Daniela Di Benedetto ritorna in scena con La distruzione dei sogni, edito da Il filo di Arianna. L’autrice ha raccolto in questo libro tre racconti ambientati in periodi diversi – il primo negli anni Ottanta, il secondo negli anni Novanta, il terzo in anni recenti – accomunati da un filo conduttore tutt’altro che positivo. Tre uomini, tre donne, tre incontri. Vite diverse, eppure procederanno tutte verso una sorte drammatica. La distruzione di un sogno, come appunto cita il titolo, a spese dell’uomo di turno che per amore di una donna ha messo in gioco le sue speranze.
“L’ineluttabilità del destino dell’uomo che in eterno cederà al fascino femminile” è ciò che tende a simboleggiare La distruzione dei sogni attraverso queste storie. L’autrice ci mette di fronte a scene chiare ben descritte, rendendoci partecipi di sensazioni e sentimenti, amori, dubbi, decisioni, paure, drammi. Sofferenze. Elementi ben mescolati che mantengono desto l’interesse per le sue storie fino all’ultima pagina. Di certo si rivela un brillante quanto duro monito, sia per gli uomini che per le donne che scoprono l’amore in situazioni turbolente.
- Come nasce questo libro?
E’ nato nel momento in cui ho scoperto che tre dei miei racconti lunghi avevano un filo conduttore: l’amore che distrugge una persona, anche se si tratta di un amore non ricambiato o non consumato.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Siamo in un mondo in cui il lieto fine non esiste, ogni individuo pensa solo al proprio benessere personale e nel perseguirlo non si preoccupa di spingere altre persone sull’orlo di un abisso, questo è il messaggio fondamentale.
Leggi il mio libro perché…
Perché sembra di vedere dei film, in particolar modo nel primo racconto, L’Oasi. La ricerca dei dettagli è stata così curata che la prima stesura risale addirittura a 40 anni fa, anno 1981, ma solo adesso sono soddisfatta del risultato. Inoltre l’approfondimento psicologico è intenso e assolutamente insolito, visto che io sembro stare dalla parte dei protagonisti maschili. Cerco di leggere da sempre l’animo maschile.
Progetti futuri?
Dedicarmi alle sceneggiature cinematografiche, già ho iniziato a farlo e ho prodotto un film. Purtroppo mi vengono chieste sceneggiature comiche, e le ho, ma prima di morire vorrei realizzare qualche film serio!
Conclusioni..?
Non scrivo come gli autori moderni che si dilungano nel descrivere strade, stanze e persino monumenti. Presto attenzione più ai personaggi e all’azione, i miei modelli sono Steinbeck, Irwin Shaw, Cornell Woolrich, Mauriac, Maupassant, Francoise Sagan, tanto per citare tre americani e tre francesi. Io descrivo grandi passioni come si usava una volta, del resto sono nata negli anni Cinquanta.
Tristano Quaglia