Il 19 gennaio alla Camera dei Deputati, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha illustrato la relazione sull’amministrazione della giustizia. Un discorso che aveva già tenuto il giorno precedente in Senato. Il Guardasigilli ha elencato numerosi punti, ha sortito applausi anche dall’opposizione, standing ovation e qualche contestazione dal PD, ma come dice l’inquilino di Via Arenula, è fisiologico, è democratico, utile per un sano contraddittorio e con l’eleganza e garbo che lo contraddistingue ha sempre una parola di ringraziamento.
Il Guardasigilli ha tenuto il suo chiaro e concreto discorso per quasi un’ora, intervento che è iniziato con un “ringraziamento alla magistratura e a tutte le Forze dell’ordine per la brillante operazione” riferendosi ovviamente all’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio. “ È stato un grande momento per lo Stato, per la legalità”. E’ stato infatti uno dei primi a congratularsi con il “collega Procuratore della Repubblica di Palermo, con il Comandante generale dei Carabinieri e con il collega Ministro dell’Interno per questa – ripeto – brillante operazione”.
A differenza dell’intervento del 18 gennaio al Senato Nordio parte da un aspetto “che, in questo momento, più mi sta a cuore, anche se è quello che, mediaticamente, ha assunto meno importanza e ha suscitato meno discussioni e meno polemiche”, ossia quello “dell’efficienza della giustizia, soprattutto, della giustizia civile. Il nostro sistema giudiziario – continua il Ministro – è così criticamente afflitto da una serie di negatività, che, mediamente, ci costa 2 punti di PIL all’anno.
In questo senso, stiamo operando in vari settori, che si possono riassumere in poche parole: digitalizzazione, modernizzazione, giustizia di prossimità, semplificazione delle procedure e, naturalmente, nei limiti del possibile, aumento delle risorse”.
Facendo riferimento al PNRR precisa che “gli obiettivi che sono concordati con l’Europa, da raggiungere entro il 2026, riguardano soprattutto la riduzione del disposition time e l’abbattimento dell’arretrato. In particolare, per quanto riguarda il contenzioso civile, rispetto ai dati rilevati al 31 dicembre 2019, miriamo alla riduzione del 40 per cento dei tempi di trattazione delle cause e del 90 per cento dei procedimenti pendenti da oltre 3 anni in primo grado e 2 anni in secondo; per il processo penale, la riduzione del 25 per cento del disposition time, sempre rispetto al medesimo anno di riferimento”.
Nordio fa presente che alcuni “obiettivi previsti per il 2022, per l’attuazione dell’ufficio per il processo – che, come sapete, è uno dei cardini della riforma che ci consente di ottenere gli aiuti europei – sono stati raggiunti in anticipo rispetto alle scadenze previste. In particolare, per quanto attiene al target relativo al reclutamento di almeno 8.700 unità entro il 31 dicembre 2022, al 1° dicembre sono state reclutate ben 10.700 unità. Anche la procedura per l’assunzione del personale tecnico di supporto all’attuazione del Piano è stata conclusa in tempi ristretti con l’immissione in servizio dei vincitori prima della fine dell’anno. In stato avanzato è anche l’attuazione degli investimenti che concernono l’edilizia giudiziaria, che, com’è noto, riguarda una serie di interventi miranti a riqualificare e valorizzare il patrimonio immobiliare dell’amministrazione della giustizia, anche in chiave ecologica e digitale. È nostra intenzione, e questo è molto importante, differenziare i luoghi di detenzione temporanea, ad esempio per gli arresti in flagranza, da quelli per l’espiazione di pene più lunghe, e, in questo contesto, operare un’ulteriore distinzione in relazione alla loro durata e alla natura del reato che la giustifica”.
Nordio ed il riferimento alla riforma Cartabia per la quale il Ministero “cercherà di rimediare, con un intervento chirurgico e mirato, nel più breve tempo possibile”.
“Il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli” – spiga il Ministro – non riguarda soltanto, come molti dicono, l’ingresso e l’uscita dei magistrati dalla politica. È un’espressione molto più antica, che riguarda quel fenomeno per il quale una persona arrestata in flagranza oggi transita nel carcere e viene liberata 48 ore dopo. Quindi, c’è tutta una serie di attività che implica risorse umane, finanziarie, cartacee, eccetera, che, alla fine, si rivela assolutamente inutile. In questo senso, la riforma di chi mi ha preceduto, la riforma Cartabia, era andata nella giusta direzione, perché effettivamente un arresto al quale poi consegua quasi immediatamente la liberazione, salvo questo intervallo dentro un carcere, dove magari stanno espiando le pene, è assolutamente irrazionale. È vero, peraltro, che questa riforma ha creato alcune criticità che ormai sono note a tutti e alle quali questo Governo cercherà di rimediare, con un intervento chirurgico e mirato, nel più breve tempo possibile”.
