Strade del Cinema si prepara ad alzare il sipario sulla ventesima edizione in programma ad Aosta dal 4 al 10 agosto, nel cortile della Cittadella dei giovani. I grandi capolavori della cinematografia muta rivivono una nuova stagione nel cuore delle Alpi, in Valle d’Aosta, attraverso un attento e libero lavoro di creazione artistica. Strade del Cinema è un luogo di produzioni originali, di spettacoli unici che vengono prodotti, allestiti e diffusi la prima volta espressamente per il festival.
Il Festival celebra vent’anni e lo fa intrecciando alla narrazione dei generi cinematografici alcuni anniversari di pellicole e personalità simbolo della cinematografia mondiale. Come in ogni edizione, la maggior parte dei film saranno accompagnati, raccontati ed esaltati da performance dal vivo di artisti dalla qualità e dallo stile inconfondibile, musicisti appositamente scelti perché in grado di interpretare al meglio l’anima di opere che hanno affidato all’immagine il loro racconto, ma che prendono nuova forma per arrivare al pubblico vestiti di sonorità di nicchia, alternative. Tra questi Marc Ribot, Fabrizio Bosso, l’astro nascente del jazz francese Théo Ceccaldi e tanti altri.
Oltre alle celebrazioni di importanti anniversari, quindi, saranno due i generi che caratterizzeranno questa ventesima edizione: quello della commedia e quello della fantascienza, con alcuni tra i più grandi classici del cinema muto e sonoro: da Aelita a The Lodger di Hitchcock, da Blade Runner a Solaris, fino all’ultimo capolavoro di Pier Paolo Pasolini, Salò o Le 120 giornate di Sodoma, passando per Buster Keaton e il suo The Navigator, e oltre.
“Il cinema muto è una forma espressiva specifica tutta da scoprire. Attraverso il lavoro della musicazione e della sonorizzazione originale Strade del cinema, oltre a voler restituire un pubblico al patrimonio filmico generosamente conservato nelle tante cineteche del mondo, estende al pubblico generalista e non di soli specialisti l’invito a sincronizzarsi, a trovare un canale di sintonia tra l’oggi vissuto e quel passato che ancora fa parte del nostro DNA – afferma Enrico Montrosset, direttore del Festival – molti dei film proiettati al festival non sono mai stati visti dagli spettatori, ciò che di per sé rappresenta l’evidenza della contemporaneità della proposta”.