Con la raccolta poetica UNIVERSI, secondo volume, pubblicato da Amazon Italia Logistica S.r.l., Marco Nica si conferma poeta dell’imponderabile poiché, come ricorda l’autore: “siamo noi ad indirizzare il destino attraverso le nostre scelte.”
Marco Nica scrittore
È l’arte, in simbiosi con la natura, che ci permette di apprezzare gli intenti dell’uomo geniale nell’affinamento delle proprie emozioni e nell’esaltazione del bello.
“AAA cercasi la felicità
nel supermercato dell’utopia,
per ritrovare lì la retta via
fra banchi sobri di razionalità. …”
È questa quartina d’apertura della silloge UNIVERSI, un assaggio della sua versatilità poetica, tratta dalla raccolta Infinito del 2022. Già in un’altra silloge “Meraviglia”, l’autore ci ha dato il riscontro del vissuto emotivo di sé stesso.
Marco Nica, nato a Roma negli anni ‘70, di origini mediterranee, trasferitosi con la sua famiglia a Nettuno (RM), inizia a conoscere il teatro, pur mantenendo saldi e concreti gli insegnamenti formativi dei genitori.
L’origine della follia teatrale che ha ormai invaso lo spirito artistico di Marco Nica, va ricercata nella sua individuale meravigliosa scoperta dei grandi commediografi del passato. Da Carlo Goldoni ad Anton Cechov, da Ettore Petrolini a Dario Fo, da Eduardo De Filippo a Checco Durante, sono loro che hanno reso Marco Nica, unico tra pari nella capacità scrittoria emotiva e suggestiva, così come risulta evidente nell’impatto mimesico della lettura delle sue poesie.
Nel primo volume dell’omonima silloge, l’autore specifica che ognuno di noi rappresenta una parte infinitesimale del cosmo ma nasconde dentro di sé un recondito e sconfinato universo dalle caratteristiche uniche e complesse, così difficili da esplorare sino in fondo per comprendere appieno il singolo essere umano.
Se capire sé stessi è un compito arduo, riuscire a valutare gli altri diventa una vera impresa. Le persone sono imprevedibili, seguono il proprio istinto per reagire agli eventi e trasformano ciò che è un semplice punto di vista in una verità assoluta attraverso la quale codificano tutti gli aspetti dell’ambiente che li circonda. Queste singole istanze dello stesso mondo, tentano di relazionarsi fra loro alla continua ricerca di quei punti in comune che possano rafforzare il personale concetto di vita maturato nel tempo attraverso le esperienze. Condividere le stesse emozioni, confrontarsi e trovare riscontro in ciò che fa gioire, emozionare, o viceversa inquietare l’anima, rende la nostra esistenza meno solitaria e seppur non risponda alle domande del chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando riesce almeno a trasmettere il concetto di non essere i soli a dover percorrere questo breve ma intenso viaggio. La silloge UniVersi, volume primo, raccoglie duecento liriche provenienti dalle precedenti pubblicazioni letterarie (“L’intima Babele” – 2017; “Ahó! Poesie de Roma mia” – 2015; “La vita è un atto unico” – 2012; “Senza aver paura” – 2007), offrendo così al lettore un percorso poetico completo che meglio possa rappresentare il concetto qui esposto.
Ad Aprile del 2005, l’eclettico Marco Nica fonda l’Associazione Culturale “Fare Teatro” in un territorio dove la demolizione del Teatro Roxy, azzera le speranze di fare cultura di giovani che credono ancora nelle capacità di lotta contro il degrado, la mafia, la droga e l’ignoranza combattuta dalle forze politiche elette a salvaguardia del litorale.
Nel Gennaio del 2008 è nominato socio fondatore dell’Associazione Teatrale e Culturale “In Progetto”, contribuendo insieme ad altri rappresentanti delle compagnie teatrali di Nettuno ed Anzio alla realizzazione della rassegna teatrale che punta a valorizzare il territorio avvicinando la cittadinanza al teatro. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “Così è (se mi pare) – Storia di un attore”, Marco Nica nel 2011 pubblica “C’era una volta Rugantino – Una favola nella favola”.
Per l’Associazione Culturale “Fare Teatro”, è regista della commedia brillante “Cose Turche” di Samy Fayad, andata in scena al Teatro Furio Camillo di Roma; seguono rappresentazioni al Teatro Cometa Off, ed ancora al Teatro Trastevere, per la Drammaturgia Contemporanea “Trastestorie”; è con “Varietà per varie età”, che conquista la giuria per la qualità della rappresentazione, avendo successo di critica e di pubblico, vincendo il primo premio!
