La notte di Natale è venuta a mancare a 93 anni all’Ospedale Sant’Andrea di Roma, la scrittrice e pedagoga, Elena Gianini Belotti, che nel 1973 pubblicò il suo saggio “Dalla parte delle bambine”
Ma chi era Elena Gianini Belotti? Nata da famiglia bergamasca e cresciuta a Roma nel quartiere Pietralata, diplomata alla Scuola Assistenti Infanzia Montessori, iniziò a sedici anni a scrivere racconti per le riviste femminili. Nel 1960 prima partecipò e poi ne diventò la direttrice del Centro Nascita Montessori. Dal lavoro negli asili nido e dall’osservazione dei loro comportamenti, pubblicò nel 1973 con Feltrinelli, il suo primo saggio “Dalla parte delle bambine”, testo che individuava e analizzava i comportamenti sociali, culturali diversi a cui vengono sottoposti maschi e femmine.
Quel libro che ha venduto migliaia di copie è passato come staffetta femminista, da madri a figlie. Nel suo libro scriveva «Cappuccetto Rosso, è la storia di una bambina al limite dell’insufficienza mentale che viene mandata in giro da una madre irresponsabile per cupi boschi infestati da lupi, Biancaneve è anche lei una stolida ochetta che accetta la prima mela che le viene offerta, per quanto sia stata severamente ammonita di non fidarsi di nessuno. Cenerentola è il prototipo delle virtù domestiche, dell’umiltà, della pazienza, del servilismo, del sottosviluppo della coscienza».
Nel 1980 pubblicò “Prima le donne e i bambini”, nel 1983 “Non di sola madre” e nel 1985 “Il fiore dell’Ibisco”, con il quale vinse il Premio Napoli. Scrisse anche alcuni romanzi, il più noto era “Prima della quiete” (Premio Grinzane Cavour, Premio Viadana e Premio Maiori), sulla storia di un’insegnante toscana morta suicida dopo una storia di diffamazione che la coinvolse: Italia Donati.
Il Presidente dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi) di Roma, Mario Rusconi, ha commentato «Elena Gianini Belotti ha segnato una tappa fondamentale di progresso anche e soprattutto nell’ambito della scuola, quando ancora nei primi anni ’70 esistevano classi separate fra maschi e femmine. Ha sempre valorizzato il ruolo femminile ma mai in antitesi con quello maschile. Anzi sostenendo l’importanza della collaborazione fra i vari soggetti sia maschili che femminili senza mai scadere in retoriche sessiste. E’ riuscita a dare un contributo importante alla pedagogia per quanto riguarda la capacità delle ragazze di interessarsi a tutto un mondo culturale che veniva ritenuto esclusivo appannaggio dei maschi».
Eleonora Francescucci