La digitalizzazione ed i mancati investimenti in Italia da parte degli stranieri
La digitalizzazione del processo civile e penale sono in pieno svolgimento, assicura Nordio e per quanto riguarda i tempi “ il Ministero adotterà entro il giugno del 2023 gli atti regolamentari necessari per l’effettiva applicazione delle disposizioni contenute nei decreti legislativi attuativi. Non ripeteremo mai abbastanza che la definitiva riduzione dei tempi dei procedimenti giudiziari costituisce un elemento essenziale del sistema complessivo cui gli investitori guardano con particolare attenzione”.
Comunica ancora di aver avuto vari contatti con Autorità e con colleghi stranieri, ricevuto molti ambasciatori, e “la lamentela unanime è che in Italia non si possa investire, perché l’incertezza del diritto e la lunghezza dei processi rendono antieconomico l’investimento in Italia. Una giustizia efficiente garantisce la protezione dei diritti, delle proprietà e dei crediti, garantisce un adempimento delle obbligazioni che sia in termini ragionevoli, garantisce l’esazione dei crediti, garantisce quegli adempimenti contrattuali che, nelle democrazie occidentali, sono ordinari e normali, e che, invece, da noi sono diventati quasi un’eccezione”. Parole chiare ed oggettive perché dati alla mano corrisponde alla realtà. Non solo gli stranieri non hanno fiducia della giustizia italiana e poco investono, ma anche la maggior parte dei cittadini italiani che la reputano a volte come deludente, ingiusta, devastante della vita.
Per quanto riguarda l’edilizia giudiziaria ci saranno “interventi di manutenzione straordinaria, di riqualificazione ed efficientamento dei beni immobili dell’amministrazione della giustizia”. Quindi una buona dose di coordinamento e di monitoraggio per una operazione innovativa precisa il Guardasigilli.
“Abbiamo istituito presso il nostro Ministero una task force, un gruppo di lavoro che intende monitorare, cioè seguire, passo dopo passo, con frequenza quindicinale, le produttività dei vari uffici giudiziari”.
I dati vanno aggregati, occorre tenere conto delle risorse e delle pendenze di ciascun ufficio giudiziario, ma alla fine sarà possibile “verificare gli uffici che funzionano meglio e quelli che funzionano peggio, ma non con funzioni o con aspirazioni punitive, e direi nemmeno pedagogiche, ma semplicemente per dare un aiuto, soprattutto attraverso l’Ispettorato del Ministero della Giustizia, a questi uffici. Bisogna capire per far capire agli uffici che funzionano male come mai ci siano uffici che, a parità di risorse, a parità di personale e a parità di contenzioso, funzionano molto meglio”.
Con il suo fare sempre moderato il Ministro sottolinea ancora una volta che si tratta di una “politica di ausilio e di sostegno che vorremmo attuare, tenendo sempre presente – concetto che ripete – che la riforma della giustizia civile e l’accelerazione dei processi e delle cause civili sono elementi indispensabili per aumentare la nostra produzione economica e la nostra capacità finanziaria di attrarre gli investimenti”. Una giustizia che deve intervenire, quindi, anche sulla criticità economica.
Politica del personale, gli organici di magistratura ed i concorsi. “Il reclutamento del personale amministrativo è relativamente semplice, il reclutamento dei magistrati è dannatamente complesso”
Nordio sintetizza “il cursus per entrare in magistratura. Dopo aver elencato con precisione ogni passaggio e le relative attività burocratiche” precisa che “dal momento della consegna della domanda dell’aspirante magistrato al momento della consegna della toga passano cinque anni. Un sistema che non è molto razionale e dovrà essere cambiato. Altra problematica è la copertura dei posti a disposizione dei candidati magistrati. “Noi abbiamo indetto numerosi concorsi – in questi due anni, ne abbiamo fatti almeno tre – per oltre mille posti; accade tuttavia che, a fronte di una media di domande di circa 13 mila aspiranti, soltanto 3 mila o 4 mila candidati mediamente consegnino gli elaborati alla fine delle prove scritte e, di questi 3 mila, pochissimi – circa 400 o 500 – vengano ammessi alle prove orali, durante le quali avviene un’ulteriore selezione. Il che significa che questi posti, che noi pure mettiamo a concorso e che dovrebbero essere destinati a colmare gli organici della magistratura, organici che sono in sofferenza, non vengono occupati”. Secondo Nordio ciò non dipende dalle università con laureati inadeguati, ma “la criticità sta a valle, cioè in una eccessiva severità o selezione da parte delle commissioni per la magistratura, che si occupano della correzione di questi compiti perché non è possibile che, su 13 mila candidati che si presentano, mediamente, ad ogni concorso, soltanto 300 o poco più riescano, alla fine, a superare le prove”. I tempi del tirocinio verranno ridotti, anche per la carenza di magistrati.
