Giada Giunti, vicepresidente dell’associazione Verità Altre, in occasione del 6° anniversario di quello che definisce il “sequestro a scuola” del figlio, posta un video su facebook e tagga il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministero della Giustizia, la Ministra della famiglia, natalità e pari opportunità, Eugenia Roccella, il presidente del Senato Ignazio la Russa, il sottosegretario alla giustizia Delmastro delle Vedove.
Mostrando un albero di Natale mamma Giada esordisce nella giornata del 15 dicembre 2022 “questo è un albero di Natale, ci sono luci ed alberi in tutta la città, in tutta Italia, in tutto il mondo, ma per tante mamme e soprattutto per tanti figli non c’è un Natale, non c’è una luce, non c’è amore, non c’è una casa piena di sentimenti quelli puri e veri perché i nostri figli sono stati allontanati in modo cruento e violento”.
E il 6° anniversario dal giorno in cui ben 12 persone di cui 5 agenti dell’anticrimine si sono recati a scuola del figlio, lo hanno portato in una stanza isolata, dopo 3 ore di pianti nei quali il figlio “faceva presente che non si poteva utilizzare violenza contro di lui e chiedeva di chiamarmi, due lo hanno preso per le braccia, uno per le gambe, lo hanno trascinato nei corridoi della scuola, l’hanno sbattuto nella macchina di servizio del responsabile della casa famiglia che era andato a prendersi la sua preda, ossia i suoi 150, 180 circa euro al giorno” e poi collocato in una casa famiglia”.
Non si dà pace mamma Giada, atteso ciò che sta subendo ormai da ben 12 anni, dal 2010 anno in cui ha deciso di lasciare l’ex marito che l’ha minacciata di allontanarle il figlio, proprio come poi è avvenuto.
Qual è la colpa di questa mamma e di questo figlio, che cosa hanno fatto per far sì che abbiano subito l’inferno sulla terra, si chiede la vicepresidente di Verità Altre e dà una risposta che è scritta nelle sentenze “la mamma è simbiotica”, e siccome il figlio (e la mamma) ha paura del padre diagnosticato violento e pericoloso – ci racconta la mamma – “secondo alcuni, taluni magistrati l’unico modo per far recuperare un rapporto affettivo padre-figlio è quello di allontanarlo dalla madre in maniera cruenta e violenta, massacrarlo per tutta la vita creandogli uno shock che non dimenticherà mai, rinchiuderlo in una fatiscente casa famiglia e poi affidarlo allo stesso padre che ha chiesto il collocamento in casa famiglia per il proprio figlio”.
Tutto questo, ritiene Giada che sia dovuto ad una “vendetta” dell’ex marito pur di fargliela pagare per averlo respinto, rifiutato, lasciato.
Non c’è dolore più grande, afferma mamma Giada, di essere tenuta lontana dal figlio che viene “sistematicamente maltrattato e sotto minacce continue”.
Sottolinea mamma Giada che il figlio è stato poi affidato “al padre diagnosticato violento, con il disturbo del pensiero, disturbo della personalità, aggressivo anche nei confronti del figlio, dagli stessi tribunali, sulla base delle false relazioni del servizio sociale.
E allora ecco il motivo per cui, osserva la Giunti “ continuano i femminicidi, i bambini sgozzati dai padri violenti, i maltrattamenti – ed aggiunge – noi donne abbiamo avuto il coraggio di denunciare, ma ogni volta che noi denunciamo le violenze domestiche entriamo in un sistema criminale, un modus operandi ben strutturato che è la violenza istituzionale, che è l’inferno sulla terra”.
Giada racconta che è qualcosa di inconcepibile che in uno Stato civile avvenga che “10, 20, 30 persone si rechino nelle scuole, nelle abitazioni, negli ospedali per prendere questi poveri bambini con la violenza?”
La vicepresidente di Verità Altre invita le Istituzioni, l’attuale Governo a risolvere con la massima urgenza quello che lei definisce “il dramma del secolo”.
“E’ il 6° Natale per me senza mio figlio, ci sono tante madri senza i propri figli, non è possibile tutto questo” afferma in una serata fredda in una nota piazza di Roma con un bell’albero di Natale al fianco.
Noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare anche al penale, ma subiamo violenze istituzionale”, ricordando che pochi giorno fa è arrivata un’altra archiviazione che “ arrivano a raffica, a raffica”.
La Giunti ricordando che è stata accertata la violenze secondaria (quella istituzionale) anche dalle due commissioni d’inchiesta, la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere al Senato e la “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori” alla Camera, si chiede chi siano i veri responsabili degli allontanamenti dei figli dalle braccia soprattutto delle madri per rinchiuderli nelle casa famiglia se poi restano “sempre tutti impuniti?”
Cita poi una particolare archiviazione che ha dell’assurdo, a seguito di una sua denuncia per aver subito una aggressione davanti al figlio.
Mamma Giada racconta di essere era stata rinviata a giudizio per calunnia nonostante avesse depositato molteplici prove dell’aggressione ricevuta dall’ex marito: “ i certificati del pronto soccorso, indicato i sei testimoni, una richiesta allontanamento dell’ex marito da parte di un maresciallo dei carabinieri, nonostante un PM avesse riscontrato elementi di reità, la Questura abbia accertato maltrattamenti in famiglia, nonostante le numerose videoregistrazioni”. La Giunti aggiunge che “ il PM ed il Gip dichiarano il falso nella richiesta di rinvio a giudizio e nel decreto di imputazione nei quali veniva dichiarato “che avevano ascoltato due testimoni addirittura 2 mesi ed 11 giorni prima che il mio ex marito depositasse la denuncia per simulazione di reato che il PM ha tramutato in calunnia”.
La donna, precisa la modalità di aggressione subita “mi ha aggredito, mi ha sputato in faccia, mi ha messo le mani al collo, mi ha sbattuto con lo sportello, io non mi potevo muovere, tutto davanti a mio figlio terrorizzato. Il mio ex marito poi ha falsificato una dichiarazione testimoniale dattiloscritta e l’ha allegata alla denuncia, poi mi ha denunciato falsamente; l’avvocato del mio ex marito ben consapevole che si trattava di una falsa denuncia, ha chiesto addirittura 250.000 euro di risarcimento danni”.
Un’altra domanda che si pone mamma Giada è proprio sul come poter uscire da una situazione simile.
“Allora chiediamo aiuto al Governo” e poi ben consapevole che la sua condizione è simile a tante mamme che hanno vissuto la sottrazione dei propri figli e che passeranno un altro Natale senza di loro “mando un abbraccio a tutte le mamme che sono vittime di questa violenza istituzionale, continuiamo, continuiamo a far capire che dietro tutto questo c’è questo sistema ben preciso” e poi si rivolge ai bambini “ vi mando un abbraccio, forza bambini, forza, con tutte le forze che avete”.
A conclusione del video pubblicato sul suo profilo facebook incoraggia mamme e bambini “facciamo di tutto per ritornare insieme ai nostri figli”.