superare eventuali impatti senza subire lacerazioni. Infatti la lamiera utilizzata che viene denominata “navale”, oltre alla necessaria consistenza possiede la caratteristica della flessibilità e dello stiramento all’urto in modo che possa deformarsi ma non lacerarsi evitando le pericolosissime falle sotto livello di galleggiamento.
La Concordia però in situazioni del tutto analoghe a quelle del Titanic per lo sfregamento della fiancata sullo scoglio è stata da questo tagliata e accartocciata per la lunghezza di 70 m e aperta come si trattasse di una scatoletta. Ma di quale tipo di acciaio era costruito lo scafo della concordia?
Domani la conclusione.