La prima mondiale di “Jang-e Jahani Sevom” (terza guerra mondiale), diretto da Houman Seyedi alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il film con un ricco cast composto da Mohsen Tanabandeh (Shakib), Mahsa Hejazi (Ladan), Neda Jebraeili (Zare) e Navid Nosrati (Nosrati).
Shakib è un lavoratore a giornata senza fissa dimora che non si è mai ripreso dalla perdita della moglie e del figlio in un terremoto avvenuto anni prima. Negli ultimi due anni ha iniziato una relazione con una donna sordomuta, Ladan. Il cantiere in cui lavora oggi si rivela essere il set di un film sulle atrocità commesse da Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Contro ogni previsione, gli viene dato un ruolo nel film, una casa e la possibilità di diventare qualcuno. Quando Ladan lo viene a sapere, si presenta sul posto di lavoro implorando aiuto. Il piano di Shakib per nasconderla va tragicamente a monte e minaccia di rovinare il suo nuovo status e quella che sembrava essere l’opportunità di tutta una vita.
Il regista, ci spiega: “Hannah Arendt una volta disse che nelle dittature tutto va bene fino a quindici minuti prima del crollo totale. Le società governate da tali regimi totalitari sono le più efficaci fucine di anarchici. Mi sono sempre chiesto per quanto tempo ancora la tirannia e l’oppressione potranno dominare il mondo e chi sono le persone che saranno schiacciate dai potenti governanti di queste società afflitte. Persone che lotteranno con le unghie e con i denti per soddisfare i propri bisogni più elementari: una casa, un lavoro e una famiglia. E tutto ciò che finiscono per ottenere non è altro che una facciata, decorativa e artificiale. Ci sarà sempre chi ha il potere di dare e chi è abbastanza disperato da ricevere. E questo circolo vizioso continuerà fino a quindici minuti prima del collasso totale: per riprendere subito dopo…”