Roma, 1 set. -Roma inizia a ripopolarsi con la fine delle vacanze estive e questo comporterà gradualmente un aumento della produzione dei rifiuti. Ancora per la prossima settimana la previsione delle quantità sembra riportare a carichi sostenibili per l’Ama, che si dovrebbe limitare a utilizzare gli impianti di trattamento cittadini (tmb e tm di Rocca Cencia, tmb Malagrotta) per fare fronte alle scarse 16mila tonnellate di talquale stimato prodotto e risparmiare anche sui trasporti (a cominciare dal carburante)
Ciò nonostante la municipalizzata non ha smesso di avvalersi del tbm di Rida ad Aprilia, che a luglio ha toccato picchi di conferimenti fino a 5mila tonnellate alla settimana e nella scorsa si è assestato a 2.400. Per la prossima la richiesta di supporto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati capitolini comunicata dal servizio impianti di via Calderon de la Barca, secondo quanto risulta all’agenzia Dire, sfiorerebbe il doppio: 4.200 tonnellate
Il problema è che parallelamente sarebbero stati diminuiti a Rida gli spazi di conferimento (a disposizione di Ama) per l’incenerimento del combustibile solido secondario in uscita dall’impianto: dalle 1.200 tonnellate (stabilite quando da Roma arrivavano fino a 5mila tonnellate settimanali) alle 800 per la prossima settimana. Una proporzione non sostenibile per il gestore del tbm che si appresta a tagliare (presumibilmente per un terzo) le quantità in entrata
Pertanto, nel caso in cui la prossima settimana Ama avesse realmente bisogno di portare a Rida 4.200 tonnellate di talquale potrebbe dovere dirottare altrove 700 tonnellate. Per i più maliziosi, una città ancora poco o non del tutto pulita sarebbe funzionale a un’ulteriore accelerazione alla riapertura del tmb della Ambiente Guidonia (società appartenente alla galassia dell’avvocato Manlio Cerroni), capace di trattare 600 tonellate di talquale al giorno, alla quale a luglio Roberto Gualtieri (nella sua veste di sindaco della Città Metropolitana)ha ordinato di effettuare il collaudo
Tuttavia per effettuarlo è necessario che l’Ama porti i rifiuti e senza un contratto questo non può avvenire. Ma Ambiente Guidonia è partecipata da una società sotto interdittiva antimafia (la Pontina Ambiente), circostanza finita da tempo sotto la lente di ingrandimento della Prefettura di Roma che a settembre dovrebbe nominare (almeno) un commissario per siglare il contratto e poi gestirlo
La durata, in base a ciò che apprende l’agenzia Dire, sarà proporizionata a ciò che sarà stabilito dalle ordinanze del sindaco della Metropolitana per l’uso dell’impianto da parte dell’Ama. Nel frattempo è stato assegnato sempre dalla Città Metropolitana di Roma l’appalto per ripristinare la strada d’accesso al tmb, che andrà anche ripulita dai tanti rifiuti presenti. A giorni inizieranno i lavori che dovrebbero durare al massimo 3 settimane
Nel frattempo resta sempre in piedi il tema più generale delle discariche del Lazio. Al momento quelle funzionanti sono due: Albano e Viterbo. Nella seconda, in via di esaurimento, si stanno riducendo i conferimenti (perché parallelamente Roma sta portando circa 1.000 tonnellate a settimana ad Albano) in modo da “allungarle” la vita
Ma comunque l’invio dei rifiuti trattati dalle altre province dovrebbe essere stoppato prima della fine di ottobre per evitare di mandare in emergenza gli ambiti di Viterbo e Rieti, che naturalmente hanno diritto a conferire in quell’invaso
Per evitare il rischio di un’emergenza su scala più ampia di quella romana, l’intenzione della Regione, secondo quanto risulta all’agenzia Dire, sarebbe quella di riaprire a novembre la discarica di Roccasecca (già autorizzata per 450mila tonnellate)
Mentre a marzo si procederebbe con l’ampliamento (da 900mila tonnellate) della discarica di Viterbo. Resta in staby invece la conversione da discarica di inerti a discarica di rifiuti urbani, e la conseguente apertura, del sito di Magliano Romano
Il Tar deve decidere sui tanti ricorsi presentati (in testa quello del Comune) contro la valutazione di impatto ambientale positiva rilasciata dalla Regione in favore della riclassificazione. Ma la Regione non intende fermarsi qui perché ha dato tempo alle Province fino al 30 settembre per indicare le discariche di bacino o nuovi siti dove realizzarle altrimenti scatterà il commissariamento.
Francesca Romana Cristicini