Un dolore messo su carta, scritto giorno dopo giorno che documenta un inferno nel quale viene catapultata una donna, una mamma che ha avuto il coraggio di denunciare il suo ex compagno, tutto nel libro “Back to Mum, Cammino fino a voi” (Arca Edizioni).
Avevamo già conosciuto Elena che per sensibilizzare il pubblico su un provvedimento ingiusto e travolgente per la sua vita e soprattutto per i suoi figli ha affrontato il cammino di Santiago, una lunga marcia pacifica da Pamplona fino a Santiago de Compostela, 700 km a piedi, per riavere i suoi bimbi.
Dal 3 novembre del 2021 non vive più con i suoi figli di 5 e 7 anni che le sono stati portati via senza che abbia commesso reati, senza aver fatto uso di droghe o alcolici, ma solo per essere una persona perbene, ben educata, colta, con una “aberrante colpa”, quella di aver avuto tanto coraggio di denunciare le violenze subite su se stessa e sui propri figli e soprattutto per essersi fidata delle Istituzioni, della giustizia italiana che molte volte non protegge donne e bambini.
Continuiamo ad elencare storie di maltrattamenti, abusi, figli allontanati con violenza, femminicidi, figlicidi, dare notizie di bambini sgozzati da padri violenti e/o condannati, molti dei quali erano annunciati, ma allora perché non si interviene prima? Quel “prima” a volte salva la vita, gli elementi di prova ci sono, altre prove scaturirebbero dalle indagini, ma siamo sicuri che ci sia la volontà di farle iniziare?
Siamo sicuri che, anche nel caso di Elena, siano state rispettate tutte quelle normative nazionali, sovranazionali, le sentenze ed ordinanze della Suprema Corte di Cassazione, le convenzioni europee, soprattutto quella di Istambul, quanto riporta la risoluzione del Parlamento europeo (6.10.2021), le disposizioni della UE, del Grevio?
Una drammatica storia, quella di Elena, una donna forte, una mamma coraggiosa che non solo non è stata protetta da chi avrebbe l’obbligo di farlo, ma anzi è stata catapultata nell’inferno della violenza istituzionale.
Stesso comune denominatore che unisce tante mamme quando denunciano le violenze domestiche. Si passa da vittima a carnefice in un secondo, le violenze si trasformano in semplici conflitti – visioni della vita differenti; si è accusate di essere “simbiotiche, ostative, alienanti ” della cosiddetta Pas (la ascientifica sindrome di alienazione parentale). Ti allontano i tuoi figli con la violenza perché hanno paura del padre violento, li collocano in una casa famiglia, poi dal padre violento, e poi la mamma sparisce dalla vita dei figlio con buona pace della diritto alla tanto nominata bigenitorialità e soprattutto dalle legge della natura.
Ed ancora le mamme allontanate dai propri figli subiscono anche la violenza economica perché condannate al pagamento delle spese processuali derivate dai rigetti delle istanze depositate per contrastare le aberranti decisioni prese in violazioni di legge.
Ma quella violenza domestica termina nel momento in cui vieni allontanata dai tuoi figli? No, aumenta, perché il violento si sente autorizzato a perpetrare ancora più violenza, atteso che è difeso da una parte delle Istituzioni che proteggono il sistema.
E poi le denunce penali che le mamme sporgono depositando una quantità infinita di prove? Quasi sempre vengono archiviate con la “motivazione” secondo cui essendo state sospese o revocate della responsabilità genitoriale non hanno alcun diritto di denunciare e nulla gli è dovuto, in sostanza prenditi le botte e stai zitta! Messaggio chiaro, ma non determinate, perché le mamme continuano a lottare per amore dei propri figli, senza sosta.
Senza figli, anni ed anni di cause civili e penali, senza disponibilità economica, condannate alle spese processuali, i padri violenti non pagheranno più alcuna spesa per i figli, spese o mutui della casa coniugale e mantenimento, ma guadagneranno sulle condanne imposte alle ex mogli/compagne.
Un modus operandi ben strutturato, “semplicemente” perfetto, studiato per essere “applicato” per ogni mamma che ha avuto il coraggio di denunciare.
Ma con tutte quelle belle leggi che ci facciamo? Tutte quelle belle parole sulla violenza contro donne e bambini che significato hanno?
L’allontanamento traumatico dei propri figli, la devastazione della intera adolescenza impregnerà inevitabilmente la loro esistenza, con l’assoluzione dei carnefici. Una adolescenza ed una vita distrutta per innocenti bambini, non chiamatela giustizia.
Un estratto dal libro:
“Back to Mum, Cammino fino a voi” di Elena Sorba, Arca edizioni
“Per cercare di salvarli ho dovuto perderli.
Nel momento nel quale tutte le mamme sperimentano il dolore assoluto, il momento in cui ti staccano il cuore e bisogna consegnare i bambini a una casa famiglia, io ho respirato…
Avevo messo il mio cuore al sicuro (per lo meno così pensavo). Con un ultimo estremo sacrificio.
È questa l’unica possibilità che dà la giustizia a una mamma che cerca di proteggere i suoi bimbi?
Nessuno li ha protetti dopo tre anni di denunce, segnalazioni, perizie di neuropsichiatre, referti del pronto soccorso…
Per essere al sicuro devono perdere anche la mamma; non hanno già sofferto abbastanza? Quanti traumi per questi bambini?”
Il 22 dicembre si terrà udienza per mamma Elena ed i suoi due figli presso il tribunale per i minorenni di Milano. Ci auguriamo che la magistratura dia prova che le leggi devono essere rispettate, non violante in nome anche di quel superiore interesse dell’amore tra le mamme ed i propri figli. L’unica giustizia che ci si aspetti è il ritorno a casa dei due bimbi dalla propria mamma.
Le date delle presentazioni:
il 3 dicembre alle ore 16,30 presso la Sala civica, piazza Roma, Mariano Comerese (CO), Poliedriche sfumature di libertà delle donne). Ingresso libero.
In occasione della presentazione del libro di Elena, sarà presente anche Cinzia Leone, ex senatrice, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere che nella legislatura precedente ha lottano per cercare di dare giustizia alle donne vittime di violenze.
il 4 dicembre 2022 alle ore 17,00 presso il cinema teatro iris, piazza Martiri 5, Dronero (CN). Ingresso libero.
il 18 dicembre 2022 alle ore 18,00 presso HUG Via Venini 83 Milano. Per prenotazioni scrivere a esorba@yahoo.com. Tessera obbligatoria, 3 euro.
Stefania Ascari, deputata della attuale legislatura (già membro della commissione giustizia ed antimafia, capogruppo” commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori”), accompagnerà Elena per una rappresentazione di ciò che nessuna donna dovrebbe mai vivere.
La presentazione del 3 e 18 dicembre è stato organizzato dalla associazione Penta, presidente Rosaria Battaglia che ha raccolto i fondi con eventi contro la violenza sulle donne per finanziare il libro.
La presentazione del 4 dicembre è stato organizzato dalla associazione Mai + Sole, presidente Adonella Fiorito.
Si ringraziano le due associazioni per un lavoro concreto al supporto delle donne che vivono una violenza quotidiana e patiscono il doloro più grande, l’allontanamento dei propri figli.
Di Giada Giunti
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