In piazza per manifestare per la pace ma non con Orsini e con Travaglio. Carlo Calenda ha dato i suoi contenuti alla sua contro manifestazione sulla pace indetta a Milano all’Arco della Pace, in contemporanea a quella delle Acli e degli arcobaleno di Roma.
I contenuti sono chiari e si antepongono a quelli di piazza San Giovanni a Roma: “La libertà che abbiamo è stata conquistata nel modo in cui gli ucraini stanno combattendo oggi”. Lo ha detto Carlo Calenda e chi vuole capire capisca. L’inno dell’Ucraina suonato e cantato subito dopo l’inno italiano. E un contenuto che deve emergere come sentimento generale. Non riguardante quindi una sola parte, ma il vero sentimento nazionale: “Se noi non sosteniamo quella lotta un esercito ci metterà all’angolo come sta cercando di fare la Russia in Ucraina – sempre il segretario di Azione a dare le idee-forza dei diversi contenuti da dare alla pace. Cita Pericle quando in uno dei discorsi su La Guerra del Peloponneso di Tucidide chiarisce agli ateniesi come la grandezza di Atene si sostenga sul valore della libertà ma questa libertà deve essere sostenuta dal valore.
Ma i riferimenti più potenti restano alla nostra Storia e alla responsabilità che gli italiani debbono riconoscere agli eserciti che ci hanno liberato continuando il lavoro appena iniziato di sconfiggere l’esercito tedesco. Quindi i riferimenti all’epilogo della nostra Seconda Guerra Mondiale sono obbligati. “Io in un paese che non sa stare al posto di chi lotta per la pace non voglio starci”.
E differenziandosi da tutto il resto. “Esiste un senso della nostra vita che si trova in quello che stiamo facendo qui più di quello che abbiamo fatto in questa settimana. Forse andiamo via con questa consapevolezza”.
Trionfali le conclusioni con la canzone che simboleggia la Resistenza. “Noi siamo titolati a cantare Bella Ciao! Porchissimo Giuda!”