Si è tenuta ieri 22 luglio presso la Camera dei Deputati, sala Matteotti l’evento “madri allontanate dai figli – così la Pas autorizza i prelievi coatti” fortemente voluto dalla deputata Stefania Ascari (M5S), nonostante la caduta del Governo. All’evento hanno partecipato l’onorevole Veronica Giannone (FI), sempre presente ed in prima linea quando si tratta di bambini allontanati e madri vittime di violenze; in collegamento da remoto le due onorevoli Rossella Muroni, Doriana Sarli. Il giudice Fabio Roia, presidente Vicario del Tribunale di Milano ha inviato un suo messaggio. Tra gli avvocati intervenuti, Voltaggio, Tranfo, Priolo, Bussolati.
In collegamento da remoto la giornalista Silvia Mari dell’agenzia di stampa nazionale Dire che è anche la promotrice, la responsabile dello speciale di inchiesta “mamme coraggio”.
Un rubrica dolorosa per le storie che si ascoltano, si scrivono, si trascrivono, si pubblicano, si rileggono ed il cuore continua a lacrimare, atteso che si vorrebbe anche una soluzione immediata ad un dramma così efferato soprattutto nei confronti dei bambini. Fa male all’anima, fa male allo spirito, ma la dedizione, la professionalità, la sensibilità che ci mette la giornalista Silvia Mari, è nota a tutti; è l’ unica che abbia raccontato da anni questo inferno che vivono mamme e figli quasi quotidianamente.
Ed infatti la giornalista precisa che sono stati condivisi gli “aspetti tecnici, ma anche gli aspetti emotivi e credo che su questo piano non sia da rinnegarli, anzi.
Ringrazio mamma Giada Giunti che ha sempre parole di grande sensibilità per il nostro impegno e mi commuove perché è una donna che pur essendo attraversata da un dolore personale grande, si impegna per gli altri moltissimo, tutti i giorni e questo non è assolutamente da dare per scontato”.
I ringraziamenti vanno soprattutto al direttore dell’agenzia Dire Nico Perrone che ha saputo accogliere anche con grande sensibilità e fiducia la richiesta della Mari ” ci sono dei casi di cui dobbiamo iniziare a scrivere, a ragionare, ci sono delle cose che non tornano.
Da giornalista mi rendevo conto che nel sistema giudiziario, sui bambini, le mamme e sui prelevamenti forzosi, in nome di questa alienazione parentale, c’erano anomalie ricorrenti che andavano indagate, studiate e denunciate”.
Ed è stato fatto con coraggio ed dedizione e copertura di storie dolorosissime quotidiana, infatti la Dire è l’unica testata che ha un’attenzione continua e dedicata su questo tema”.
La Mari sottolinea che esiste uno ” ostracismo per chi tratta queste questioni, che lo faccia come avvocato, che lo faccia come rappresentante delle Istituzioni o che lo faccia come giornalista. Perché in nome di una mal interpretata imparzialità si ritiene che su questi casi non si debba prendere una posizione. Ho invece l’orgoglio di poter dire che noi l’abbiamo presa, perché imparzialità non è in conflitto con verità ed è la verità quella che noi dobbiamo cercare sempre.
La verità per me è che un prelevamento forzoso su un bambino che piange, si butta a terra e fa resistenza è una cosa indegna di un paese civile – sottolinea con determinazione e coraggio la Mari.
Nella sua analisi di atti, relazioni, denunce la giornalista si è resa conto che ci sono “archiviazioni facili di violenza domestica e questo non lo dice un partito o un’ideologia culturale, ce lo dice l’Europa. È l’Europa che ci prende per la giacca e ci dice che nei nostri Tribunali qualcosa non funziona.
Mi sembra che le sentenze le debbono scrivere i giudici e che invece troppo spesso le scrivano periti che vengono da scuole con una precisa formazione ideologica e con un potere immenso dato ai servizi sociali”, meritato l’applauso del pubblico in sala e dei parlamentari alle parole della giornalista.
” I bambini vanno ascoltati e questo spessissimo non accade. Questo è quello che noi abbiamo voluto denunciare con inchiesta “mamma e coraggio”, non è un’ inchiesta contro i padri, è un’ inchiesta contro i genitori indegni, colori che pensano che ricorrendo ad una casa famiglia ed alle forze dell’ordine che prelevano i loro figli manu militari, come fossero detenuti, sarà così che potranno recuperare un rapporto con questi figli.
Questo è quello che noi denunciamo, un sistema che si muove su dei rituali che si reiterano uguali, che sconfessano tutte le carte internazionali sul rispetto dei diritti dell’infanzia e che utilizzano il costrutto della alienazione parentale per offuscare e per occultare la violenza”.
Ed infatti la Mari cita la famosa ordinanza della Suprema Corte di Cassazione la numero 9691 del 24 marzo scorso che ” ha dato dei perimetri, delle linee guida molto chiare eppure mi sembra che i tribunali del nostro Paese continuino ad emettere sentenze che confliggono con quei dettami dell’ordinanza della Suprema Corte.
Da giornalista ritengo che questo sia da denunciare, che questo sia un corto circuito che va attenzionato alle istituzioni e l’opinione pubblica.
Il mio dovere è questo, non è quello ovviamente di scrivere le sentenze, ma di denunciare ciò che non va.
Vorrei una redazione di 100 persone perché sono sommersa di messaggi ed è doloroso non riuscire ad accoglierli tutti, sottolinea la Mari dall’alto della sua grande sensibilità dimostrata più volte sul tema degli allontanamenti .
” Noi vogliamo andare avanti e andremo avanti, nonostante la crisi”, la caduta del Governo.
“È un momento di condivisione anche umana, non solo professionale, ritengo ci sia un insopportabile ingerenza dello Stato nel privato delle persone.
Ed ecco una frase che rimarrà scolpita in queste pagine, nella mente di tutti noi ” una maternità non si misura con un termometro, ritengo che sia intollerabile e tirannico che uno Stato che entri nelle mura domestiche per misurare come una madre ama il proprio figlio, se lo bacia in bocca, se gli dice “ti amo”, se non glielo dice.
Sarebbe il caso però che entrasse nelle case quando i bambini vengono invece uccisi e malmenati e guarda caso lì non si arriva mai in tempo, anche questo mi preme denunciarlo”, così conclude l’ intervento la giornalista della agenzia Dire Silvia Mari.
Convinti sono i ringraziamenti da parte della Ascari al giornalista Silvia Mari ed al direttore della agenzia di stampa Dire, Nico Perrone, proprio per la presenza costante nel dare “voce a questo tema che non porta like, ma sulla nostra pelle porta veramente un mobbing, un continuo attacco sui social a livello personale, ostracismo di ogni tipo, non è di certo una guerra tra mamma e papà come diceva lei, ma contro un sistema che si vede sempre di più, assistenti sociali che fanno i giudici e giudici che fanno gli assistenti sociali e ovviamente leggi che non vengono applicate né lette”, così la deputata sottolinea l’intervento della giornalista Silvia Mari.
L’intervento della giornalista Silvia Mari (agenzia di stampa DIRE)
Di Giada Giunti