Sicurezza penitenziaria
“L’azione ministeriale è stata orientata in due direzioni: la videosorveglianza e gli anti-droni perché, all’esito di un capillare monitoraggio effettuato sul territorio, al fine di dotare i reparti detentivi e gli spazi comuni di tutti gli impianti di videosorveglianza, si è visto che la tecnologia corre molto più veloce di quanto non facciano le leggi e le nostre disponibilità. Oggi la possibilità che hanno anche le organizzazioni criminali di controllare, quindi magari di facilitare le evasioni attraverso l’uso di questi strumenti nuovi – come, per esempio, i droni – impone a noi delle contromisure che siano altrettanto tecnologicamente avanzate”. Ed anche su questo il Ministero della Giustizia sta lavorando.
“Un’altra menzione riguarda il progetto di videosorveglianza della cosiddetta bodycam, cioè la dotazione strumentale della telecamera personalizzata, che è raccomandata dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale – che ha incontrato di recente – e rappresenta anche uno degli strumenti che assicurano la tutela dell’ordine e della sicurezza penitenziaria, a garanzia del personale di polizia penitenziaria, oltre che dei diritti delle persone detenute”.
Questa misura, spiega il Guardasigilli è a tutela anche della Polizia penitenziaria nei confronti della quale vengono inoltrate denunce assolutamente infondate e calunniose che compromettono la serenità del loro lavoro. Nordio riceve un applauso. “Quindi, questa introduzione tecnologica, nei limiti in cui potrà essere fatta senza violare la privacy e tutti gli altri diritti costituzionali, non deve essere vista né come un favore ai detenuti, né come un favore alla Polizia penitenziaria, ma semplicemente come uno strumento oggettivo per evitare che si verifichino, quantomeno, degli equivoci nella ricostruzione di fatti che possono suscitare allarme nell’opinione pubblica.
I suicidi nelle carceri
E’ un fardello di dolore commenta Nordio, osservando che il presidente Meloni durante il discorso introduttivo ha parlato di 82 suicidi, poi diventati 85 alla fine dell’anno.
“Noi stiamo cercando di individuare, anche attraverso degli studi psicologicamente mirati, le ragioni di questi suicidi, che molto spesso non sono giustificati dalle ragioni che si potrebbero, in teoria, pensare – penso ai casi di persone condannate all’ergastolo o estremamente ammalate o che si ritengano incompatibili con la situazione carceraria – , ma riguardano magari casi di persone che sono al limite dell’espiazione della pena e che stanno per essere liberate. Tutto questo non è psicologicamente molto spiegabile e vuol dire che il suicidio affonda le radici in altri problemi che noi stiamo cercando di studiare e chiarire, con lo scopo, possibilmente, di rimediarvi”.
Il Guardasigilli tiene a sottolineare che “non si ripeterà mai abbastanza: la salute del detenuto è un sacro dovere dello Stato”, parole che sortiscono un ennesimo applauso e continua “ e unitamente alla tutela della dignità e del lavoro delle guardie carcerarie, costituisce una sorta di simmetrica funzione dell’istituto penitenziario, che deve essere, sì, un istituto di espiazione, ma dove la pena non può e non deve mai essere contraria al senso dell’umanità. Come intende la nostra Costituzione, deve tendere alla rieducazione o al miglioramento delle condizioni del condannato”.
