“Il mio impegno interno di questa attività parlamentare nella diciottesima legislatura è stata in preminenza legata alla tutela delle donne e dei bambini e degli orfani di femminicidio proprio perché in realtà chi mi ha proceduto ha scarsamente presa in considerazione questa tematica”, così dichiara la vicepresidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio nonochè su ogni forma di violenza al Senato, Cinzia Leone (Impegno Civico) raggiunta da Paeseroma.
“Il privilegio di essere vicepresidente la commissione di inchiesta – commenta la Leone – mi ha permesso di conoscere e studiare un fenomeno che purtroppo è noto, ma scarsamente conosciuto”.
Dalle diverse inchieste sono emerse delle percentuali davvero atroci e preoccupanti, osserva la vicepresidente riferendosi “all’ 83% dei femminicidi che viene si verifica all’interno della stessa comunità, 57% per opera del partner, il 12% del compagno”, riferendosi al biennio 2017/2018 con ben 169 vittime.
Sulla base di questa conoscenza del fenomeno, oltre ad interpretare al meglio le esigenze delle donne da tutelare e prevenire il fenomeno, “ho dato luogo a dei suggerimenti legislativi, l’educazione emozionale nelle scuole, l’educazione sessuale, una maggiore sensibilizzazione e soprattutto la formazione nell’ambito a diversi livelli di tutti gli addetti ai lavori perché in realtà .
La Leone sottolinea il fatto di quanto nelle sentenze non emerga la conoscenza del fenomeno della violenza di genere, della violenza domestica, precisando che “si tende a declinare tutto sotto forma di conflitto della coppia, della relazione e non ad esempio che lì c’è una violenza domestica” che diventa violenza assistita in presenza dei figli.
Per cui la Leone promette di continuare il suo impegno in prima persona, anche nell’ambito della commissione di cui è vicepresidente al Senato con investimenti anche sulla formazione.
La sua proposta “è avviare un pool anti femminicidio interministeriale, volto proprio con degli esperti a studiare, capire e prevenire il femminicidio perché il reo viene sempre giustificato, la vittima viene colpevolizzata.
Stessa cosa accade nelle sentenze ed i minori non vengono assolutamente tutelati – sottolinea la Leone – come pure tutte quelle mamme vittime di della Pas (sindrome di alienazione parentale), senza alcune vero interesse dei minori.
Osserva la vicepresidente quanto i tribunali civili e penali non abbiano alcun dialogo, motivi per cui spesso i figli vengono affidati a padri violenti denunciati per violenze ed anche condannati in terzi grado.
Infatti, sottolinea la Leone quando sia difficile oggi per una donna scegliere di denunciare la violenza, atteso che sempre più spesso accade nei tribunali che alla donna che ha avuto il coraggio di denunciare vengano allontanati i figli, anche in maniera violenza. Dati che sono emersi anche durante la presentazione della relazione “La vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale” della stessa Commissione sul femminicidio al Senato il 13 maggio scorso. Una violenza domestica, aggiunta ad una violenza istituzionale e soprattutto il danno irreversibile degli allontanamenti violenti dei figli soprattutto dalle madri già vittime di violenza domestica, economica, psicologica.
“ Serve un pool anti femminicidio, perché accade pure che le donne denunciano e purtroppo le Istituzioni arrivano dopo, quando già si è verificato il femminicidio. Per cui è opportuno, necessario contrastarlo con una struttura all’interno dei ministeri per arginare questa terribile piaga sociale”, così conclude la vicepresidente della commissione sul femminicidio Cinzia Leone (IC).
Di Giada Giunti