Ogni anno, nell’introduzione alla sua relazione annuale, l’ECRI (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza) indica i principali contesti nei quali è presente il razzismo e l’intolleranza in Europa e per i quali intende rafforzare la propria azione futura.
La relazione di quest’anno analizza tre contesti principali: l’impatto della pandemia del Covid–19 sui discorsi d’odio e d’intolleranza, il razzismo nelle attività della polizia e la situazione delle persone LGBTI. https://rm.coe.int/ecri-2021-annual-report-24052021-fra/1680a6a6d4
Il perdurare della pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto negativo sulla società in generale, in particolare tra i ragazzi e gli adolescenti, sulle categorie più vulnerabili come migranti e popoli di etnia rom, ma soprattutto quello che preoccupa è la situazione delle persone LGBTI e delle rispettive comunità.
Se il grado di accettazione delle persone LGBTI è rimasto alto in un certo numero di Stati membri del Consiglio d’Europa, sia tra il pubblico in generale che tra i partiti politici tradizionali, la situazione in molti altri Paesi ha continuato a essere allarmante.
In diversi Stati c’è stata una forte retorica politica, in particolare, da parte dei partiti al potere e dei loro rappresentanti, contro la cosiddetta “ideologia LGBTI” o “ideologia di genere“, associata all’idea di scardinare il tradizionale concetto biologico di identità sessuali binarie.
Ciò ha spesso dato origine a discorsi pubblici virulenti, compresi i commenti che potrebbero essere qualificati come intolleranti o pieni di odio sulle persone LGBTI. In alcuni casi, figure politiche ultranazionaliste hanno ripreso e amplificato questa retorica per suscitare risentimento e presentarsi come difensori dei valori tradizionali e dell’identità del proprio Paese.
Quando i partiti politici e le figure politiche al potere in alcuni Paesi hanno abbracciato queste opinioni, i sentimenti anti-LGBT sono ulteriormente cresciuti in tutto il pubblico, poiché erano spesso percepiti come legittimati dalle istituzioni.
Secondo la Commissione, questi atteggiamenti sono ulteriormente rafforzati se mancano leggi specificamente rivolte alle persone LGBTI e ai loro diritti.
La comunità LGBTI in alcuni paesi è sempre più intimidita e limitata nel proprio lavoro di divulgazione e sensibilizzazione del pubblico. Attacchi violenti alla comunità LGBTI, perniciosi incitamenti all’odio online e sui social media, hanno peggiorato la situazione. Il dato allarmante che emerge da questa relazione è che “Le condanne di questi attacchi e le chiare contro-narrazioni pubbliche basate su solide argomentazioni di politici di alto rango sono rare”.
L’ECRI invita gli Stati membri del Consiglio d’Europa ad adottare misure efficaci per combattere l’incitamento all’odio fobico LGBT, anche online, sulla base della sua Raccomandazione di Politica generale n. 15 sulla lotta all’incitamento all’odio e annuncia che presto elaborerà una nuova raccomandazione politica generale sulla lotta contro intolleranza e discriminazione nei confronti di queste persone.