Per citare un esempio concreto e per il quale ha avuto una “sorpresa gradita” per quanto sia essenziale l’incentivazione al lavoro all’interno delle carceri Nordio ricorda che all’interno del carcere di Poggioreale a Napoli è presente una “ panetteria o una pasticceria, una segheria, un laboratorio, addirittura un atelier di pittura e di arti figurative”. Il lavoro può ridurre i disagi e i dolori del carcere ed aggiunge “Voltaire diceva che il lavoro è l’unica cosa che ci affranchi dalle due grandi disgrazie della vita, che sono il bisogno e la noia. Io aggiungerei che, nel carcere, il lavoro è l’unico elemento che possa affrancare il detenuto dalla situazione disperata in cui si trova.
L’inquilino di Via Arenula va oltre, unitamente alla professoressa Paola Severino che dirige “Recidiva Zero”, una istituzione orientata ad incentivare la formazione del lavoro nell’ambito del carcere, ma soprattutto “a trovare lavoro a chi esce dal carcere, perché non è sufficiente in carcere imparare qualche lavoro, se, poi, quando esci nella società civile, vieni respinto o vieni disprezzato o vieni abbandonato anche dal punto di vista finanziario”. Dati alla mano hanno dimostrato che trovare lavoro dopo il carcere abbia determinato l’abbandono dell’attività criminale da parte dell’ex detenuto.
Edilizia carceraria
“Noi stiamo lavorando al massimo per aumentarla nei limiti delle risorse disponibili. Abbiamo istituito un nuovo padiglione di 200 posti a Taranto, confidiamo nell’ultimazione dei lavori e della prossima attivazione dei nuovi padiglioni di 200 posti a Sulmona e di 92 posti a Cagliari. Per quanto riguarda il piano di edilizia penitenziaria dell’Amministrazione per l’avvio di altri padiglioni detentivi in aree libere e disponibili intramoenia per complessivi 84 milioni di euro – questi ci sono, aspettano soltanto di essere impiegati e noi li impiegheremo – è già stato inserito negli interventi programmati, la gran parte dei quali è già in atto”, comunica Nordio.
La giustizia minorile
Un pensiero che tocca “al cuore” dice il Ministro è quello della giustizia minorile che in questi anni è aumentata anche se non di molto. L’incremento ha portato “un innalzamento della presenza media giornaliera negli istituti penali per i minorenni da 308 nel primo semestre del 2021 a 355 nel primo semestre del 2022 e ha comportato, nella gestione degli istituti penali per i minorenni, ovviamente, delle criticità maggiori. Queste criticità sono aumentate dal fatto che, molto spesso, i luoghi di detenzione per i minorenni sono lontani dai luoghi di residenza di minorenni medesimi e, quindi, questo aumenta i disagi anche nei rapporti con le famiglie. Anche a questo cercheremo quanto prima di porvi rimedio”.
Stessi rimedi si auspicano nel più breve tempo possibile, attesa l’emergenza, per i bambini sottratti alle famiglie con metodi violenti, soprattutto alle madri già vittime di violenza domestica che hanno avuto il coraggio di denunciare. Serve ovviamente un lavoro consapevole, determinato e coraggioso, una conoscenza approfondita del sistema degli allontanamenti dei figli, riforme concrete dopo attenta analisi, il controllo della applicazione delle normative, un cambiamento radicale insomma, attesa la radicazione nel quale il sistema si è così pesantemente impregnato in una parte delle Istituzioni.
Accertato anche dalle due Commissioni, la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere” (nel particolare “la vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale“) al Senato, e dalla “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori” alla Camera le madri vengono allontanate dai propri figli sulla base di false relazioni, sulla base di false accuse e presupposti ascientifici come la Pas (sindrome di alienazione parentale) ed altri costrutti simili ascientifici più volte banditi anche dalla comunità scientifica, come pure dalle Istituzioni nazionali e sovranazionali.
Un dramma del secolo che deve essere scoperchiato e soprattutto risolto. Si auspica che il nuovo Governo, come ha già anticipato la Meloni nel discorso di insediamento (“e permettetemi una chiosa finale abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine” ponga un rimedio definitivo, come pure potrebbe emettere un decreto legge “salva bambini” che le è stato consegnato dalla sottoscritta. Molta documentazione depositata ed analizzata, utile per qualsiasi tipo di intervento il presidente decida di prendere, è agli atti, documenti e videoregistrazioni già esaminati e disponibili anche per nuova analisi. Sebbene serva tempo, studio del complesso fenomeno, sarebbe possibile intervenire con urgenza per impedire che un altro bambino venga prelevato con la violenza da 10, 20, 30 operatori e segnato a vita. Ogni minuto che passa un bambino perderà la serenità e l’amore della famiglia, è fondamentale, arrivare “prima”; a volte quel “prima” salva la vita.
