Si è tenuta martedì 12 luglio la conferenza stampa presso la Camera dei Deputati su iniziativa della parlamentare Stefania Ascari (M5S) per la presentazione del secondo libro della criminologa Virginia Ciaravolo “ D’improvviso si è spenta la luce. Storie di stupri, lacrime e sangue”, Armando Editore.
La presentazione del libro è di Luigi Riello, la prefazione di Alessandro Giuliano, con interventi di Valeria Fedeli, Emerita Cretella, Nunzia Brancati, Stefania Ascari, Antonella Esposito.
La senatrice Valeria Fedeli (PD) intervenendo alla presentazione del libro della dottoressa Ciaravolo evidenzia quanto le donne siano “imbattibili, se fanno rete, se si sostengono reciprocamente” perché sanno dare eco ai temi che attraversano la vita di ciascuna donna nel rispetto delle singolarità e delle differenze, ritenendo che la “regressione che c’è in campo non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale, è esattamente una reazione alla forza della rete delle donne, quando scelgono di stare in campo.
Infatti, da sempre al fianco delle donne per il rispetto dei loro diritti, la Fedeli sottolinea quanto ciascuna donna abbia “una forte storia, siete state forti e continuate ad essere forti nelle scelte della vostra vita, nel dolore e nell’espressione anche della vostra reazione”.
E del secondo libro della Ciaravolo ne sottolinea la “qualità, serietà, costanza, determinazione” citando anche il primo libro dal titolo “ La violenza di genere dalla A alla Z”.
Valeria Fedeli, senatrice del Partito Democratico dalla XVII legislatura; dal 21 marzo 2013 al 12 dicembre 2016 ha rivestito la carica di vicepresidente del Senato con funzioni vicarie per poi essere nominata ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel Governo Gentiloni, dove si è distinta dai predecessori e dai susseguenti per aver dato all’attività ministeriale un’impronta operativa per la soluzione dei problemi dovuta proprio alla specificità delle poliedriche esperienze maturate nel mondo del lavoro, dell’istruzione ; attenta alle esigenze dei giovani nelle società civili. Un tratto pragmatico che ha suscitato l’apprezzamento unanime delle forze politiche specialmente per aver dedicato tutta la sua vita e il suo impegno politico, sindacale e istituzionale alle battaglie per i diritti e le libertà delle donne, per l’uguaglianza e il superamento di ogni forma di discriminazione.
“Questo libro da legge e da sentire (in versione CD) ti entra nel profondo perché è pieno di dolore, è pieno di violenza, è pieno di quelle ferite che non hanno cicatrici.
Il grande valore, il grande pregio di questo libro è anche che lo stupro viene guardato dall’esterno, non viene mai guardato da chi lo subisce”.
La Fedeli nel citare quanto per le donne sia devastante aver subito una violenza, pensa anche a come “sostenere le donne dopo che hanno subito uno stupro, anche nelle sedi processuali.
Significa essere stuprate una seconda volta, subire una nuova violenza se non ci sono le competenze, l’attenzione, le modalità e le parole giuste” anche perché già “denunciarlo è una delle fatiche più grandi che una donna, una ragazza deve affrontare”. La donna deve nuovamente “vivere” questa violenza, raccontarla, provare di nuovo emozioni dolorose, sofferenza intrinseche nell’anima.
La senatrice con molta decisione e partecipazione si sofferma sulla necessità che “innanzitutto alle donne bisogna credere.
Non si può guardare il contesto, chiedersi dove, come, quando, perché, già fa un’ulteriore violenza, si chiama violenza secondaria, ma è violenza”.
Quando hai il coraggio di denunciare, ribadisce la Fedeli significa “mettere a nudo se stessi, come nessuno altro fa, perché proprio l’atto dello stupro è troppo poco indagato da questo punto di vista, non solo fisico, psicologico, di identità del tuo essere donna. Un dato fondamentale è essere credute – e sottolinea – credere alla parola delle ragazze, delle donne è la grande questione dell’oggi”.
La Fedeli fa presente che questo elemento dell’essere credute dovrebbe essere un elemento di confronto sia alla Camera che al Senato ” quindi anche una legge che dice se dico no, è no, in qualunque condizione, anche se sono ubriaca – e con forza e determinazione ribadisce- il mio no, è no. Quindi tu non puoi abusare di me, diventa un elemento decisivo, di stacco profondo, di identità, di rispetto dell’integrità di una donna e di una ragazza – e precisa che – è un elemento decisivo sul quale poco si discute. Anche per questo motivo commenta la senatrice sostenendo che “questo libro ha una forza straordinaria, perché fa esattamente questa scelta”.
La Fedeli come terzo elemento che considera importante è il fatto che non si può non considerare durante una separazione civile ” se il padre è stato denunciato per violenza verso la madre, perché questo è un altro degli elementi decisivi, non possono essere staccati i due terreni del processo – ed aggiungere che – bisogna fare molto di più per tutelare le bambine ed i bambini e condannare ogni forma di PAS ( sindrome di alienazione parentale)” che la Fedeli considera una ” ulteriore violenza politica, culturale, sociale verso le donne, perché l’alienazione è non credere alle donne, esattamente continuare ad avere un dominio della cultura degli uomini sulle donne che arriva persino a manomettere la qualità della relazione che una madre ha con il proprio figlio e il rapporto tra questo figlio e la violenza del padre” un tema che la Fedeli sostiene con fermezza essere un tema più che attuale, “ non di 20 anni fa”.