Marco Nica scrive da sempre, vuoi romanzi, sceneggiature che poesie. Organizza incontri sull’arte drammatica coinvolgendo tutti gli elementi della propria “compagnia”. Si può considerare un divulgatore della Cultura. Le copertine dei suoi libri sono comunque un inno ed uno sprone alla conoscenza.
“La poesia è pura bellezza, non conosce pregiudizi né confini. È una delicata essenza che ha il profumo dell’infinito.”
Nella silloge “Meraviglia”, non c’è segno di una poesia che non riguardi un faro, simbolo della speranza e del desiderio di un uomo o di una donna di veder tornare l’amore che si avverte in balia di venti, correnti, burrasche e maree. Eppure “Come un giorno di sole”, sprigiona il desiderio dell’approdo dopo aver seguito la luce sicura: “…Vidi in te un accogliente rifugio, un’oasi di carezze e complici sorrisi, raggiunta dopo un lungo vagabondare fra deludenti chimere e false realtà …”
Ricordano in verità, queste poesie, lo spirito degli scrittori del nord Europa che hanno in Henrik Ibsen il loro vessillo. È evidente comunque che Marco Nica strizzi l’occhio al Teatro: “A voi, artigiani di emozioni, giudicati per l’opera compiuta, dal pubblico amante d’illusioni, che attento esige e vi scruta …”; ed ancora, la ricerca di un porto sicuro: “… e d’un tratto la pace fra le intime stanze di un caro focolare, dove potersi isolare e trovare giusto riparo …”
A volte lo slancio poetico di Marco Nica, rievoca toni antichi di famose petrarchiste del XVI secolo come Isabella Morra che affidava la sua sorte all’Iniqua Ventura o alla crudel Fortuna ricordata da Giacomo Leopardi nel XVIII secolo, per “…l’effetto di una realtà svanita, ritrovandosi in dimensioni senza regole, avvolti dal tepore della serenità …”, così come Nica scandisce le parole poetiche in “L’Airone”, dando un abbraccio con “L’Alieno”, al nostro divino Dante: “… Poi d’improvviso, mi ritrovai con la rugiada sulla pelle, steso a terra e ormai solo, a rimirar le stelle.”
La tensione poetica trascinante, almeno sul piano della struttura compositiva delle poesie di Marco Nica, è opera del suo lirismo delicato, affidato alle minime circostanze d’un rapporto che nel suo svolgersi si nega e si confessa, si dichiara e si contraddice, tra bene e male, tra bianco e nero, si abbandona e si esalta, perfino si offre in una interezza meravigliosa che solo chi ha sofferto sa tradurre in compiuta espressività:
“La tua foto tra le dita
È un istante rubato al tempo,
il frammento di una vita che non vola via col vento …”
Alcune sue liriche sono attraversate da momenti di straordinaria suggestione:
“… Chiudere gli occhi
e pensare che il domani
possa regalarci emozioni nuove …”
Sono versi scanditi quasi da un ritmo ancestrale: solo a tratti l’attitudine ragionativa, che sta alla base della sua personalità, della sua cultura familiare mediterranea, affiora, raffrenando l’impeto di certi moti dell’anima in schemi logici precostituiti. Con tutto ciò la silloge “Meraviglia” di Marco Nica racchiude versi tra i più significativi della sua mietitura poetica con riflessioni o flash sui problemi, per lui vitali, della vita amorosa, della presa di coscienza della personalità umana, dei rapporti sociali: problemi che soprattutto per quanto concerne l’universo maschile assumono un accento alto di singolare affettuosità comprensiva:
“L’amore non può attendere,
tracima gli argini delle parole
scorrendo impetuoso nelle vene,
spinto dal cuore impazzito. …”
La raccolta poetica ha la prefazione dell’autore che specifica e chiarisce l’intento della raccolta che contempla alcuni aspetti della vita, dove il bene e il male sono due facce della stessa medaglia, che si compensano e ci accompagnano lungo i nostri giorni e formano un percorso strettamente personale: il nostro destino. Ed è in questo inciso che abbiamo la risposta ai significanti poetici di Marco Nica.
Resta comunque il fatto che “Il teatro è un atto d’amore che dura tutta la vita”, così come ricorda Garcia Lorca, poiché si tratta di una verità dalla quale è difficile sottrarsi.
La silloge UNIVERSI, secondo volume, è composta da tutte le poesie raccolte in sillogi, che Marco Nica ha scritto dal 2018 al 2022.
Del 2018 è la poesia …che non c’è, così come tutte quelle del 2021 che si rimanderanno ad una nuova raccolta, nel rispetto delle scelte editoriali dell’Autore!
Giuseppe Lorin