Qualsiasi intervento ed iniziativa che ponga fine al dolore di innocenti bambini strappati come fossero dei criminali con l’impiego di numerose Forze dell’Ordine è determinante per impedire altri crimini efferati che devono terminare nel più breve tempo possibile. Già l’esistenza di migliaia di bambini è stata segnata a vita, con genitori che addirittura si sono suicidati dopo essere stati allontanati ingiustamente dai propri figli nella totale violazione di legge da tutti coloro che hanno abusato del proprio potere. Molti genitori si sono ammalati perché dell’allontanamento e l’impossibilità di proteggere tuo figlio che vedi sprofondare nell’inferno è troppo devastante per sopportarlo, il fisico, la mente non ce la fanno, è il dolore più grande. Questo sistema di porta all’isolamento (non voluto) perché molte persone ti abbandonano perché non hai più nulla di bello da raccontarti, perché sei triste se ti invitano, perché hanno paura delle Istituzioni (una parte), in particolare della magistratura perché pensano che se un genitore viene allontanato da un figlio e privato della responsabilità genitoriale qualcosa di grave deve aver certamente fatto; perché verranno chiamati come testimoni e loro non vogliono entrare in queste situazioni.
Questo sistema di porta ad impazzire (è quello che cercano di fare, per poi dire che sei pazzo) perché la tua vita precipita in un abisso dal quale difficilmente si esce “vivi”, una morte in vita, un femminicidio in vita a tutti gli effetti perché molto spesso parte soprattutto dalle richieste e dalla violenza degli ex mariti; hai tutti contro (inutile sottolineare di nuovo che si tratta solo di una parte, per gli altri un inchino), Carabinieri, Polizia, magistrati curatori speciali, assistenti sociali, educatori, tutori, ctu, ctp, avvocati, per cui è difficile sopportare tante accuse infondate, leggere tante perizie e relazioni falsificate, ricevere sentenze vergognose che segnano inesorabilmente la tue vita e quelle dei tuoi figli, dal paradiso sprofondi all’inferno in una solo “clic”, travolti da un ” insolito destino”.
Come è possibile che tutti relazionano il falso? E’ chiarissimo, significa ottenere e mantenere un ruolo di “potere”, incassare lauti guadagni, perché dietro alla lacrime dei bambini gira molto denaro. Basterebbe pensare che le rette delle case famiglia vanno dai 100 ai 400 euro al giorno per ogni bambino. Basterebbe pensare a tutte le figure istituzionali che vengono nominate per ogni bambino (magistrati, assistenti sociali, educatori, tutori, curatori speciali, ctu, ctp, avvocati, etc etc) alle quali vengono elargiti cospicui compensi.
Alla violenza istituzionale accertata anche dalle Commissioni alla Camera e Senato si aggiunge quella economica. Depositi istante ben argomentate con prove oggettive a seguito di una sentenza emesse nella totale violazione di legge (è previsto dalla legge allontanare un figlio da una madre peraltro con metodi violenti perché gli vuole troppo bene e cerca di proteggerlo dal padre diagnosticato violento e dalla richiesta di collocamento in casa famiglia? NO! Solo per extrema ratio, ma l’extrema ratio se la sono “dimenticata”!) e non solo viene respinta, ma vieni anche condannata al pagamento delle spese processuali che si accumulano negli anni e quindi, perdi le proprietà, conti correnti e stipendio vengono pignorati, chiedi altri finanziamenti che non di danno, chiedi aiuto ad amici, fai “figuracce” in ogni dove per spiegare che sei una “criminale” che ha commesso ogni sorta di “reato”. Chiedi numerose conciliazioni, puntualmente respinte, perché più durano le cause, più si guadagna, più mantieni il tuo potere, non c’è, quindi, l’ interesse (anche economico) a porre termine e firmare un accordo che renderebbe pace e giustizia soprattutto ai figli.
