Nella scorsa legislatura si è conclusa la “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori” con la conferenza stampa sulla relazione finale tenutasi il 5 ottobre 2022 nella Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto.
“E’ emerso un sistema di tutela minori pieno di falle”, lo afferma l’on.le Stefania Ascari (M5S), commissione giustizia, che è stata la prima firmataria della proposta di legge per l’istituzione della Commissione.
Carenza di formazione da parte di tutti gli operatori che ruotano attorno alla tutela dei bambini” riferendosi magistrati, avvocati, assistenti sociali, consulenti tecnici d’ufficio (CTU) e di parte (CTP) “creando dei danni irreparabili fino ad arrivare a quella che è la patologia del sistema che è stato il caso Bibbiano, Angeli e Demoni”.
In Commissione, dopo attenta analisi della corposa documentazione e registrazioni comprese, è emerso che “a seguito di denunce soprattutto da parte delle mamme per violenza di genere, erano le mamme a essere messe sul banco degli imputati, soprattutto a non essere credute nell’aver subito violenza”.
Ciò ha comportato osserva la Ascari “un ribaltamento dei ruoli in cui la vittima è stata messa ovviamente sul banco degli imputati, si è ha creato un corto circuito perché a seguito di questa segnalazione i minori sono stati allontanati dal nucleo familiare, inseriti all’interno di circuiti di case famiglie” le quali in certi casi non erano idonee per quanto riguarda “la cura e l’educazione, ma soprattutto il progetto educativo”.
I bambini venivano allontanati per lunghi periodi con frequentazioni con le mamme di una volta ogni tre mesi, precisa la deputata e cita un caso noto “dei quattro fratellini di C. che sono stati allontanati dalla mamma, collocati in quattro case famiglie diverse e poi dopo un anno di sofferenze, di processi, di interventi giudiziari sono tornati nella famiglia, comportando però delle conseguenze personali e morali irreparabili”.
Data la gravità relativa agli allontanamenti dei figli soprattutto dalle mamme, (anche in Commissione la percentuale delle mamme rispetto ai papà è notevolmente differente), a seguito della constatazione di un sistema pieno di falle, emerge la necessità di “uscire con un decreto legge urgente per intervenire e migliorare queste falle, questi vuoti normativi, soprattutto per quanto riguarda il principio di gradualità. Nel momento in cui c’è una situazione di fragilità, non si allontana il minore dall’intero nucleo familiare, ma si guarda ai parenti entro il quarto grado, si guarda ai familiari che sono vicini al minore, invece di inserirlo direttamente in una comunità educativa” come avviene per bambini piccolissimi da zero a sei anni, evidenzia la Ascari.
Altro punto fondamentale che potrebbe portare una parte della soluzione è che “i minori devono essere sentiti con l’attivazione dell’audio videoregistrazione” perché è più tutelante per il minore, ma anche per la famiglia ed in sede processuale per fornire una difesa” più oggettiva.
Come prima firmataria la deputata m5s ha depositato su questi temi una proposta di legge che si augura venga al più presto calendarizzata oppure che “il Governo esca con un decreto legge”.
Un’altra necessaria e fondamentale modifica – ritiene la Ascari – è alla “legge 54 del 2006 in tema di bigenitorialità, perché non ci può essere una bigenitorialità a tutti i costi – frase che spesso sottolinea – quando uno dei due genitori è un genitore violento, è imputato per reati di maltrattamenti in famiglia, abusi, molestie e stalking”.
Sebbene sia già previsto dalla legge, la Ascari ci tiene a precisare che “ ovviamente non si può imporre a un minore di vedere un genitore violento se ha sempre assistito a situazioni intra-familiari di violenze”.
Per bloccare o ridurre danni irreparabili come quello sopra citato ed altre decisioni che si sono dimostrate errate, ma già hanno causato danni irreversibili, secondo la deputata m5s è anche quello che i “tribunali civili e penale si parlino di più per evitare situazioni di collocamento intra-familiare o comunque di gestione tra madri e padri quando ci sono pendenti dei procedimenti per maltrattamenti in famiglia”.
Si dall’inizio della nuova legislatura la parlamentare aggiunge che sta continuando a ricevere “numerose segnalazioni come avvenuto nella scorsa legislatura”, sta presentando interrogazioni parlamentari al “ministro di competenza che mi auguro risponda rispetto alla scorsa legislatura e che invii ispettori ministeriali, qualora ci siano gravi situazioni e ci siano i presupposti per responsabilità disciplinari”.
A conclusione della sua dichiarazione la Ascari precisa che “in caso di abusi di potere o abusi per quanto riguarda il diritto, di carenza di conoscenza del diritto, chi paga le conseguenze sono i bambini che subiscono gli allontanamenti dai genitori, in particolare le mamme che denunciano violenze”. Mamme – aggiunge – che vengono messe sul banco degli imputati, questo “è inaccettabile e bisogna porre immediatamente rimedio”.
Le mamme, coloro che subiscono violenza, soprattutto i bambini sono in attesa di giustizia e protezione.
Di Giada Giunti