Le autorità dell’India hanno confermato oggi il primo morto nel Paese a causa del vaiolo delle scimmie, precisando che si tratta di un uomo deceduto sabato scorso dopo essere tornato da un viaggio negli Emirati Arabi Uniti. La vittima è un ventiduenne che era risultato positivo prima di essere rimpatriato in India, dove è stato ricoverato per encefalite e spossatezza ed è poi deceduto. Il governo di Delhi ha istituito una task force per tenere sotto controllo la malattia. A oggi, l’India ha registrato quattro casi, tre in Kerala, uno nella capitale. Il capo del team nominato dal governo, dr VK Paul, ha affermato che non c’è alcuna emergenza tale da creare panico e ha spiegato che l’incarico riguarda soprattutto il monitoraggio della malattia.
La situazione in Italia
Intanto continua lentamente a salire il numero di casi accertati di vaiolo delle scimmie in Italia, mentre solo pochi giorni fa l’Oms ha dichiarato l’epidemia emergenza sanitaria globale. Nel nostro Paese sono 479 i contagiati ufficiali, stando al bollettino del ministero della Salute aggiornato a due giorni fa, 53 in più rispetto all’ultima rilevazione del 26 luglio. Di questi, 146 sono i casi collegati a viaggi all’estero.
L’Arcigay «sollecita il Ministero della Salute a procedere a una strategia vaccinale». Nel nostro paese, spiega Silvia Nozza, infettivologa del San Raffaele di Milano, «il vaccino è stato autorizzato la scorsa settimana». La Commissione Europea ci ha consegnato le prime 5.200 dosi. «Ma non sono ancora state distribuite. Mancano poi le indicazioni su chi può riceverlo e chi deve somministrarlo».
L’unico vaccino utilizzabile su larga scala è diretto contro il vaiolo umano, ma è efficace all’’85% anche contro quello delle scimmie. La sola ditta al mondo che lo produce, la danese Bavarian Nordic, ha avviato di corsa due nuove linee di produzione.
I sintomi
I sintomi del vaiolo delle scimmie, riferisce il ministero comprendono di solito: febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia. I segni più frequenti sono: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee. L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, piene di liquido limpido o giallastro, possono formare croste, seccarsi e cadere.
L’eruzione cutanea tende a concentrarsi sul viso, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Può anche essere riscontrata sulla bocca, sulla zona perigenitale e sugli occhi. I sintomi in genere durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento. Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico.
L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive.