Riva del Po, nasce come colonia romana intorno al 9 a.C.; le mura di difesa vengono costruite in forma quadrangolare con lati di circa 600 x 750 metri ed assume il nome dell’imperatore del periodo storico: Cesare Ottaviano Augusto, per ricordare alla popolazione celtica stanziata lungo l’argine del Po, chi era il loro imperatore poiché erano alleati dei Romani e da secoli insediati sul territorio circostante.
Ricostruzione storica del castrum romano lungo la riva del Po
Lungo le basse mura, costruite a corsi alternati di laterizio e ciottoli, era il castrum romano di guardia. I sobborghi di Riva del Po a destra del fiume stesso, si svilupparono in prossimità delle caserme, dei magazzini nei pressi dell’accampamento dei soldati di guardia, come gli attuali comuni di Berra, Bondeno, Ferrara, Mesola, Ro, Terre del Reno. La cittadina si sviluppò, dal nucleo originario, già nel II secolo. A causa di fenomeni geologici nei due secoli successivi l’area divenne però paludosa.
Da questo argine i romani avevano il controllo dell’area fluviale
Già all’inizio del IV secolo, tale fenomeno fu così evidente da rendere inservibile buona parte delle strutture.
Nella campagna, tra i campi arati che hanno distrutto e reso irriconoscibile il castrum, ancora oggi si scorgono tra la terra e la fanghiglia segni cementizi di quell’avamposto di guardia, segno di incuria storica di tutta l’area della riva del Po.
Rudere costruito su fondamenta romane
È anche vero che le innumerevoli esondazioni hanno allontanato la popolazione dall’argine contiguo, relegandola a qualche chilometro più su. Al di là del Po, nella riva romagnola, i primi popoli che abitarono quelle terre furono gli Etruschi, mentre la riva veneta era abitata da insediamenti celtici.
La riva destra e la riva sinistra del Po
È anche vero che la forza dell’acqua del Po è sempre stata un aiuto inseparabile della popolazione contadina poiché serviva a far ruotare le pesanti macine dei mulini per la frantumazione del grano e del farro, riducendolo a farina trasformabile in pane.
Antico mulino di epoca medioevale nel Po
È solo nel XVI secolo l’impianto del mais in area padana ed i mulini nacquero, con gli intenti di non perdere ciò che è storia dei paesi che vivevano vicino al fiume, nella zona tra Ferrara e l’unione delle terre dei fiumi; nell’area c’erano circa 400 mulini, poiché l’alimento principale nella riva della zona del Ferrarese era il mais ed il grano. Nella riva che bagna il Veneto si macinava il mais, e coloro che vivevano all’interno dei mulini, erano persone che tra la produzione delle farine e la manutenzione della macina, lavoravano h 24, la particolarità è che sin dai tempi primordiali si usava l’energia idrica per produrre farine, ed era quella, l’energia “GREEN”, parola, oggigiorno usata spesso, ma con molti limiti nell’attuazione; un altro piccolo aneddoto: coloro che lavoravano sulle rive del Po, avevano una vita propria ed un loro mondo, non contaminato dalle idee “politiche” dei vari paesi, e se succedeva qualcosa di grave, l’attraversamento del fiume con lo zatterone a fune, sarebbe stata una via di fuga relativamente comoda, insomma una vita spesa a mandare avanti un paese, e nello stesso tempo essere quasi dimenticati e non amalgamati con la realtà dei borghi e dei paesi limitrofi.
Andrea Zamboni sindaco di Riva del Po
Riva del Po è l’unione di due comuni Berra e Ro avvenuta nel 2019. Questa fusione di comuni è amministrata dal sindaco dott. Andrea Zamboni, che ha dato piena disponibilità per l’approvazione e la continuazione di numerosi progetti tralasciati dalla precedente amministrazione, tra i quali: La Mostra di Arte e Mestieri e tradizioni popolari contadine, situata a Guarda Ferrarese, di fronte a Guarda Veneta, dove avvengono periodicamente intrattenimenti a carattere didattico, culturale e creativo per gli alunni delle scuole medie, per dare loro la conoscenza della storia rurale dell’area che li ha portati fino alle soglie del XX secolo e che li accompagnerà con la tecnologia futura. La Mostra si trova in un luogo storico dove era ubicata la torre di Guardia di avvistamento, che ha dato il nome al paese, Guarda, fino al crollo della stessa dopo il bombardamento dei tedeschi nella 2° guerra Mondiale.
Torre di Guardia, ricostruzione storica
Poi si passa ad un altro importante progetto che trova “terreno fertile” nella riscoperta di scavi archeologici che riportano alla luce l’antico sito voluto dall’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, con il castrum romano, il loro accampamento. D’altronde, con questo sistema di spostamenti e accampamenti rapidissimi e precisi Gaio Giulio Cesare con le sue legioni e la sua strategia sbaragliò e sottomise le tribù celtiche della Gallia e quelle germaniche stanziate lungo il Reno, facendo diventare romana mezza Europa in soli otto anni, dal 59 al 51 a.C.
Casa rurale vicino l’argine del Po
Altro progetto che questo comune ha in elenco è il restauro del Mulino del Po che è collassato a Ro Ferrarese.
Il Mulino collassato nel Po
Il Mulino sul Po è sprofondato, fagocitato dalle acque del Grande Fiume, che hanno riempito uno dei due scafi facendolo collassare, come già era successo in una estate passata, quando il corso del Po era in secca.
Il Mulino del Po
Ciò comunque è accaduto per mancanza di sorveglianza e di manutenzione da parte di un’amministrazione comunale totalmente immobile e l’assenza di volontari della protezione civile, di vigili del fuoco e autorità del posto. Il sindaco Andrea Zamboni se ne fa carico, risolvendo ciò che le passate amministrazioni comunali non hanno fatto per mancanza di sensibilità culturale.
Il Mulino in manutenzione tra le nebbie
Il mulino attualmente è in attesa di restauro e riposizionamento del mulino stesso lungo lo scorrere dell’acqua del fiume ma il terreno acquitrinoso e melmoso ha rallentato i lavori di posizionamento.
Nel 1500 Ro era un dominio della famiglia D’Este e il borgo sorge sulla sponda destra del Po, la sponda etrusca. Il Mulino sul Po non sarà solo un museo all’aperto, ma rappresenterà un vero e proprio simbolo della realtà produttiva del territorio.
Il Mulino riassumerà la sua stabilità iniziale?
Sorge a Ro, come una fedele ricostruzione di un mulino ad acqua come quelli di un tempo. Da qui si può partire alla scoperta del territorio. Si tratta di una fedele ricostruzione dei mulini che si specchiavano nel fiume fino al 1912. Riproduce fedelmente il modello più semplice, a due scafi, una sola ruota e una macina funzionante. Nella struttura, perfettamente inserita nel contesto sociale e territoriale, sarà possibile assistere a prove di macinatura, toccare con mano la farina integrale contenente germe di grano, con la quale oggi come allora si produce il “pane più buono del mondo”.
La sua lunghezza è di 12,20 m. e la larghezza è di 9,36 m. Sarà possibile visitarlo grazie all’approdo attrezzato della golena sul Po.
L’autore dell’articolo ha constatato personalmente la situazione
Berra è un borgo sorto e organizzato nel 1908 in seguito al frazionamento del comune di Copparo e sorge sulle sponde del Po al confine con il Veneto. È un territorio che fu interessato dalle numerose deviazioni del Po nel corso dei secoli anche se, grazie ad alcuni reperti trovati nella località di Cologna veneta, è possibile datare la presenza di attività umane verso la fine dell’età Romana.
Buccheri in vetro e vasellame veneto
Al Museo Civico archeologico di Cologna Veneta è collegata gestionalmente una seconda struttura, il Museo lapidario, che ospita lapidi, iscrizioni, anfore romane e alcuni calchi, tra cui quello di un focolare preistorico e una copia dell’Obelisco Nero del sovrano assiro Salmanassar III.
L’Obelisco nero conservato nel Museo Civico di Cologna Veneta
Nel 1194 l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI di Svevia lo cedette agli Estensi, per avergli garantito (assieme ai comuni del nord) la neutralità durante la sua discesa verso il meridione d’Italia, dove venne incoronato re di Sicilia col nome di “Enrico I di Sicilia”. Era il secondo figlio dell’imperatore Federico Barbarossa. Enrico era anche un mecenate dei poeti e un abile poeta lui stesso.
Il 27 ottobre 1597, alla morte di Alfonso II d’Este, che non aveva lasciato eredi diretti, Papa Clemente VIII annette l’intero Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio in quanto il territorio stesso era feudo pontificio; non accettando la successione da Alfonso al cugino Cesare d’Este, anche se la stessa precedentemente era stata riconosciuta dall’Imperatore Rodolfo II.
Dopo la parentesi napoleonica ritorna allo Stato Pontificio nel 1816, in seguito alla restaurazione operata dal Congresso di Vienna sin dal 1815.
La Diocesi di Adria, Rovigo, manterrà il controllo giuridico del paese fino ai primi anni del XIX secolo quando passò sotto il controllo ravennate e al definitivo passaggio, nel 1966, all’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.
Attualmente il sindaco di Riva del Po, di Berra e Ro, dott. Andrea Zamboni, è propenso alla rivalutazione storica e culturale dei tre comuni che amministra, dando così l’avvio alla rinascita della zona.
Igor Rossett, artista e critico d’arte
Tutto questo è venuto alla luce grazie allo spirito d’iniziativa di un artista, pittore, residente in zona, Igor Rosset, le cui opere sono esposte nelle gallerie museali di Atene ed in altre città di questa nostra Europa.
Giuseppe Lorin