Molti bambini sono internati nelle cosiddette case famiglia (un bambino “tu non sai cosa succede qua dentro, accade di tutto.. tiratemi fuori, fate presto, mi hanno rovinato la mia bellissima vita, sto impazzendo.. non ce la faccio più..”) che di famiglia non hanno nulla; pochissimi controlli se non addirittura nessun controllo avviene al loro interno, ma solo dolore, sofferenza, lacrime e “delitti”, come pure accertati i conflitti di interessi in tutta la filiera. Dichiarare nelle relazioni che il minore “non si sarebbe allontanato spontaneamente ma solo se sollevato di peso e con l’utilizzo della forza” risulta una dichiarazione di violenza ed agire in tal senso, in violazione di legge. E’ ovvio che non si generalizza, non tutte le case famiglia delinquono, molte hanno un ruolo importantissimo, ma una buona dose di controllo e sanzioni sarebbero necessarie attesa la gravità delle violenze che subiscono i bambini, quando ovviamente vengono provate. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire, nemmeno uno, ma sappiamo bene che non è solo un bambino ad essere stato allontanato soprattutto dalle mamme, i numeri sono considerevoli, sembra siano 50, 60 mila (nel 2011, 20 mila con un giro di affari di 1 miliardo di euro). Si è parlato di un dato emerso dal Ministero della Giustizia nel 2019 che se venisse confermato sarebbe drammatico; 23 bambini allontanati al giorno (12 mila i bambini allontanati dalle famiglie da gennaio 2018 a giugno 2019) sono 8.395 l’anno, un dato allarmante.
E’ ovvio che per debellare questo sistema ben strutturato servirà del tempo, ma una decreto legge può salvare la vita a tanti bambini “oggi”. Auspichiamo una riforma strutturale dalle profonde fondamenta, concreta e definitiva, dove è necessario anche un controllo per la corretta applicazione delle normative nazionali e sovranazionali, delle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, delle Convenzioni europee (soprattutto Istanbul), delle indicazioni del Parlamento europeo, del Grevi, della Ue. L’augurio è che il nuovo Governo sia già a lavoro anche per debellare alla radice questo fenomeno devastante, come pure dare risposte immediate, perché i bambini non possono più aspettare, “domani” è già troppo tardi. I bambini saranno segnati per tutta la vita.
Salvaguardare i bambini dovrebbe essere un impegno comune, correggere qualche errore non significa avere uno scontro, ma significa ritornare allo Stato di diritto, dare nuovamente lustro alla magistratura, permettere ad ogni figura istituzionale di lavorare al meglio, con serenità e professionalità ed impedire che quei pochi possano delegittimare l’intera magistratura alla quale va il mio più sentito ringraziamento. Fino ad oggi il messaggio che è passato è che a volte chi delinque resta impunito, in ogni mestiere se si sbaglia si dovrebbe pagare, soprattutto se riguarda il futuro di innocenti bambini.
La guerra in Ucraina, è chiaro chi sia l’aggredito e l’aggressore
Il Ministro Nordio fa riferimenti alla drammatica guerra in Ucraina, precisando chi è l’aggressore e chi l’aggredito, e si pensa alla necessità di “istituire o, comunque, di trovare un sistema, magari per affidare al tribunale penale internazionale già esistente, la gestione per i crimini che sono stati commessi in questa guerra in Ucraina. Stiamo elaborando attraverso la costante partecipazione di delegati del Ministero, in raccordo con gli altri Stati dell’Unione europea, tutta una serie di iniziative, che culmineranno con la scelta di introdurre nel nostro ordinamento un codice ad hoc, che abbia una forte valenza simbolica, un codice che chiameremo dei crimini internazionali”. Solo attraverso un intervento normativo che Nordio ritiene indifferibile sarà possibile “assicurare il doveroso perseguimento, anche nella giurisdizione italiana, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra e, quindi, realizzare la complementarità con la giurisdizione penale internazionale prescritta dallo Statuto di Roma”.
Un altro cenno lo fa citando le procedure relative ai mandati di arresto europei e le estradizioni. “Nell’anno del 2022, il Ministero della Giustizia, in sinergia con il Ministero dell’Interno e le autorità giudiziarie, ha ottenuto la consegna di 558 latitanti (518 sulla base di mandati di arresto europei e 40 sulla base di richieste di estradizione) e ha consegnato, alle autorità straniere 385 persone (334 sulla base di mandati di arresto europeo e 51 sulla base di decreti di estradizione)”.
Un ulteriore passaggio del suo discorso alla Camera verte sul potenziamento, al miglioramento della giustizia civile, anche se “ mi rendo conto che l’aspetto mediatico è rivolto alle riforme penali – vorrei assicurarvi che le nostre energie migliori sono proprio rivolte al potenziamento della giustizia civile”.
Le intercettazioni, la nota “dolente” che dolente non dovrebbe essere anche per la chiarezza delle dichiarazioni che non dovrebbe portare a nessun attacco ed errata comprensione.
