di Alberto Zei
È pur vero che l’analisi comparativa delle circostanze come è stata fatta nei precedenti articoli, lascia sempre il dubbio dell’incertezza trattandosi di casi simili ma non uguali. Si può rispondere però in tutta franchezza che nulla esiste di uguale in questo mondo anche se le similitudini si possono sempre tracciare. Nel caso in questione però vediamo che oltre agli eventi più significativi che hanno retto al confronto tra le due sfortunate navi, vi è anche un altro particolare di carattere piuttosto scaramantico adottato dalla ritualità marinaresca quasi esoterica durante il varo. Il cosiddetto battesimo viene sempre celebrato come buon augurio, da una bottiglia di champagne appesa ad una lunga cordicella, che la madrina spinge contro la fiancata della nave. La bottiglia dovrà rompersi per buon augurio. Se ciò non avviene le attese saranno deluse. Si dà il caso che durante il battesimo tanto del Titanic che della Concordia il risultato anche se inconsueto, è stato il medesimo. Le bottiglie lanciate sullo scafo delle due navi non si sono rotte. Per la Concordia esiste ancora un video in cui si ascoltano i commenti di delusione dei presenti.
Ufficiale di Guardia in luogo del Comandante – In modo analogo a quello del Titanic nella Concordia in quella notte il Comandante era assente dal ponte di comando. Entrambi subentrarono nel governo nave in un secondo tempo, quando la rotta era ormai significativamente compromessa. A Schettino infatti, la Concordia gli fu consegnata qualche minuto prima della collisione.
Errore dei timonieri – Per quanto riguarda il Titanic si ricorda, come precisato nell’articolo precedente, che il timoniere interpretò il movimento della barra in luogo di quello del timone posizionando il transatlantico in direzione dell’iceberg. Dopo questo tragico errore fu ufficialmente stabilito un secolo fa nella normativa mondiale di navigazione che il comando di virata deve essere eseguito nella direzione richiesta. Pertanto gli automatismi del timone vengono adesso predisposti dal costruttore navale in senso che la “ barra a dritta “ (destra) o “ barra a sinistra “ corrisponda con la direzione di virata. In modo del tutto analogo anche se con modalità inammissibili, il timoniere della Concordia ha commesso lo stesso “errore”. Infatti, mentre il Comandate ordinava 20° a sinistra egli portò la barra a 20° a destra dopo aver ripetuto vocalmente il giusto comando ricevuto, così come viene fatto sulle navi per garanzia di sicurezza. Soltanto dopo, ma troppo tardi, egli riportò autonomamente il giusto comando a sinistra. Il risultato fu un assurdo impatto sulla roccia emergente dall’acqua con tutta la tragedia che ne è seguita.
L’evacuazione dal ponte destro – Anche in questo caso si tratta della medesima fatalità del Titanic: mancanza di lance di salvataggio. Infatti, sulla Concordia quantunque questa fosse dotata di un sufficiente numero di scialuppe, fu impossibile usarle tutte. La causa fu l’incapacità del personale di bordo di sganciare dai supporti di ancoraggio ben 3 delle 12 lance di dotazione del ponte sinistro, che avrebbero consentito l’evacuazione di tutto il personale presente in quello stesso lato. Il risultato è stato che le persone in esubero rispetto alle lance disponibili non poterono imbarcarsi. Trentadue morirono. Alcune di queste erano rimaste dentro gli ascensori bloccati per mancanza di energia elettrica. Le altre percorrevano la via della salvezza rappresentata dal ponte destro della nave dove vi era Schettino, che aiutava chi si presentava a salire sulle scialuppe che da quel lato facevano la spola tra terra e bordo.
L’ ultima scialuppa – Come si nota anche dalla foto sul lato destro, di gente a bordo della Concordia non se ne vede mentre la parte poppiera è quasi al livello del mare. E’ rimasta un’unica lancia su cui evidentemente qualcuno sta scendendo. Le imbarcazioni di soccorso che facevano la spola terra bordo terra sono ora inoperative davanti alla nave in attesa di qualche ulteriore possibilità di salvataggio. Ma le ultime persone che per mettersi in salvo si proponevano di raggiungere il lato destro mentre la nave si stava rovesciando proprio su quel fianco, trovarono invece la morte, precipitando nei corridoi divenuti quasi verticali. Schettino era rimasto praticamente solo quando scese sull’ ultima scialuppa restata sotto nave mentre la Concordia si ribaltava. Così avvenne anche per Bruce Ysmay, Direttore Generale della Compagnia navale White Star, accusato inizialmente di vigliaccheria per aver abbandonato il Titanic. In seguito egli fu riabilitato, come descritto nell’articolo precedente, a fronte delle testimonianze del suo impegno al soccorso dei passeggeri.
Il caso analogo. E’ vero che Schettino è stato condannato dalla Magistratura anche per l’abbandono nave ma esiste piena analogia con le sorti dell’Amministratore delegato della società del Titanic. Questi fu ritenuto spregevole dall’ opinione pubblica per essersi sostituito a qualcuno che poteva essere salvato. Schettino non è certo stato considerato di migliore moralità per aver abbandonato la Concordia ma ancora una volta, anche in questo caso secondo il rapporto dell’Ispettore Allen Sagen e di altri ispettori della norvegese Skagerrak Safety Fondation sul caso Concordia, risulta che quando Schettino salì sull’ultima imbarcazione prima del ribaltamento della nave, nessuna persona era rimasta sul ponte di dritta. La foto mostra lo stesso Sagen e un altro ispettore con la relazione sul caso Concordia che intendono consegnare all’ Ambasciata italiana in Norvegia.
“Noi della Skagerrak Safety Foundation non abbiamo interessi economici nel caso Costa Concordia. La nostra preoccupazione è il miglioramento della sicurezza del mare, a tutto vantaggio dei passeggeri, dell’equipaggio, dell’ambiente, e della proprietà”
Qualcuno insisterà a pensare che la differenza con Bruce Ysmay esiste in quanto Schettino è stato condannato proprio per l’abbandono nave. Questo è vero ma allora non si conoscevano o sono stati ignorati i particolari del rapporto della Skagerrak. Su questo punto saranno prossimamente portati alla luce i dettagli. A titolo simbolico della concomitanza degli eventi dopo la collisione, il tempo di galleggiamento del Titanic sul gelido oceano durante la notte fu due ore e 40 minuti; quello della Concordia prima del suo ribaltamento in quella fredda notte d’inverno esattamente di cent’anni più tardi, fu di due ore 57 minuti.
Con i quattro articoli pubblicati in questi giorni, è stata così ricostruita sui fatti realmente avvenuti la strana analogia degli eventi che hanno colpito emotivamente l’opinione pubblica di tutto il mondo. Ognuno potrà dare l’interpretazione che più si addice a casi come questi, ma nella realtà dei fatti non si potranno escludere gli eventi che sembrano più unici che rari. Questi potranno infatti ripetersi se al di là del capro espiatorio sempre reperibile, non si comprende la vera causa che gli ha innescati.
A questa seconda storia, come per l’ “Incompiuta di Shubert”, manca soltanto per analogia, l’atto successivo.