“Il titolo è ironico, ovviamente. Come psicologo, sono sempre stato interessato al comportamento e alle emozioni umane e la mia sete di conoscenza in queste aree è inestinguibile. Come cantautore, ho sempre sentito che la musica è uno strumento meraviglioso per parlare di temi seri (e meno seri) e cercare di raggiungere quante più persone possibile con un mezzo così universale. Da qui il concetto di questo progetto e il primo ‘episodio’.
Pop Psychology Vol. 2 continua il discorso del primo volume esplorando nuovi temi e questa volta sperimentando con vari generei musicali. What’s a boy to do? Parla di infatuazione e si rifà agli anni ottanta, I don’t know anything continua il discorso anni ottanta ma in chiave più moderna e parla di agnosticismo e pessimismo cosmico, Brother brother riprende e continua il discorso del lutto in chiave dance ballad, mentre Dear Alison parla di anoressia con una sorta di cupo r’n’b. Per concludere Live Fast Die Prettyparla di autodistruzione, ma in chiave punk pop. Musicalmente, volevo approfondire le sonorità pop eclettiche del mio primo album Safe & Unsound e legarlo tematicamente al primo volume di quest’ultimo progetto. Ancora una volta, volevo esplorare la dicotomia di avere melodie e suoni ballabili insieme a testi significativi”, spiega March presentando la sua nuova fatica discografica in uscita oggi – che si presenta come una esplorazione di nuovi temi ed una riuscita sperimentazione di vari generei musicali – e che si intitola Pop Psychology Vol.2 che segue quanto annunciato dall’artista sardo nel presentare, nel 2021, la prima delle tre raccolte, Pop Psychology Vol. 1.
Andrea Calandra