Senza polemiche, ma solo per ribadirlo nuovamente cita Shakespeare “molto spesso ci si trova davanti a un sordo che risponde a domande che nessuno gli pone, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – e sottolinea con oggettiva chiarezza – non si è mai inteso toccare minimamente quelle (intercettazioni) che riguardano il terrorismo, la mafia e ovviamente quei reati che sono, per così dire, satelliti nei confronti di questi due fenomeni perniciosi”. Serve ancora ribadirlo? Ma le polemiche non si fermano!
Un ulteriore e necessario chiarimento il Ministro Nordio ci tiene a farlo sui tre tipi di intercettazioni. Il primo è quello molto specifico, di competenza unica della Procura generale di Roma, relativo ai crimini che riguardano la sicurezza dello Stato. Queste sono intercettazioni ultrasegrete, che hanno una disciplina particolare – e per queste Nordio lo sottolinea – “nessuna di loro è mai uscita sui giornali, per una ragione molto semplice: perché è perfettamente individuata la competenza di chi deve garantirne la segretezza”.
Passa poi alle intercettazioni preventive, il secondo tipo che sono “autorizzate e sotto la vigilanza dall’autorità giudiziaria, ossia dal pubblico ministero che servono come impulso alle indagini nella ricerca anche della prova ma, soprattutto, dei movimenti dei sospetti autori di reati, quelli molto gravi”. Queste intercettazioni sono utilissime, ritiene il Guardasigilli. Anch’esse “tanto sono utili quanto sono segrete, perché essendo il pubblico ministero, cioè il Procuratore della Repubblica, unico responsabile della loro autorizzazione e della loro gestione, rimangono nella cassaforte del Procuratore della Repubblica e non vengono mai diffuse sui giornali”. Ovviamente se fossero diffuse si individuerebbe immediatamente “il responsabile, che sarebbe il magistrato. Infatti, non vengono mai diffuse”.
Intercettazioni che il titolare di Via Arenula ritiene “importantissime, sono rilevantissime, direi che sono essenziali, soprattutto nella fase iniziale delle indagini”.
Si arriva poi al terzo di tipo di intercettazioni “quelle giudiziarie, effettuate su richiesta del pubblico ministero e autorizzazione del giudice delle indagini preliminari. Qui il pasticcio è colossale”, perché transitando dal pubblico ministero al giudice delle indagini preliminari, attraverso il deposito dei difensori, attraverso il transito delle segreterie e delle cancellerie, la selezione che viene fatta nel contraddittorio della perizia, con difensori, pubblico ministero e giudice, le intercettazioni finiscono sotto osservazione, sotto il controllo e a conoscenza di decine di persone. Poiché tutti hanno il diritto di ascoltare tutte queste intercettazioni, gran parte delle quali riguardano fatti che non hanno niente a che vedere con i processi, inevitabilmente – ecco l’abuso sul quale noi vogliamo intervenire e sicuramente interverremo – in questo mare magnum di intercettazioni escono sui giornali notizie che diffamano, vulnerano l’onore di privati cittadini”. Quindi è l’ abuso che va fermato, l’errata diffusione sui giornali.
Una esposizione cristallina che merita altri applausi anche da una parte d’opposizione.
La segretezza delle comunicazioni è inviolabile, riporta l’articolo 15 della nostra Costituzione, che Nordio definisce la più bella del mondo. Una deroga alla diffusione è una eccezione, che purtroppo è diventata regola. No alla pubblicazione di tutto su tutti anche attraverso i brogliacci della Polizia Giudiziaria (Nordio per 40 anni ha lavorato anche a stretto contatto con i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia essendo stato PM), che molto spesso sono inaffidabili (applausi) non per cattiveria o malafede di chi li trascrive, ma semplicemente perché, nella trascrizione di queste intercettazioni, che molto spesso sono di difficilissima captazione, l’errore è sempre in agguato”. Il danno è già fatto quando i brogliacci vengono pubblicati sui giornali e poi si dimostreranno essere fasulli” (ulteriore applauso dalla maggioranza, ma anche da parte dell’opposizione).
Ma, comunque tutto questo è rimediabile secondo la legge, osserva Nordio che precisa quanto sia necessario che queste cose vengano ben spiegate ed argomentate affinché si possa dare una corretta informazione.