La senatrice osserva che le donne stanno combattendo con tanta fatica e forza ” per un punto fondamentale, dignità, integrità, autorevolezza, rispetto delle donne e rispetto dei diritti umani”.
Molto attenta è pure la riflessione della ex ministra dell’istruzione sul fatto che ” non a caso lo stupro verso le donne venga utilizzato nel conflitti di guerra” ritenendo sia la stessa genesi che si “usa come arma di guerra, perché la modalità con cui si esercita la violenza è soppressione, è la cosa più violenta che tu fai ed umiliante verso le donne” che nei conflitti di guerra considera un genocidio. Ed infatti commenta essere la volontà di ” eliminare una etnia, ossia eliminare le donne”.
La senatrice sostiene che ci sia ancora molto da fare nella stesura delle leggi, facendo attenzione a ” non scindere mai l’intervento di tutela delle donne, intervento di sanzione con le leggi penali, ma la cosa più profonda che dobbiamo saper affrontare sempre è puntare sull’educazione, alla conoscenza ed al rispetto delle differenze” citando il lavoro che aveva avviato da Ministra dell’Istruzione nel 2017, sottolineando che “non possiamo non avere l’educazione sentimentale, l’educazione sessuale nelle scuole italiane, perché diversamente non si comprende che l’educazione, la diseducazione o la maleducazione la si apprende attraverso i social che non danno elementi di formazione” diversamente forniscono ” una conoscenza distorta, oltre che molto spesso violenta“.
La senatrice cita anche il revenge porn, la pedopornografia e ritiene che bisogna educare le ragazze e i ragazzi al rispetto, all’educazione sentimentale, all’educazione all’integrità, alla qualità della relazione, perché vale per ambe due, “per chi subisce e per chi fa violenza”.
Questo Paese ha bisogno di un piano straordinario sull’educazione, sostiene la senatrice Fedeli, “al rispetto dell’educazione sentimentale e dell’educazione sessuale” per scardinare le ragioni del possesso, del dominio dell’uomo, della sopraffazione della violenza, insiste la Fedeli.
La senatrice Dem a conclusione del suo intervento alla Camera pone l’attenzione su un altro argomento di violenza, quella sulle mamme e bambini, che vengono allontanati anche in maniera coatta, lasciando un terribile segno indelebile nell’animo di mamma e figli. Molteplice è il lavoro della senatrice anche in Commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere riguardo anche la relazione presentata il 13 maggio scorso in Senato “La vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale”
Cita alcune mamme che hanno subito l’allontanamento dei figli presenti in sala, citando anche iniziative politiche ma anche “ nel sostegno ai singoli casi di chi vive alcune situazioni, quella in cui ti vengono sottratti i figli”, molto spesso affidati ai padri violenti o alle casa famiglie.
“Ci capita di leggere che viene strappato un bambino che sta piangendo” e si domanda come sia possibile che nel nostro Paese i bambini non abbiano il loro spazio di ascolto, sostenendo con fermezza che “devono assolutamente essere ascoltati” marcando la necessità anche di avere “ figure professionali come quelle delle assistenti sociali e non solo che devono essere riqualificate, riformate nella professione perché da lì passa moltissimo anche dei temi dell’attuazione delle politiche, delle leggi che noi facciamo”, così la Fedeli alla conclusione del suo intervento alla Camera.
L’intervento della senatrice Valeria Fedeli (PD)
Ed infatti, ci chiediamo come possa essere possibile ancora continuare a violare le procedure, le normative nazionali, sovranazionali, le ordinanze e sentenze della Corte di Cassazione (non ultima la 9691/2022), le convenzioni europee soprattutto Istanbul, non prendere in considerazione la requisitoria del 15 marzo 2021 della dottoressa Francesca Ceroni (sostituta procuratrice generale della Corte di Cassazione), la risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre scorso (“Impatto della violenza da parte del partner e dei diritti di affidamento su donne e bambini”), come pure le indicazioni del Grevio, dell’Onu. L’Italia continua ad essere condannata dalla Commissione europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, ma sono sempre gli Italiani a pagare (due volte), non chi commette reati ed i crimini continuano inesorabilmente.
Che ci sia “qualcuno” rimasto sordo alle urla ed alle sofferenze dei bambini che chiedono di restare con la mamma, mentre vengono prelevati in maniera violenta da 10, 20 agenti? Che “alcuni” non sappiano leggere le sentenze ed ordinanze della Suprema Corte di Cassazione, le convenzioni europee (soprattutto Istanbul), applicare procedure e leggi? Che “qualcuno” non abbia occhi per vedere le lacrime dei bimbi (“leggere” i loro silenzi ) che chiedono semplicemente di restare con la mamma o non vedano i lividi addosso a donne e bambini? Non sappia legge un certificato del pronto soccorso, ascoltare testimoni e quant’altro? I bambini vanno protetti, salvati, curati, coccolati e soprattutto amati, nessun bambino dovrebbe versare una lacrima, ma essere semplicemente felici tra le braccia di chi li ama a dai quale si sentono amati.
Di Giada Giunti
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