“Lidija Miljkovic e Gabriela Serrano: vittime dell’inerzia di Stato?”: si intitola così la lettera-denuncia della rete di donne sopravvissute alla violenza e delle attiviste contro la violenza di genere, coordinate dall’associazione Movimentiamoci Vicenza, che venerdì 17 giugno consegneranno all’attenzione del Presidente del Tribunale di Vicenza Alberto Rizzo e del Presidente della sezione Anm di Venezia Federico Tedeschi. E che verrà inviata anche alla ministra della Giustizia Marta Cartabia.
Arrivate da tutt’Italia, venerdì 17 giugno 2022 dalle 10.30 alle 13.30, le donne sopravvissute alla violenza e le attiviste contro la violenza di genere, presidieranno il Tribunale di Vicenza, come segno di protesta contro lo Stato e le istituzioni, “inerti di fronte ai femminicidi annunciati di Lidija Milikovic e Gabriela Serrano”.
La lettera-denuncia, “a nome delle donne e madri vittime di violenza maschile e istituzionale”, sottolinea “l’ingiustizia perpetrata dallo Stato Italiano nei procedimenti civili e penali di separazioni giudiziali, di affidamento dei figli minori, di violenza diretta e assistita”.
E sviscera “un sistema istituzionale che sottostima, svilisce, ignora le denunce delle madri di violenza in ambito intra-familiare e le prove e testimonianze relative agli abusi e alla violenza assistita dei loro figli e figlie, anche con il ricorso sistematico da parte dei giudici dei Tribunali Civili e per i Minori allo strumento tecnico della CTU per determinare l’esito degli affidamenti dei figli minori, con conseguente frequente ribaltamento delle evidenze emerse nel procedimento penale (violenze dirette ed assistite, maltrattamenti, abusi). Con il ricorso brutale ai prelevamenti coatti di minori, strappati alle loro madri, in assenza di oggettivi e concreti pericoli per la sicurezza dei minori e in contrasto con la volontà espressa dai minori, in spregio dell’articolo 403 del codice civile”.
“Crediamo che i rappresentanti dello Stato – scandisce la lettera firmata da Emanuela Natoli, presidente Associazione Movimentiamoci Vicenza, Manuela Bruschini, Paola Pieri del Gruppo Maternamente e da donne da tutta Italia – non siano stati all’altezza del loro dovere: difesa e protezione delle cittadine, garanzia di giustizia e sicurezza per le vittime di violenza. Lidija Miljkovic era già da tempo condannata, e nessuna reale protezione lo Stato ha saputo garantire a lei e ai suoi figli. L’assassino femminicida Zlatan Vasjljevic, nonostante una precedente condanna penale e un ulteriore procedimento in fase di dibattimento, è stato lasciato libero di compiere il suo disegno criminale. La precedente condanna con pena sospesa dalla Corte d’Appello di Venezia, e la certificazione di un percorso seguito presso il C.A.M. Ares di Bassano, gli hanno di fatto consentito di uccidere impunemente due donne, due madri, lasciando quattro ragazzi orfani. A fronte di tutte le violenze provate subite da Lidija Miljkovic, la custodia esclusiva dei figli le era stata appena revocata costringendola ad una relazione costante col violento. Non sono bastate le condanne, le prove oggettive, l’ordine di allontanamento emesso nel 2019 verso il violento: la legge italiana lo ha tutelato, riconoscendogli addirittura l’affido condiviso dei figli e revocando le misure di protezione nei confronti della sua vittima. Questi sono i fatti. E questi fatti chiamano in causa il vostro operato”.
La lettera-denuncia conclude: “Lidjia e Gabriela sono vittime della legge italiana, che consente agli uomini violenti di usufruire di sconti di pena e sospensione condizionale della pena grazie alla frequenza di ridicoli e inefficaci percorsi di recupero nei C.A.M. E sono gli stessi responsabili di quei CAM che più volte hanno evidenziato gli scarsi risultati dei programmi.
Noi pretendiamo che chi ha consentito a Zlatan Vasjljevic di massacrare due donne si assuma le responsabilità delle proprie scelte, perché di scelte si è trattato. E consideriamo lo Stato italiano responsabile di non avere saputo proteggere le vittime”.
CHIEDIAMO MASSIMA ADESIONE PER INFORMAZIONI SCRIVERE ALLE PAGINE DI MovimentiAMOCI E Maternamente
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Di Giada Giunti