A seguito di una osservazione da parte dell’opposizione avvenuta il giorno precedente in Senato alla quale Nordio non aveva potuto rispondere il Ministro precisa che le affermazioni secondo cui dopo la riforma Orlando del 2020 non sarebbero accaduti più abusi, fa presente che sono state “diffuse intercettazioni che riguardano il governatore del Veneto e altre persone (applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) che erano assolutamente estranee alle indagini. Non erano infatti né indagate, né imputate, né niente e questo dimostra il fallimento di quella riforma”.
E quindi, secondo il Ministro Nordio è necessario intervenire radicalmente “sugli abusi e sugli errori di queste intercettazioni, altrimenti cadremo veramente in una sorta di democrazia dimezzata, perché la segretezza delle informazioni è l’altra faccia della nostra libertà”. E qui, una citazione “Pascal diceva che, se tutti sapessero quello che tutti noi diciamo degli altri, non avremmo un amico”.
Nordio usa un’altra citazione, quella di Senofane per dire che “ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente, più o meno deformante, dei propri pregiudizi; quindi, è perfettamente normale che ci siano colleghi che, avendo sempre fatto i pubblici ministeri antimafia, abbiano una visione estremamente, chiamiamola così, severa di questi problemi. Ma l’Italia non è fatta di pubblici ministeri e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le associazioni dei pubblici ministeri (applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Italia Viva Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)- MAIE – Deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi).
In Italia, così come questi colleghi vedono la realtà, come diceva Senofane, attraverso la loro lente d’ingrandimento, anche le camere penali degli avvocati vedono le cose in modo completamente diverso (commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… Se questa non è giustizia…” parte qualche commento da parte del partito democratico, Italia democratica e progressista, ma Nordio va avanti con determinazione approssimandosi alla conclusione del suo intervento.
“Anche le camere penali vedono questi problemi sotto un profilo completamente diverso, opposto a quello dei pubblici ministeri, dimostrando appunto la veridicità del detto di Senofane, ma la politica rappresenta i cittadini, noi, qui, rappresentiamo i cittadini, che non sono né, lo ripeto, pubblici ministeri, né membri delle camere penali. Noi dobbiamo trovare una composizione che ruoti attorno all’articolo 15 della Costituzione, che dice che la segretezza e la libertà delle comunicazioni sono inviolabili; da qui non si scappa ed è questo che noi dobbiamo cercare” (applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Italia Viva Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
Una battuta il Ministro la riserva per omaggiare nuovamente le Forze dell’Ordine, soprattutto ai ROS, ricordando che sono stati determinanti per la cattura del boss Matteo Messina Denaro, ma ha sentito come doveroso far presente che “il Comandante generale dei ROS, che praticamente è il padre di quello che ha fondato o, comunque, ha costruito questo organismo, che funziona così bene, è stato sottoposto, per 17 anni, a un processo penale, dal quale è stato assolto (applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Italia Viva Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), lo ripeto, assolto, alla fine, con formula piena, con una carriera rovinata e senza che alcuno lo abbia risarcito”.
Altra citazione al generale Ganzen (ROS) che è stato condannato a 17 anni di reclusione in primo grado “, per un reato che non esisteva e, alla fine, è stato assolto. Ma vi pare che questa sia giustizia?” (applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Italia Viva Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)- MAIE).
Nordio per rendere ancora meglio l’idea del suo pensiero aggiunge “vi pare che sia civile che uno Stato metta sotto processo i suoi più fedeli servitori, che vengono eliminati e vengono estromessi dalle cariche importanti”, farse che non dovrebbe essere divisiva, ma solleva qualche contestazione dei deputati dei gruppi del Partito Democratico, Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e proteste dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia rivolte ai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista.
A conclusione del suo intervento alla Camera dei Deputati i Ministro Nordio sottolinea che quando si parla dello stato generale della Giustizia “si debbano comprendere anche gli errori giudiziari”, affermazione premiata da ulteriori applausi, una standing ovation. Con la speranza che il suo programma venga attuato al più presto, con la solita eleganza e garbo saluta e ringrazia anche l’opposizione come da sua consuetudine.
Un discorso espresso con grande dovizia e precisione, ma nonostante ciò le contestazioni sono continuate anche nei giorni successivi. Tutto il Governo è compatto con il ministro Nordio, si lavora per e con gli italiani, per dare nuovamente il meritato lustro ed onore anche alla magistratura (i cittadini non si fidano più di una parte della magistratura) e le polemiche le lasciamo a “chi di dovere”!
Di Giada Giunti